Lavoro: arriva il sostegno alla "contrattazione di prossimità"

Lavoro: arriva il sostegno alla "contrattazione di prossimità"

Ai contratti aziendali o territoriali viene attribuita la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi. Sì di Confindustria, Cisl e Uil, no della Cgil.

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22 agosto 2011

L'articolo 8 della manovra prevede il ''sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità''. Ovvero, "i contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni
dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda possono realizzare specifiche intese finalizzate alla
maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all'avvio di nuove attività''. Le specifiche intese ''possono riguardare la regolazionedelle materie inerenti l'organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative: agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarietà negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; alla disciplina dell'orario di lavoro; alle modalità di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite Iva, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il
licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio''. Le disposizioni contenute in contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra le parti sociali, ''sono efficaci nei confronti di tutto il personale delle unità
produttive cui il contratto stesso si riferisce a condizione che sia stato approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori''. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha giudicato "importante aumentare il tasso di flessibilità dando maggiore centralità ai contratti aziendali,
è un passo che noi consideriamo in continuità con l'accordo interconfederale di giugno scorso. Ne amplia gli orizzonti rimettendo la materia nelle mani delle stesse parti sociali. Abbiamo il dovere di dare una risposta al dualismo del mercato del lavoro italiano, ce lo chiede anche l'Europa, le nuove
regole possono aiutarci". Sul fronte sindacale, netto il no della Cgil: ''gli abbiamo detto in tutto
questo periodo che ci deve essere l'autonomia delle parti. Quello che stanno facendo - ha sostenuto il segretario generale Susanna Camusso - è un'ingerenza ed è un attacco ad un accordo recentemente sottoscritto'', quello firmato lo scorso 28 giugno. ''Appare unicamente una norma retroattiva in ragione di una singola azienda: la Fiat. Ma è un abitudine per un Governo che fa legge 'ad personam''. Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, dal provvedimento viene rafforzata la contrattazione aziendale e territoriale: ''il nostro obiettivo era quello di rafforzare la contrattazione aziendale e territoriale anche attraverso la decontribuzione e la detassazione e l'accordo interconfederale del 2009 e quello di un mese fa lo hanno confermato. L'indirizzo non è
stato contrastato. Anzi viene valorizzato attraverso una norma di sostegno. L'autonomia delle parti è rispettata e ciò che esse stabiliscono a maggioranza ha piena legittimità''. Da parte sua, il leader della Uil Luigi Angeletti ha commentato favorevolmente il recepimento dei ''nuovi contratti
perché in un'economia aperta la contrattazione è più efficace a livello d'impresa''.

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