Grecia: l'intervento Ue non sarà immediato, negoziato difficile

Grecia: l'intervento Ue non sarà immediato, negoziato difficile

Il governo greco smentisce l'esistenza di una trattativa su un prestito di 60 miliardi di euro, mentre proseguono le trattative con Commissione Ue, Bce e Fmi per garantire il rifinanziamento del debito nel 2012 senza passare dal mercato.

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11 maggio 2011

Le Borse europee hanno dato corda ai governi dell'Eurozona e alla Grecia sulla base della certezza, a questo punto sempre più diffusa, che un nuovo intervento a sostegno della Grecia ci sarà. Che sia prestito, che sia l'acquisto dei titoli da parte del Efsf (la nuova entità europea che dovrà garantire il rifinanziamento degli stati dell'area euro in difficoltà, European Financial Satability Facility, ndr) al momento delle prossime emissioni non ha molta importanza. Ieri, peraltro, il governo greco ha smentito l'esistenza di una trattativa su un prestito di 60 miliardi di euro. Per un momento si è interrotta l'ansia per il dilemma ristrutturazione sì-ristrutturazione no. Questo il fatto positivo della giornata, in cui lo Stato ellenico ha pagato il 4,9% per trovare titoli semestrali per 1,62 miliardi e ad Atene sono proseguite le difficili discussioni fra la 'troika' (Commissione Ue-Bce-Fmi) e il governo per capire qual è effettivamente la situazione e quali sono le misure possibili per garantire il rifinanziamento del debito nel 2012 senza passare dal mercato. Il problema è quanto durerà questo processo. Dalle parole del commissario agli affari economici, Olli Rehn, si è capito che occorrerà del tempo per prendere una decisione, "qualche settimana", ha detto ai giornalisti a Strasburgo. Ciò significa il nervosismo sui mercatiè' destinato a restare sotto la cenere. La missione della 'troika' è ancora tutta in salita, almeno ancora una settimana di. Ora non ci sarebbero neppure le condizioni neppure per dare il via libera alla prossima 'tranche' del prestito da 110 miliardi euro perché nell'attuazione delle misure concordate ci sono dei vuoti con il carico di entrate mancanti, riforme strutturali rallentate. La 'tranche', beninteso, non è in discussione e adesso sul tavolo di sono le nuove misure da mettere in piedi indicate dalla riunione segreta di Bruxelles di alcuni ministri delle finanze (Germania, Francia, Italia, Spagna, Grecia più I presidenti Eurogruppo, Bce e commissario Ue) a cominciare dall'accelerata alle privatizzazioni e alle garanzie per l'eventuale nuovo prestito. Prima di inizio giugno non ci saranno novità. Il governo tedesco ha confermato che la decisione arriverà una volta che sarà chiaro il quadro reale dell'attuazione dei programmi già concordati e a fronte di nuovi impegni chiari.

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