OCSE: "INCERTEZZA SU TEMPI E FORZA DELLA RIPRESA IN ITALIA"

OCSE: "INCERTEZZA SU TEMPI E FORZA DELLA RIPRESA IN ITALIA"

Profonda recessione nel 2009 ma ripresa l'anno prossimo. Allarme per la disoccupazione al 10 per cento. Il rapporto dell'Ocse sull'Italia prevede che nel 2009 il Pil scenderà del 5,3 per cento ma nel 2010 il tasso di crescita sarà dello 0,4 per cento.

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17 giugno 2009
Ocse: “Incertezza su crisi e tempi di ripresa”

Ocse: “Incertezza su crisi e tempi di ripresa” 

 

Profonda recessione nel 2009 ma ripresa l'anno prossimo e allarme sulla disoccupazione che a fine 2009 potrà arrivare al 10%. Il rapporto dell’Ocse sull’Italia prevede che nell'anno in corso il Pil accuserà una caduta del 5,3% ma già dal 2010 ci sarà una ripresa dell'economia con un tasso di crescita dello 0,4%. “L’Italia sta affrontando un periodo difficile così come altri paesi. “L’economia è alle prese con una profonda recessione - si legge nel rapporto Ocse - e c’è' grande incertezza sulla portata della crisi e sui tempi della ripresa”. L’Ocse rileva che la profonda recessione dell'economia italiana rappresenta una specie di sorpresa dal momento che le banche italiane sono risultate poco esposte alle turbolenze finanziarie. “Molti anni di bassa crescita della produttività hanno reso l'economia italiana, orientata alle esportazioni, molto vulnerabile alla caduta del commercio mondiale”. Nel 2009 tutti i principali indicatori mostrano robuste contrazioni. I consumi accuseranno un calo del 2,4% per risultare poi invariati l'anno prossimo mentre gli investimenti fissi a fine 2009 mostreranno un crollo del 16% (-20% per macchinari ed equipaggiamenti) per tornare a crescere nel 2010 con un modesto +1,3%. Molto negativo anche il commercio estero che riflette la caduta a livello globale. Secondo il rapporto Ocse le esportazioni scenderanno del 21,5% e le importazioni del 20,2% e tendenza ancora negativa anche nel 2010 rispettivamente -0,7% e -0,2%. Secondo il Rapporto, “il relativo scarso impatto della crisi finanziaria sulle banche italiane e il basso indebitamento delle famiglie potrebbero alimentare una rapida uscita dell'economia italiana dalla recessione resta però un elevato livello di incertezza. Secondo l’Ocse, nonostante una serie di riforme avviate l’Italia registra da anni una bassa crescita dovuta in parte ad un eccesso di regolazione, alla scarsa concorrenza in alcuni settori e dall’inefficienza del settore pubblico. “Progressi sono stati realizzati nel migliorare il sistema regolatorio ma resta eluso l'obiettivo di una maggiore produttività”. Parte del settore dei servizi rimane “largamente protetto e con eccessi di regole, talvolta anche a livello regionale”. L’Ocse sottolinea che è fondamentale “mantenere la strada delle liberalizzazioni ricordando che i settori dove agire sono soprattutto i servizi e le libere professioni”. Nei servizi pubblici locali, l'Ocse ripete la necessità di progressi e l'esigenza di una “piena e netta separazione tra gli interessi della proprietà dei servizi e i governi locali”. L’Ocse rileva che è stato significativo il ruolo dell'Antitrust in Italia per migliorare la concorrenza e la normativa. “Il governo deve mantenere e rafforzare il principio base che la politica della concorrenza deve essere nell'interesse dei consumatori e non dei produttori, delle imprese o dello Stato”. L’Ocse ha poi invitato l'Italia a reintrodurre una forma di Ici a sostegno del federalismo. L’Ocse avverte che la riforma del federalismo fiscale nella fase attuale potrebbe creare difficoltà ed e' fondamentale “assicurare un robusto consenso politico e regionale”. L’Ocse promuove i principi della riforma sono validi e cioè finanziamento dal centro delle spese essenziali ma “la voce spese essenziali deve essere attentamente definita percentrare gli obiettivi e deve rimanere stabile nel tempo”. La stabilità nel tempo, la trasparenza sono essenziali per i meccanismi di allocazione delle risorse. Inoltre “una nuova imposta locale, in parte basta sul valore degli immobili, sarebbe molto auspicabile nell'ottica del federalismo fiscale”.

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