Liberalizzazione commercio: la Regione Toscana ricorre alla Consulta

Liberalizzazione commercio: la Regione Toscana ricorre alla Consulta

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3 gennaio 2012

La Regione Toscana impugnerà di fronte alla Corte Costituzionale le ultime norme del governo relative alla liberalizzazione del commercio. ''La liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture è solo un altro regalo alla grande distribuzione e una batosta per le piccole imprese.
Un minimo di regole è utile anche alla concorrenza. Tutto questo mentre bisognerebbe invece rilanciare il piccolo commercio per fini sociali, di sicurezza, vivibilità e di identità'', ha detto il presidente Enrico Rossi commentando la decisione presa dalla giunta. La Regione ha anche approvato una circolare per il settore commerciale toscano. ''Chiariamo così - ai Comuni e agli operatori del settore - i rapporti che intercorrono tra normativa statale e regionale in materia di orari, sottolineando l'applicabilità della norma regionale rispetto a quella nazionale'', ha detto l'assessore al Commercio Cristina Scaletti. Infatti la norma regionale approvata il 27 dicembre scorso è entrata in vigore successivamente a quella nazionale, e pertanto trovano piena applicazione le disposizioni ivi previste in una materia che il Titolo V della Costituzione
stabilisce di piena competenza delle Regioni, come più volte ribadito dalla stessa Corte Costituzionale. ''Non è il consumismo - ha precisato Rossi - la risposta giusta alla crisi. Mi pare solo un insulto alla nostra identità culturale, alle nostre tradizioni e alla nostra storia. Si costringerà chi lavora nei negozi a gestione familiare ad essere incatenato al banco, con la saracinesca
alzata giorno e notte, senza pause per 365 giorni all'anno. Dove finisce la persona, la sua vita privata, i suoi diritti'? Il governo farà bene a ripensarci e presto. Non sono queste le liberalizzazioni che ci aspettiamo''. Posityivo il commento di Confcommercio Toscana: ''la Regione taglia la testa al toro: basta caos sulle aperture selvagge in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla competenza fra Regioni e Stato sulle aperture domenicali e festive dei negozi''. Si tratta di "un ulteriore passo importante in coerenza con la normativa recentemente approvata che va a modificare gli articoli 80 ne 81 del Codice del Commercio. Il caos generalizzato e un'apertura selvaggia non serve al settore commerciale, tanto meno al rilancio dei consumi. Altre sono le
strade da seguire, prima fra tutte aumentare il potere di acquisto delle famiglie'', conclude l'Associazione regionale.

 

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