Fornero: "sul lavoro una buona riforma, scommessa per il futuro del Paese"

Fornero: "sul lavoro una buona riforma, scommessa per il futuro del Paese"

A Cernobbio il ministro del Welfare confessa "un po' di rammarico per la mancata piena condivisione", ma "bisognava rendere dinamico il mercato, aumentare strutturalmente l'occupazione e migliorare la produttività".

DateFormat

24 marzo 2012

La seconda e ultima giornata del Forum di Cernobbio si è aperta con l'atteso intervento del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Al centro, ovviamente, la riforma del mercato del lavoro, che nella sua introduzione il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha definito "fatta con confronto ampio e franco con le parti sociali. Sono stati individuati punti di equilibrio, anche sull'articolo 18, e speriamo siano confermati ed eventualmente rafforzati nel corso dell'esame parlamentare, con l'obiettivo di un rinnovamento dell'Italia con una connessione tra ritorno alla crescita, equità e coesione sociale". Il ministro è entrato subito nel vivo della questione, sottolineato che il documento approvato dal Consiglio dei Ministri "è stato preparato con un lungo confronto, a volte aspro, con le parti sociali. Ho sperato fino all'ultimo in un consenso generale, perché la riforma rappresenta un punto di equilibrio rispetto ai diversi interessi e obiettivi in campo. C'è quindi un po' di rammarico per la mancata piena condivisione, ma resta una buona riforma. Comprendo che per alcuni fare un passo verso il cambiamento è difficile, ma il mondo cambia e compito del Governo è accompagnare tutti in questa direzione". La Fornero è entrata poi nel dettaglio delle varie misure, sottolineando che "la nostra ambizione era quella di rendere dominante il contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato partendo da un apprendistato serio, formativo e non visto come una forma di flessibilità in entrata. Sappiamo però che esistono esigenze organizzative relative ad attività d'impresa che richiedono altri contratti e altre flessibilità ed è per questo che non siamo andati nella direzione del contratto unico, perché ci sono flessibilità buone da preservare. Pure se non ci piacciono i 'bocconcini' di lavoro a tempo determinato, non abbiamo abolito lavoro a chiamata e a progetto ma li abbiamo professionalizzati, fiduciosi sul fatto che l'aumento dei contributi che abbiamo richiesto non si riverberi sull'emolumento dei lavoratori". Per quanto riguarda il nuovo sistema di ammortizzatori sociali, il ministro del Welfare ha sottolineato che "è stato costruito un buon sistema che tende all'universalismo. L'Aspi è un'innovazione veramente profonda, che chiederà al lavoratore di cercare davvero il lavoro. E' un sistema europeo nel senso buono, universalistico, attento alla spesa, attento alle persone". Passando poi all'articolo 18, la Fornero ha affermato che "non avrebbe avuto senso abolirlo, andava invece rafforzata la lotta contro le discriminazioni. Abbiamo operato solo nel caso che si voglia licenziare per ragioni economiche oggettive, partendo dal principio che non tutti i datori di lavoro sono cattivi. Non ci sembra che le modifiche fatte equivalgano a calpestare i diritti e a creare motivi per gravi tensioni sociali". "La riforma - ha concluso il ministro - deve rendere dinamico il mercato, aumentare strutturalmente l'occupazione, soprattutto di giovani, donne e lavoratori anziani, e migliorare la produttività perché il lavoro usa e getta non può essere produttivo. E' una scommessa per rendere la nostra economia più attrattiva rispetto ai disinvestimenti in Italia delle nostre aziende e agli investimenti degli stranieri nel nostro Paese". Dopo l'intervento della Fornero si è aperta la sessione dedicata allo scenario economico internazionale. Luigi Zingales, dell'Università di Chicago, ha sottolineato che "gli Stati Uniti si stanno lentamente riprendendo dalla crisi da eccessivo indebitamento, ma resta il problema della disoccupazione di lungo periodo nel settore manifatturiero che la bolla immobiliare ha in qualche modo coperto, mentre preoccupazioni desta la situazione del Giappone e della stessa Cina, dove c'è un eccesso di risparmio dovuto a un sistema finanziario depresso. Quanto all'Europa, è stato fatto un passo in avanti importante con il default della Grecia: oggi si sa che si può fare default e restare nell'euro senza che il panico sconvolga il mercato. E in Italia per il futuro c'è poco da stare allegri: anche con un repentino e imprevedibile aumento della produttività la nostra è una prospettiva a crescita zero". Dopo Roberto Perotti dell'Università Bocconi, secondo il quale "l'austerità è obbligatoria per Paesi, come l'Italia, che hanno un rapporto debito-Pil così alto", il ceo di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani ha sostenuto che "l'Eurozona è un'area ad alto potenziale, la cui economia ha ricevuto dall'euro benefici molto consistenti". I suoi recenti progressi, per Cucchiani, "sono dovuti alla leadership di Monti, Draghi e Lagarde, che hanno pragmatismo diverso dai leader di formazione più tradizionale. E' ora infatti di passare dalla cultura dei dogmi e delle ideologie alla cultura, appunto, del pragmatismo. Ora, però, è necessario che oltre alle manovre di austerity ce ne siano di antiticicliche, che arrivino aiuti dall'Europa del Nord a quella del Sud, che siano fatti interventi per ridurre lo stock di debito pubblico nei Paesi con debito troppo elevato, che ci sia un drastico taglio della spesa pubblica e che con queste risorse si abbassi il prelievo fiscale alle imprese". Ultimo a prendere la parola Enrico Letta, vicesegretario nazionale del Partito Democratico, secondo il quale "nell'attuale periodo storico c'è necessità di scelte molto forti. Negli ultimi mesi in Europa abbiamo verificato una grave sfasatura tra i tempi di scelta dell'economia e della finanza e quelli della politica, ma oggi non potremmo permetterci di affrontare il problema Portogallo come abbiamo affrontato il problema Grecia. E l'Italia in questo può giocare un grande ruolo, grazie alla presenza di Mario Monti". Letta ha quindi accennato alla riforma del mercato del lavoro, da cui "emergono vantaggi per le pmi, grazie a una filosofia diversa che le mette al centro" e a quella, prossima, del fisco a proposito della quale ha detto che "evitare l'aumento dell'Iva deve essere una priorità di tutti". Infine, un appello: "mettete pressione per cambiare al più presto la legge elettorale, che è una delle cause del degrado della politica".

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca