La manovra "sotto la lente" del Quirinale

La manovra "sotto la lente" del Quirinale

Il testo della manovra, a tre giorni dal varo da parte del Consiglio dei Ministri, è al vaglio del Capo dello Stato. Tra i nodi da sciogliere, energie rinnovabili, norme sospendi-risarcimenti e tasse.

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4 luglio 2011

La manovra è arrivata ieri sul tavolo di Giorgio Napolitano e probabilmente ci resterà tutto il giorno. Dal Quirinale infatti escludono una firma in serata, sottolineando che tutto il decreto è sottoposto ad una attenta e scrupolosa valutazione da parte del Presidente, sempre attenendosi al principio di leale collaborazione. Due i nodi più intricati: il primo per tensioni interne al governo, ovvero il giallo sul taglio degli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili; il secondo per essere finito sotto la lente del Colle, ovvero la modifica al codice di procedura civile che sospenderebbe l'esecutività della sentenza sul Lodo Mondadori che condanna Finivest e Silvio Berlusconi a risarcire con 750 milioni Carlo De Benedetti. Un punto, quest'ultimo, per il quale dal Quirinale trapela la sorpresa per essersi trovati la norma nel provvedimento. E' dall'opposizione che invece si sottolinea come di certo quella norma non presenta i requisiti di necessità e urgenza presupposti per l'emanazione di un decreto. Un 'vizio' che in passato ha portato anche a non firmare un decreto. Dal Quirinale si fa presente che quella inviata al Colle è appunto una bozza, e in quanto tale suscettibile di variazioni da parte dell'Esecutivo. Sia per iniziativa propria del governo, sia accogliendo rilievi del Colle, per arrivare ad un testo definitivo frutto appunto del principio di "leale
collaborazione", fermo restando che la responsabilità del testo è del governo. Ma in cosa consistono le nuove norme già ribattezzate "sospendi-risarcimenti"? Poche righe, riportate in coda al capitolo della manovra dedicato alla giustizia, ma di grande effetto che potrebbero aver presto un impatto significativo sulla complessa vicenda del Lodo Mondadori. Se, infatti, la Corte d'appello di Milano confermera' la condanna di Fininvest a risarcire di 750 milioni la Cir di De Benedetti (o ridurra' la condanna ad una cifra comunque superiore a 20 milioni di euro), proprio una delle due nuove norme potrebbe correre in soccorso della holding della famiglia Berlusconi, sospendendo l'esecuzione della sentenza fino al definitivo pronunciamento della Cassazione. Le due modifiche riguardano gli articoli 283 e 373 del codice di procedura civile. Il primo articolo (283), nella sua attuale formulazione, prevede la possibilità per il giudice civile - in presenza di"gravi e fondati motivi" - di sospendere, in tutto o in parte, l'esecuzione della sentenza di primo grado, con o senza cauzione. Con la manovra, viene previsto un secondo comma dell'articolo, con il quale si stabilisce che la sospensione dell'esecuzione della sentenza di primo grado '"e' in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a dieci milioni di euro" se la parte ricorrente "presenta idonea cauzione". L'articolo 373 stabilisce che "il ricorso per cassazione non sospende l'esecutivita' della sentenza" di secondo grado, lasciando tuttavia al giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata - "qualora dall'esecuzione possa derivare grave e irreparabile danno" - la facolta' di disporre "che l'esecuzione sia sospesa o che sia prestata congrua cauzione". Con la modifica dell'articolo introdotta con la manovra, viene meno il potere discrezionale del giudice per le condanne di importo superiore a 20 milioni di euro. La sospensione - dice la nuova norma - "e' in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a 20 milioni" se la parte presta "idonea
cauzione".

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