L'UNRAE PROPONE L'ABOLIZIONE DELL'IPT

L'UNRAE PROPONE L'ABOLIZIONE DELL'IPT

D:6-6-2002 P:01 T:CONTINUA LA CRISI DEL MERCATO DELL'AUTO

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6 giugno 2002
Auto: l’Unrae propone l’abolizione dell’Ipt per uscire dalla crisi

Auto: l’Unrae propone l’abolizione dell’Ipt per uscire dalla crisi

 

I dati parlano chiaro: nei primi quattro mesi del 2002 il calo delle immatricolazioni di auto nuove è stato pari al 2,6% nell’Unione Europea, mentre in Italia ha raggiunto “la preoccupante” percentuale del 13,1%, “la più alta fra tutti i Paesi membri”. La crisi, insomma, è tutta italiana, come ha sottolineato il presidente dell’Unrae, Salvatore Pistola, in un’audizione congiunta di Camera e Senato sulla crisi della Fiat.

“Non c’è dubbio – ha detto Pistola - che nel nostro Paese agli effetti negativi della recessione economica internazionale si aggiungono fattori specifici interni - sia di carattere contingente che più propriamente strutturale - che fanno della sitauzione italiana un caso nel panorama internazionale”.

Come uscirne? Secondo l’Unrae, la strada è quella di abolire l’imposta sul passaggio di proprietà sulle auto usate e temporaneamente anche su quelle nuove adeguando, inoltre, il regime fiscale per le auto aziendali a quello in vigore nel resto d'Europa. “L’Ipt – ha sottolineato Pistola - è un’anomalia tutta italiana, un vero e proprio deterrente all’acquisto di una vettura usata che incide negativamente di riflesso anche sul mercato del nuovo. La sua abolizione consentirebbe un rilancio del mercato dell’usato praticamente a costo zero per lo Stato, dal momento che il minor gettito verrebbe comunque recuperato da un maggior introito derivante dall’Iva sulle nuove auto che verrebbero vendute in più come conseguenza a cascata”.

Per quanto concerne la fiscalità delle auto aziendali, “di gran lunga la più onerosa in Europa”, l’adeguamento del regime europeo potrebbe avvenire per l’Unrae su due fronti: quello dell’Iva, visto che l’Italia è l’unico Paese in cui l’imposta risulta detraibile solo per il 10%, e quello della deducibilità delle quote di ammortamento, attualmente al 50% con un tetto massimo di 18mila euro.

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