Fida: "disciplinare i farmer's market"

Fida: "disciplinare i farmer's market"

Il presidente Dino Abbascià chiede al nuovo ministro per le Politiche Agricole e Forestali di affrontare velocemente la disciplina dei mercati contadini, la cui finalità viene troppo spesso snaturata.

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3 giugno 2008
Titolo

Fida: “disciplinare i farmer’s market�

 

“Auspichiamo che il nuovo ministro per le Politiche Agricole e Forestali, a cui chiediamo un incontro urgente, affronti velocemente la disciplina dei mercati contadini (Farmer’s Market) istituiti dal precedente Governo. Assistiamo infatti, sempre più spesso, ad interpretazioni da parte dei singoli Comuni, o delle Regioni, che di fatto snaturano le finalità per cui una tale forma di vendita era stata studiata�. A sostenerlo è il presidente della Fida, Dino Abbascià, che in una nota ricorda che la federazione dei dettaglianti alimentari resta

“sostanzialmente contraria alla nascita di questi mercati contadini che di fatto

alterano il mercato tradizionale non tutelando gli operatori commerciali che già vi operanoâ€�. La Fida ricorda che attualmente il decreto ministeriale dispone che nei farmer’s market possano essere vendute le merceologie alimentari, purché prevalentemente prodotte nell’azienda contadina. “E’ ovvio â€" sottolinea Abbascià - che

questa definizione si presta a far sì che i presunti benefici della filiera corta vengano

immediatamente disattesi�. A pochi mesi dalla nascita dei primi mercati contadini, assai numerose sono state infatti le segnalazioni di abuso di questa formula di vendita, con effetti deleteri per la  promozione del territorio, dove i prezzi, nella migliore delle ipotesi, sono allineati alle  quotazioni comuni e i prodotti, spesso, sono acquistati dagli stessi agricoltori al mercato  generale e poi rivenduti.

“Per tutelare realmente il patrimonio agro-alimentare e il potere di acquisto delle

famiglie, e a garanzia del consumatore stesso sulla provenienza effettiva del prodotto,

riteniamo dunque necessaria una valutazione più approfondita della normativa, sostituendo al principio del prevalentemente prodotto quello della esclusività�, conclude Abbascià.

 

 

 

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