Manovra: si apre una "settimana di fuoco"

Manovra: si apre una "settimana di fuoco"

Da domani il decreto correttivo sarà al vaglio delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato. Forti attriti Lega-Pdl, mentre Napolitano sottolinea il dovere della politica di "dare risposte immediate sulla crisi".

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22 agosto 2011

Il tempo stringe, ma i nodi, nella maggioranza, non si sciolgono. E se da domani la manovra bis
sarà gia' al vaglio delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, tra Pdl e Lega
Nord la ''quadra'' a saldi invariati ancora non si trova. Sul tappetto, la scelta tra le opzioni (dalla riforma del sistema previdenziale ai tagli agli enti locali, passando per il contributo di solidarieta' e l'aumento dell'Iva) con cui revisionare il decreto correttivo da 44,5 miliardi in due anni. Decisione che rischia di minare l'asse di ferro tra i due alleati, così come la compattezza interna dei due soggetti politici. Il Carroccio, ad esempio, ribadisce il suo 'veto' sull'innalzamento dell'età pensionabile, mentre il Pdl sarebbe a favore, anche per limare la tassa di solidarietà e limitare la scure nei confronti di Regioni, Province e Comuni. Sullo sfondo, anche l'ipotesi di prevedere un nuovo scudo fiscale e avviare la vendita di parte del patrimonio immobiliare statale. Si cerca dunque una difficile sintesi, se possibile anche ncon l'opposizione. Nel frattempo, stasera il Pd si riunisce con il segretario Pier Luigi Bersani per mettere a punto le controproposte, ma intanto sul fronte pensioni arriva l'avvertimento di Rosy Bindi: ''noi non accettiamo che ritoccando le pensioni si voglia far cassa a danno di lavoratori e pensionati.'. Antonio Di Pietro, dal canto suo, propone pure un'altra ricetta - insieme ad alcuni esponenti del Pd - ovvero vendere le sei frequenze televisive che starebbero per essere assegnate. Intanto, al di là delle singole misure, Giorgio Napolitano, nella 'prima' assoluta di un Capo dello Stato al 'Meeting' di Cl, rilancia sul '"dovere'', da parte della politica, di ''dare risposte immediate sulla crisi''. Il presidente della Repubblica
riconosce che ''siamo immersi in un angoscioso presente'' e che ''ci attendono sfide e prove ardue e di esito incerto'', bacchettando poi le forze di maggioranza (che hanno ''esitato'' a riconoscere la criticità della crisi, ''anche attraverso semplificazioni propagandiste e comparazioni consolatorie su
scala europea'') e di opposizione (''ogni criticità della condizione attuale del Paese è stata ricondotta ad omissione e colpe del governo, della sua guida e della colazione su cui si
regge''). Tutte, indistintamente, sono invece chiamate ad essere ''all'altezza dei problemi da risolvere e delle scelte da fare''. Per Napolitano, quindi, ''si impone un'autentica svolta per rilanciare una crescita di tutto il Paese, Nord e Sud insieme'' e bisogna dire ''basta con assuefazioni e debolezze nella lotta a quell'evasione fiscale di cui l'Italia ha ancora il triste primato'', una ''stortura divenuta intollerabile, da colpire senza esitare".

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