Gli aumenti Ires e Irap vanificano la riduzione del cuneo fiscale

Gli aumenti Ires e Irap vanificano la riduzione del cuneo fiscale

Analisi Confcommercio-Cer sugli effetti dell'aumento degli acconti di imposta. Alcune delle coperture previste per l'abolizione della prima rata dell'IMU non sono state conseguite: 600 milioni di gettito atteso dalla cosiddetta "sanatoria giochi" e parte dei maggiori introiti Iva associati allo sblocco dei pagamenti della P.A. pari a 925 milioni.

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3 dicembre 2013

La Legge di Stabilità prevede, nel 2014, una prima riduzione del cuneo fiscale a favore delle imprese attraverso un abbassamento dei premi Inail, con un beneficio stimato dal Governo in un miliardo di euro per il prossimo anno.

Ma si tratta di un beneficio che, oltre ad essere già di per sé troppo esiguo, viene anche completamente azzerato per i maggiori versamenti che vengono richiesti in questa fine di 2013 che, di fatto, garantirebbero allo Stato introiti di importo complessivo superiore alla dimensione stessa della riduzione del cuneo fiscale promessa. In pratica, alle imprese viene chiesto di anticipare oggi alle casse pubbliche il beneficio fiscale che riceveranno il prossimo anno.

Questo, in sintesi, il risultato di un'analisi di Confcommercio in collaborazione con il Cer sugli effetti derivanti dall'aumento degli acconti di imposta per le imprese. 

Infatti – prosegue l'analisi - alcune delle coperture previste per l'abolizione della prima rata dell'IMU non sono state conseguite. Si tratta, in particolare, dei 600 milioni di gettito atteso dalla cosiddetta "sanatoria giochi" e di parte dei maggiori introiti Iva associati allo sblocco dei pagamenti della P.A. pari a 925 milioni.

Sono, queste ultime, due forme di prelievo aggiuntive, ma allo stesso tempo a impatto nullo per il sistema economico: la prima perché confinata a una sola categoria di operatori, a cui viene, peraltro, offerto un forte sconto per la chiusura di precedenti pendenze fiscali; la seconda perché compensata da pagamenti di ammontare molto maggiore e da lungo tempo attesi dalle imprese.

Si tratta di misure che, se realizzate, non avrebbero inciso sulla percezione del livello di pressione fiscale e che, quindi, non avrebbero tolto forza al messaggio di riduzione della stessa, che il governo ha lanciato con l'annuncio degli interventi in materia di cuneo fiscale. Tale presupposto è però venuto meno.

Infatti, a copertura dei mancati incassi, si prevede ora una maggiorazione ulteriore di 1,5 punti che, aggiungendosi a quella già imposta col D.L. 76/2013, innalza la percentuale di acconto su IRES e IRAP per le società di capitali fino al 102,5% (Tab. 1), mentre per le società di persone l'acconto IRAP rimane al 100% (dal 99% del 2012). Il gettito aggiuntivo stimato di queste nuove maggiorazioni è pari a 667,5 milioni di euro (Fig. 1).

Aggiungendosi agli incrementi già decisi, i maggiori introiti per il bilancio pubblico ammonterebbero, nel 2013, a oltre 1,1 miliardi di euro, cifra appunto, superiore, al beneficio per le imprese derivante dalla riduzione del cuneo fiscale. 

Legge di Stabilità: la Camera "spinge" su spending review e cuneo fiscale

La Camera spinge sulla spending review: anticipare i tagli al 2014 e mettere una 'posta' per il taglio delle tasse sul costo del lavoro (il cuneo fiscale).

Ma poco dopo il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, da New York 'gela' gli entusiasmi: è troppo presto per dire se con la 'spending' ci saranno risorse in piu'. Inoltre proprio la commissione di Montecitorio sottolinea che i tagli affidati a Carlo Cottarelli ci saranno, ma solo dal 2015. Si avvia cosi', con l'ok alla risoluzione, il lavoro sulla Legge di Stabilita' nella quale confluirebbe anche questa richiesta della Commissione Bilancio via emendamento. Mentre sembra essere ancora in alto mare la questione della mini-Imu.

