Le richieste e le prospettive del terziario trevigiano

Le richieste e le prospettive del terziario trevigiano

All'Auditorium Santa Croce di Treviso si è svolta la prima giornata di studio dedicata al terziario, organizzata da ConfCommercio ed Ebicom. Presentato il "Generale Report" sul terziario.

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17 maggio 2013

Contribuisce per oltre il 50% alla crescita del Pil, rappresenta più del 50% delle unità locali della provincia, dà lavoro a 205mila persone, conta 83,4 imprenditori ogni 1000 abitanti, cresce al ritmo del +2,5%. Ha, in pratica, tutte le potenzialità per "fare da traino" trasformandosi da "gregario in capitano" nella difficile ed instabile corsa verso l'agognata ripresa, , ma ha ancora molte sfide davanti a sè. E' questa una delle prime conclusioni sul comparto del terziario tratte al termine della prima giornata di studio ad esso dedicata, organizzata da Confcommercio Treviso ed Ebicom, realizzata con la collaborazione di Veneto Banca, che ha chiamato a raccolta oltre 150 imprenditori, ricercatori, rappresentanti associativi, sindacali ed istituzionali per il primo confronto economico pubblico su un settore che - come ha spiegato in apertura il presidente di Confcommercio Treviso, Guido Pomini- "nel 2013 vede il primo studio scientifico monografico realizzato con l'obiettivo di comprendere a fondo le dinamiche di sviluppo di un settore che deve fare un salto di qualità sfruttando a pieno le proprie forti capacità innovative, ma soprattutto la propria sensibilità per comprendere ed interpretare il cambiamento". "Sfide che il settore potrà affrontare - ha affermato da parte sua il presidente di Ebicom, Mirco Ceotto- "se saprà sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dalla bilateralità, quella nuova, la bilateralità 2.0 che rappresenta il vero punto di incontro tra imprese e lavoratori in uno scambio reciproco che diventa crescita, professionalità, sostegno, soprattutto incrocio proficuo tra domanda ed offerta". Sono almeno cinque le caratteristiche distintive del terziario - ha sintetizzato Alessandro Minello, docente a Ca Foscari: "è un settore che riesce a resistere alla crisi, fa nascere almeno un nuovo imprenditore al giorno, crea nuova occupazione generando nuove opportunità lavorative ed applicando a pieno la flessibilità, si posiziona, con i fatturati, o nella fascia alta o in quella bassa del mercato, sa rafforzare il ruolo di volano del turismo e dei servizi che nelle 6 "T" di talento, tecnologia, trasformazione, territorio, trasformazione, terziarizzazione trovano non solo le radici profonde, ma soprattutto le direttici del proprio sviluppo….". "Che lo si chiami terziario, quaternario, o anche quinario - ha spiegato poi il sociologo Vittorio Filippi - occorre comprendere che il comparto porta con sè un grande valore aggiunto, che è quello dell'attenzione e della conoscenza, indispensabile non solo per comprendere il funzionamento di questa ampia e variegata economia dei consumi ed il cambiamento dei consumatori, ma soprattutto per creare quella necessaria "cultura del terziario", attraverso la quale le "traversie della crisi" si possono trasformare in "opportunità…". Visione, semplificazione, rivisitazione (per abbassare le tasse, semplificare le norme e rivedere la riforma Fornero), relazione, coesione: sono queste le parole chiave che, nella seconda parte del convegno, i senatori Maurizio Sacconi e Giorgio Santini hanno espresso dettando una sorta di "agenda" per il futuro del settore. "Per crescere - ha detto Sacconi- occorre creare un contesto favorevole, contenendo la spesa pubblica e riducendo la pressione fiscale, dove l'imprenditore possa sviluppare realmente l'approccio di leadership…". Per Santini, invece, bisogna ripartire dal lavoro: snellendo e semplificando, incentivando i giovani con la giusta flessibilità e gli adeguati strumenti che trasformano in lavoro ogni opportunità economica". In questo nuovo contesto dove prevale una visione del futuro - ha detto Ferruccio Bresolin in chiusura - improntata al talento, alla creatività ed alla cultura, occorre recuperare e valorizzare il capitale sociale, fatto di saperi e di conoscenza, in un intreccio finalizzato a creare maggior coesione e minori conflitt".

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