Manovra alla Camera, in vista un nuovo voto di fiducia

Manovra alla Camera, in vista un nuovo voto di fiducia

Da lunedì il decreto con le misure anticrisi approda a Montecitorio, il via libera previsto per giovedì. Il governo approva il pareggio di bilancio in Costituzione e l'abolizione delle Province.

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9 settembre 2011

Il cammino della manovra si concluderà entro giovedì prossimo con un altro voto di fiducia a
Montecitorio. Da lunedì, infatti, il decreto con le misure anticrisi approda alla Camera mentre il governo ha deciso ieri di arricchire il pacchetto di provvedimenti con due disegni di legge costituzionali. Il primo per rendere obbligatorio dal 2014 il pareggio di bilancio nella Costituzione, il secondo per abolire le Province, che saranno sostituite dalle città metropolitane. La manovra ha raccolto l'apprezzamento della Bce e dell'Ocse. Per l'opposizione però non solo la manovra
resta "iniqua" per i tagli alle pensioni e gli aumenti dell'Iva, e per i mancati tagli alla politica, ma anche l'abolizione della Province è quanto mai ambigua e demagogica. E Regioni, Province e Comuni continuano a ritenere insostenibile il salasso ai loro bilanci. Dubbi e perplessità sull'abolizione della Province emergono anche nella maggioranza. A Palazzo Chigi alcuni ministri del Pdl - tra loro il titolare dei Beni culturali, Giancarlo Galan - avrebbero criticato ilprovvedimento perché in realtà non cancella davvero le Province ma consente alle Regioni di istituire "forme
associative tra i Comuni" o, come le ha chiamate lo stesso Roberto Calderoli, "province regionali". La Lega, insomma, contraria all'abolizione, sarebbe riuscita a far rientrare con altro nome e forma le Province formalmente abolite. Non a caso Calderoli ha espresso infatti soddisfazione ed ha affermato che le future "province regionali" assomiglieranno alle attuali province delle Regioni a statuto speciale. Il governo va però avanti sulla sua strada e il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha confermato che il nuovo voto di fiducia si renderà necessario sia per la pregiudiziale di incostituzionalità annunciata dall'Italia dei valori e sia perché il Pd non assicurava la chiusura dei lavori in commissione entro venerdì. L'iter rischiava quindi di andare per le lunghe e, ha detto Cicchitto, "siccome sono stati espressi diversi auspici a livello istituzionale ed internazionale per
un'abbreviazione dei tempi,è plausibile che si arriverà al voto di fiducia". Ma per il capogruppo del
Pd alla Camera, Dario Franceschini, il vero motivo della fiducia è che "la maggioranza ha paura a presentarsi in aula per esaminare sul serio la manovra, anche se in tempi brevissimi, perché loro sono divisi al proprio interno. Sono a brandelli", accusa, "e si blindano dietro il voto di fiducia".

 

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