Letta conferma il rigore, ma "subito spazi per crescita e lavoro"

Letta conferma il rigore, ma "subito spazi per crescita e lavoro"

Il premier nega ogni ipotesi di "rilassamento fiscale" confermando che "gli impegni presi saranno mantenuti". La riduzione delle tasse, possibile "in prospettiva", dovrà avvenire "senza sfasciare i conti pubblici". Resta il nodo delle coperture per Imu e Iva.

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30 aprile 2013

 

L'unica certezza è che "è una corsa contro il tempo", che le misure per dare respiro all'economia,
rilanciare la crescita e aggredire "l'incubo" della disoccupazione giovanile dovranno arrivare "da subito". Ma pure se il tour europeo ha mostrato a Enrico Letta la comprensione dei partner internazionali, per ora ancora non sono chiari i "margini di manovra" che il governo avrà a disposizione per dare una scossa. Di sicuro c'è che il rigore non potrà essere allentato: lo ha
chiaro il premier, così come il ministro del'Economia Fabrizio Saccomanni, escludendo ancora una volta tentativi di rinegoziare gli impegni. L'uscita dalla procedura di infrazione per deficit
eccessivo è ormai a portata di mano, tuttavia "abbiamo scritto la tesi, ma se non ci presentiamo a discuterla non ci danno la laurea", è la metafora scelta da Saccomanni per dire che non è il momento di allentare la presa. Un concetto ribadito anche dal premier, che ha negato ogni ipotesi di "rilassamento fiscale" confermando che "gli impegni presi saranno mantenuti". Il primo
passo sarà dunque formalizzare il rientro dell'Italia tra i Paesi virtuosi: fatto non solo simbolico, ma che libererà circa 12 miliardi per il cofinanziamento dei fondi strutturali e gli investimenti produttivi. E per riuscirci, è la convinzione del governo, non servirà una  manovra correttiva. La doccia fredda delle previsione Ocse (Deficit/Pil al 3,3%) viene subito ridimensionata da Saccomanni: "contano le stime della Commissione Europea, non quelle dell'Ocse". Il passo successivo sarà trovare il difficile equilibrio tra gli impegni presi da Letta nel suo intervento programmatico, le richieste dei partiti, e la stabilità dei conti. Perchè una cosa per Letta è chiara: la riduzione delle tasse, possibile "in prospettiva", dovrà avvenire "senza che ci sia nessun rilassamento e senza sfasciare i conti pubblici". Dunque "dovremo trovare le forme" perchè questo sia possibile, e "lo faremo insieme nella maggioranza". A partire dal nodo più spinoso, quello dell'Imu, su cui a mettere un punto è Francesco Boccia, uno degli uomini più vicini al premier: "la rata di giugno sarà sospesa, poi ci sarà una revisione dell'impianto fiscale complessivo su famiglie, lavoro e abitazione. Ora non è il momento delle polemiche, ne discuteremo insieme in Parlamento". Il primo aspetto da affrontare riguarda infatti la 'cassa' dei
Comuni, cui è destinata parte dell'Imu: circa 2 miliardi annui, che - chiarisce ancora Boccia - andranno in qualche modo assicurati ai sindaci. Poi c'è il gettito per l'erario della tassa sulla casa, c'è l'aumento dell'Iva previsto per luglio, ci sono gli interventi sul cuneo fiscale, e magari anche l'aumento dei ticket sanitari. Tutti temi su cui le sensibilità nella variegata maggioranza sono spesso agli antipodi e su cui si dovrà raggiungere un difficile equilibrio. Anche perchè se è vero che non si sarà bisogno di una manovra 'correttiva', è pur vero che i margini di manovra attualmente disponibili non sembrano sufficienti per coprire tutto il menù di interventi. Per ora si lavora su un differimento dell'incidenza sul deficit dell'operazione di pagamento dei debiti della P.A., che 'regalerebbe' uno 0,4-0,5% di Pil di margine ulteriore. Poi qualche miliardo arriverà dalla spesa per interessi, inferiore a quella prevista: tendenza che migliorerà esponenzialmente negli anni successivi se lo spread resterà ai livelli attuali. Resterà da capire se dai prossimi appuntamenti europei arriverà qualche buona notizia o se sarà necessario un intervento per riallocare risorse secondo le nuove priorità.
 
 
 

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