Pmi costrette a non "amare" la tecnologia informatica

Pmi costrette a non "amare" la tecnologia informatica

Secondo un'indagine Microsoft, in Italia sono circa 1,6 milioni le piccole imprese che non dispongono nemmeno di una dotazione informatica minima. Ma nulla è stato fatto per permettere loro di mettere mano ad un vero piano di innovazione tecnologica...

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4 ottobre 2004
Le pmi italiane non investono in informazione tecnologica

Le pmi italiane non investono in informazione tecnologica  

 

A Segrate (Mi) si è tenuto un convegno, organizzato da Microsoft, dedicato al  “contributo dell’IT al recupero di competitività delle Pmi italiane”. Convegno che ha ospitato gli interventi dell’amministratore delegato di Microsoft Italia, Marco Comastri, del vice presidente del gruppo e vicepresidente di Confcommercio con delega all’innovazione tecnologica, Umberto Paolucci, del presidente di Confcommercio, Sergio Billè, di Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia, Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano Alberto Bombassei, a.d. di Brembo e vice presidente di Confindustria per le relazioni industriali, Sergio Dompè, presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico e Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia. Secondo un’indagine microsoft, l’Italia resta indietro in termini di innovazione tecnologica delle Pmi. “La spesa in Information Technology delle aziende fino a 99 dipendenti – ha detto Paolucci - è 3,4 volte inferiore rispetto a quello della media dell’Europa Occidentale e di ben 8 volte inferiore rispetto a quella della Gran Bretagna”. “Occorre percepire la tecnologia – ha aggiunto Paolucci -come un investimento necessario allo sviluppo del business e non come un costo da sostenere”.  Secondo Microsoft, in Italia esistono circa 1,6 milioni di piccole imprese che non dispongono nemmeno di una dotazione informatica minima. Confindustria ha invitato il governo a mantenere le promesse in termini di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, Ballio ha lanciato l’invito alle imprese ad “adottare un ricercatore” per alimentare le relazioni imprese-università. Il presidente della regione Formigoni, non ha bocciato gli incentivi, ma ha auspicato che diventino “selettivi, di tipo addizionale e con risorse di provenienza diversa, anche bancaria”. Banche dalle quali, secondo l’a.d. di Capitalia, Matteo Arpe, non è mai mancato il supporto alle Pmi: “le banche sono state vicine alle industrie in momenti facili e meno facili. E per questo sono state talvolte criticate”. “Nel quotidiano, però – ha concluso Arpe - siamo sempre vicini alle

Pmi, che costituiscono la base della nostra clientela”.

 

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