Draghi: "è ora di pensare a strategie di uscita"

Draghi: "è ora di pensare a strategie di uscita"

Secondo il governatore di Bankitalia, "anche se i tempi non sono ancora maturi per l'immediata attuazione di strategie di uscita dalla crisi, è giunto il momento per cominciare a progettarle e riflettere sulle condizioni necessarie alla loro attuazione".

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17 giugno 2009
Draghi: “E’ ora di pensare alle strategie di uscita dalla crisi”

Draghi: “E’ ora di pensare alle strategie di uscita dalla crisi”

 

E’ tempo di iniziare a progettare le strategie “di uscita” dalle politiche anti-crisi. Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, in occasione del “Wirtschaftstag 2009” a Berlino. Anche se i tempi non sono ancora maturi per l’immediata attuazione “di strategie di uscita dalla crisi, Draghi, è convinto che sia giunto il momento per cominciare a progettarle e riflettere sulle condizioni necessarie alla loro attuazione”. “Si tratta - ha osservato - di una strategia fondata su tre pilastri”. Innanzitutto, “una risposta strutturale e regolamentare che mira a ricostruire un sistema finanziario più robusto e meno soggetto al rischio sistemico”. Il secondo pilastro, ha aggiunto Draghi, “è costituito dalle varie politiche, a livello macro e micro, che i governi nazionali hanno intrapreso per far fronte alle diverse emergenze. L’aumento dei deficit di bilancio, le politiche monetarie marcatamente espansionistiche in tutto il mondo hanno fatto fronte all'emergenza di segno macro. Dovremmo anche considerare le numerose azioni intraprese dai governi a sostegno degli istituti in difficoltà, dalle ricapitalizzazioni alle garanzie, alle bad banks. “Ma c’è un terzo pilastro - ha rilevato il governatore - che dovremmo cominciare a considerare, le strategie di uscita. L'uscita da politiche di bilancio eccessivamente espansionistiche per gestire la riduzione del debito pubblico e l'uscita dall'attuale orientamento delle politiche monetarie per mantenere l'ancoraggio delle aspettative di inflazione", ha sottolineato Draghi, "sono essenziali, sia per la stabilità dei prezzi, sia per la stabilità finanziaria. E infine l'uscita dalle micro-politiche a sostegno delle banche”. “In questo contesto - ha osservato ancora Draghi – l’Fsb non vuole essere un nuovo ente globale di regolamentazione, ma un forte punto di riferimento per una regolamentazione basata su due pilastri: mantenere la parità concorrenziale, puntare alla convergenza degli standard”. Le “radici della crisi”, secondo Draghi, sono “essenzialmente riconducibili alle gravi carenze della regolamentazione”. Di qui la necessità di nuove regole e nuovi strumenti che, ha affermato il presidente dell'Fsb, dovranno ruotare attorno a cinque principi. “In primo luogo - ha detto Draghi - il nostro lavoro si basa sul ripristino di un sistema finanziario che operi con meno debito, sia più immune dal set di non corretti incentivi alla base di questa crisi, dove la trasparenza consenta una migliore identificazione e gestione dei rischi, la sorveglianza prudenziale e regolamentare risulti rafforzata e il sistema sia in grado di lasciar fallire le istituzioni non correttamente gestite”. In secondo luogo la chiarezza: “siamo impegnati a costituire delle precise aspettative sul futuro contesto di regolamentazione”. Altri puntyi csardine  sono, la gradualità dei cambiamenti, il mantenimento dei vantaggi di mercati finanziari globali e integrati e lo sviluppo di sistemi di supervisione e regolamentazione più incisivi”.

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