Effetto "caro bancomat" sulla benzina?

Effetto "caro bancomat" sulla benzina?

Secondo il presidente Anisa/Confcommercio, Luca Squeri, "il benzinaio paga l'equivalente di 20 vecchie lire per ogni litro erogato e pagato con il bancomat. Un costo che i gestori dovranno scaricare sui prezzi finali".

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13 giugno 2003
BENZINA: ALLARME GESTORI, RISCHIO ONDATA RINCARI DA BANCOMAT SCATTA PERICOLO NUOVI RIALZI CARBURANTI PER COLPA COMMISSIONI (ANSA) - ROMA, 13 GIU - Rischia di scattare un nuovo allarme caro-pieno

Commissioni Bancomat: i benzinai minacciano rincari    

 

Per gli automobilisti sembra profilarsi un’estate ancora più “calda” di quanto già non sia da un punto di vista meteorologico. I benzinai, infatti, hanno lanciato una sorta di avviso sulla possibilità di una vera e propria ondata di aumenti della benzina che potrebbe presto associarsi alla ripresa già in atto dei prezzi di super e gasolio legata all’andamento in salita delle quotazioni petrolifere. I rappresentanti dei gestori sottolineano che alla base dell’allarme ci sono le condizioni del servizio Bancomat: “per ogni transazione – ha sottolineato Luca Squeri, presidente Anisa/Confcommercio - il benzinaio è costretto a pagare lo 0,9%: vale a dire circa 20 vecchie lire per ogni litro erogato e pagato con la moneta elettronica. Un costo che i gestori non sono in grado di sostenere e che quindi, se non si troverà presto una soluzione, saranno costretti a scaricare sui prezzi finali agli automobilisti”. Quella delle carte di credito e dei pagamenti Bancomat è una questione che da tempo tiene sul piede di guerra i benzinai e che ha visto, qualche tempo fa, i gestori fare una vero e proprio sciopero bianco, sospendendo l’uso delle carte per i pagamenti dei pieni. “Nonostante vi sia già stato un incontro con l’Abi ed il ministero delle Attività Produttive – ha ricordato Squeri - nel corso del quale si è deciso di fare il punto, approfondendo il tema, la vicenda sembra destinata a complicarsi”. “La Setefi, uno dei principali gestori della rete pago-bancomat, sta, infatti, disdettando unilateralmente – ha proseguito Squeri - molti contratti Pos con i gestori obbligando questi ultimi a recarsi, per ripristinare il servizio all’utenza, presso le proprie banche e sottoscriverne dei nuovi. Nuovi contratti che però vengono proposti, appunto, con una commissione dello 0,9% sulla cifra totale”. “Per un pieno da 25 euro – ha concluso Squeri - il gestore si ritrova così a pagare circa 500 vecchie lire: un costo che, considerati i suoi già esigui margini di guadagno, non è in grado di sostenere”.

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