Gennaio nero per il commercio estero extra Ue

Gennaio nero per il commercio estero extra Ue

Il saldo commerciale è risultato negativo per 1.940 milioni di euro, il peggior risultato dal 1999. Le esportazioni sono diminuite del 14,7% e le importazioni sono dell'8,4% rispetto allo stesso mese del 2003.

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25 febbraio 2004
Gennaio nero per il commercio estero extra Ue

Gennaio nero per il commercio estero extra Ue

 

A gennaio le esportazioni dell’Italia verso i Paesi extra Ue sono diminuite del 14,7% rispetto allo stesso mese del 2003 e le importazioni sono scese dell’8,4%. Il saldo commerciale è risultato quindi negativo per 1.940 milioni di euro (il peggior risultato dal 1999), a fronte di un passivo di 1.538 milioni registrato nel gennaio dello scorso anno. Lo ha comunicato l’Istat spiegando che rispetto a dicembre 2003, al netto della stagionalità, le esportazioni sono diminuite del 3,4% e le importazioni dello 0,1%. La variazione tendenziale delle esportazioni a gennaio è risultata negativa per il terzo mese consecutivo mentre quella delle importazioni lo è per il quarto mese e la flessione delle prime è stata superiore a quella delle seconde. Il saldo, inoltre, ha registrato un ampio deficit di misura superiore a quello, negativo, dello stesso mese del 2003.

Variazioni tendenziali positive  delle esportazioni sono state registrate nei confronti dei paesi Opec (+5,3%) e della Russia(+1,4%). le riduzioni più marcate invece hanno riguardato gli Usa (-27,1%), i Paesi Efta (-25,6%) e il  Giappone (-20,1%). Dal lato

delle importazioni i maggiori aumenti hanno riguardato i Paesi candidati all’Ue (+6,3%), i Paesi del Mercosur (+5,5%) e il Giappone (+5%). Le maggiori flessioni si sono registrate nei confronti degli Usa (-32,9%), dei Paesi Efta (-12,2%) e degli altri Paesi (-12%).

Le variazioni tendenziali delle esportazioni sono risultate negative in ogni settore di attività economica ad esclusione dei mezzi di trasporto (+3,2%); le maggiori flessioni si sono avute per il cuoio e prodotti in cuoio (-30,7%), per i prodotti dell’agricoltura e della pesca (-28,1%) e per i prodotti dell’industria tessile e dell’abbigliamento (-26,8%). Dal lato delle importazioni, è stato registrato un aumento per i mobili (+10,9%) e un andamento stazionario per le macchine ed apparecchi meccanici; le riduzioni più elevate hanno riguardato i prodotti petroliferi raffinati -26,4%) e i mezzi di trasporto (-19%).

I maggiori saldi positivi si sono registrati per le macchine ed apparecchi meccanici,  per gli altri prodotti dell’industria manifatturiera (compresi i mobili) e per i prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi; i disavanzi più ampi si sono osservati per i minerali energetici, per i metalli e prodotti in metallo e per i prodotti dell’agricoltura e della pesca.

 

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