Draghi: "ridurre il peso del fisco su imprese e lavoro"

Draghi: "ridurre il peso del fisco su imprese e lavoro"

Nelle "Considerazioni finali" all'Assemblea di Bankitalia, il governatore ha detto che "andrebbero ridotte in misura significativa le aliquote sui redditi di lavoratori e imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione fiscale".

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31 maggio 2011

Ridurre il peso del fisco su imprese e lavoro: è quanto ha chiesto il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nelle Considerazioni finali all'Assemblea della Banca centrale. ''Andrebbero ridotte in misura significativa - ha affermato - le aliquote, elevate, sui redditi dei lavoratori e delle imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione fiscale, in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l'amministrazione fiscale ha recentemente conseguito". ''Per incentivare il ricorso al capitale di rischio - ha aggiunto Draghi - andrebbe ridotto, nel quadro di uncomplessiva ricomposizione del bilancio pubblico, il carico fiscale sulla parte dei profitti ascrivibile alla remunerazione del capitale propri", mentre sempre sul versante delle imprese ha sottolineato che ne "occorre un maggior numero di medie e grandi che siano in grado di accedere rapidamente ed efficacemente ai mercati internazionali". Per quanto riguarda la situazione dei conti pubblici, Draghi ha sottolineato che ''appropriati sono l'obiettivo di pareggio del bilancio nel 2014 e l'intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14", visto che
''grazie alle riforme previdenziali avviate dalla metà degli anni Novanta, a un sistema bancario che non ha richiesto salvataggi, a una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che in molti altri Paesi avanzati. Una manovra tempestiva, strutturale, credibile agli occhi degli investitori internazionali, potrebbe sostanzialmente limitare gli effetti negativi sul quadro macroeconomico". Quanto al federalismo, può aiutare nella gestione dei conti pubblici ma a due condizioni: che i nuovi tributi locali siano "accompagnati da un taglio delle tasse al centro" e che ci sia "un controllo di legalità sui nuovi compiti decentrati, mentre ''la spesa primaria corrente dovrà ancora contrarsi, di oltre il 5% un termini reali nel triennio 2012-2014, tornando, in rapporto al Pil, sul livello dell'inizio dello scorso decennio''. Il governatore ha quindi reiterato il suo appello a ''tornare alla crescita" e ''ad affrontare le sfide dandone conto con chiarezza alla collettività anche quando le soluzioni fossero avverse agli interessi immediati di segmenti della società''. Draghi ha ricordato a questo proposito anche il suo primo discorso al Forex di Cagliari nel 2006, quando sottolineando come ''l'economia italiana apparisse insabbiata" osservò che ''i suoi ritardi strutturali non andavano intesi quali segni di un declino ineluttabile".

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