Il viceministro Stefano Fassina spiega infatti che ''il problema esiste. Nel confronto con il Parlamento cercheremo una soluzione''.

Nel frattempo però non è chiaro né quanti sono i Comuni che hanno alzato l'aliquota base del 4 per mille (hanno tempo fino al prossimo 9 dicembre per pubblicare le relative delibere), né quanto costerebbe ai contribuenti: si va dai circa 200 milioni delle stime dell'esecutivo ai 400 dei quali parla l'Anci. 

Per quanto riguarda il taglio al cuneo fiscale (la detrazione massima arriva ora con il testo attuale a 225 euro e i benefici si concentrano fino a 32.000 euro per un esborso di 1,560 mld, dice la relazione tecnica) la commissione Bilancio ha dato quindi il via libera alla risoluzione di maggioranza che prevede di destinare gli ulteriori risparmi di spesa derivanti dalla spending review insieme alle risorse della della lotta all'evasione fiscale già dal 2014 "alla riduzione del cuneo fiscale, mediante iscrizione in un apposito fondo".

I risparmi previsti dalla spending review sono cifrati: 3,6 miliardi nel 2015, 8,3 miliardi nel 2016 e a 11,3 miliardi a decorrere dal 2017.

Ma "si sottolinea - si legge nel testo - l'esigenza di valutare, in sede politica, l'opportunità di conseguire risparmi aggiuntivi rispetto a tali obiettivi già nel 2014, al fine di accelerare il processo di riduzione fiscale".

Questo però non dimenticando importanti capitoli di spesa come ad esempio quello per la lotta alla povertà o settori come scuola e sanità. 

Ma il ministro Saccomanni frena: ''e' troppo presto per dire  se le risorse individuate dalla spending review possano essere usate per ridurre il cuneo fiscale''. Proteste dalla Lega (''Saccomanni smentisce la sua maggioranza'') mentre il Ncd rivendica l'importanza della norma. Arrivano inoltre i dubbi dei tecnici del bilancio: non e' possibile una verifica puntuale della quantificazione dell'attuale taglio. E mentre si avvicina la scadenza per presentare gli emendamenti si mettono i paletti. Ad esempio Cesare Damiano del Pd spiega: ''resta una priorita' rendere la legge di Stabilita' equa migliorando l'indicizzazione delle pensioni, l'accesso al bonus precari per i giovani senza lavoro e che bisogna risolvere il problema dei cosiddetti esodati''.

Oppure Ermete Realacci annuncia che e' stato presentato l'emendamento soppressivo della norma cosiddetta 'ammazza-rinnovabili'. Susanna Camusso ribadisce: ''non si eèintervenuti per equiparare le aliquote fiscali sulle rendite finanziarie almeno alle aliquote più basse sul lavoro dipendente. Capisco che e' faticoso giocare in Borsa ma forse e' almeno altrettanto faticoso tirare la carretta tutto il giorno''. Risponde il presidente della Commissione Francesco Boccia: ''Camusso ci dia fiducia, abbiamo cambiato passo''. E anche Saccomanni ''non potra' non tener conto'' del fondo per il taglio al cuneo fiscale.

Assopetroli: "Tassare fumo e gioco invece che benzina"

Secondo Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia, "il ministro dell'Economia Saccomanni, scegliendo con il Dl Imu di tassare oltre ogni misura solo i carburanti che occorrono alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie per svolgere le loro attivita', produrre reddito e gettito allo Stato, ma non quella di tassare il vizio del fumo e dei giochi, ha compiuto una scelta di parte".  

"Una scelta - ha proseguito Ferrari Aggradi - che non condividiamo e sulla quale auspichiamo, certi di interpretare il pensiero delle rappresentanze del mondo delle imprese e dei consumatori che non mancheranno di far sentire la loro voce, una piena assunzione di responsabilità che conduca ad rapido cambio di rotta e ad un ripensamento da parte dell'Esecutivo, sulla consueta modalita' di reperire risorse sempre e solo attraverso le accise sui carburanti". 

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