Ricerca Assintel: le Pmi milanesi e il "digital divide"

Ricerca Assintel: le Pmi milanesi e il "digital divide"

L'87 per cento delle 190.000 micro e piccole aziende del commercio e servizi ha almeno un pc. Meno informatizzati dettaglianti e pubblici esercizi (ma per locali e negozi sono in aumento i siti web).

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27 febbraio 2008
Ricerca Assintel: il digital divide nelle Pmi milanesi

Ricerca Assintel: il digital divide nelle Pmi milanesi

 

L’87% delle micro e piccole aziende milanesi del terziario ha almeno un PC; di esse il 96,1% accede a internet e il 47,8% ha un sito web. E’ quanto emerge dalla ricerca “Il Digital Divide nella micro e piccola impresa milanese�, presentata a Milano da Camera di Commercio insieme ad Assintel (Associazione nazionale delle imprese Ict) e con la collaborazione dell’Unione del Commercio. La ricerca, realizzata attraverso Freedata, si inserisce in un progetto finanziato dalla Camera di Commercio di Milano, che dal 2005 monitora il divario digitale nella piccola impresa del territorio e mette in campo strumenti per favorire il suo superamento.

Durante il convegno è stato presentato anche un software gratuito, a disposizione di tutte le piccole imprese sul sito della Camera di commercio di Milano (http://roi.mi.camcom.it/index.php), che permette un semplice calcolo del ritorno dell’investimento in tecnologia. Il software è stato realizzato attraverso Nextvalue e Beta80.

Sono circa 190.000 le imprese di Milano e provincia attive nei settori del commercio al dettaglio, del commercio all’ingrosso, dei pubblici esercizi e dei servizi che costituiscono l’universo di riferimento della ricerca.

Di esse il 13% (25.000 micro e piccole imprese) non ha ancora il pc, risultando completamente esclusa dalla dimensione tecnologica. La percentuale è comunque in miglioramento di 5 punti rispetto alla rilevazione del 2005. Permane un ritardo del commercio al dettaglio, in cui ancora il 49,1% è senza pc, e dei pubblici esercizi, al 53,9%. Bene i due settori tradizionalmente più tecnologici: nel Commercio all’ingrosso il pc è presente nel 99,5% delle aziende, percentuale che scende lievemente al 97,7% nelle aziende dei servizi, segnando però un recupero di 7 punti rispetto al 2005. Ma il possesso di un pc è solo il primo passo verso l’accesso alla tecnologia: il vero salto di qualità è costituito dal suo utilizzo, sfruttandone le potenzialità di apertura ai mercati globali e all’ottimizzazione della gestione dei processi d’impresa.

E così la connessione al web è in miglioramento â€" il 96,1% delle aziende con pc ha un accesso ad internet, ormai per il 94,2% a banda larga â€" ma con significative differenze all’interno dei settori: il 99,2% del commercio all’ingrosso e il 96,6% dei servizi accedono al web, mentre la cifra scende all’84,6% nei pubblici esercizi e all’80,3% nei commercianti al dettaglio. Questi sono, però, in netta ripresa rispetto al 2005, segnando un miglioramento relativo di quasi 17 punti.

L’intensità e il valore qualitativo dell’utilizzo di internet sono ancora basse e differenti per i vari settori: in aumento le transazioni con i fornitori (dal 27,6% del 2005 all’attuale 56,6%) e l’home banking (83,6%), che registra un +30% dovuto soprattutto alla recente normativa che impone il pagamento del modello F24 on-line. In diminuzione invece le aziende che usano il web per interagire con la Pubblica amministrazione (35,2% sul totale aziende con connessione alla rete) e l’utilizzo del Voip (33%).

Il sito internet comincia ad essere percepito come una concreta opportunità di apertura al mercato, sebbene sia ancora visto soprattutto come una “vetrina�: il 47,8% delle aziende con pc ha un sito aziendale.

Grande miglioramento per quanto riguarda i pubblici esercizi, che dal 16,1% del 2005 passano al 48,2% nel 2007, e dei commercianti al dettaglio, che passano dal 22,6% al 33,8%, percentuale destinata a breve ad aumentare dato che il 31,7% di essi dichiara di avere in progetto la realizzazione del sito entro l’anno.

Ancora a livelli poco significativi l’e-commerce: il servizio è presente solo nel 13,4% dei casi. Altra dimensione significativa relativa ad un utilizzo avanzato dell’Ict è la presenza di software per la gestione dell’attività aziendale. La metà delle aziende con pc ha un applicativo gestionale o per la contabilità. In miglioramento anche la presenza di software per la gestione del magazzino (22,7%), della clientela (20,3%), della logistica (16%) e della forza vendita (11,3%). Ancora limitati i software per la gestione del personale (7,2%), comunque concentrati nelle imprese di più grandi dimensioni.

 

 

Il digital divide

 

All’interno di ogni settore merceologico sono stati individuate tre tipologie di imprese - rispettivamente low-tech, medium-tech e high-tech - sulla base dell’osservazione delle principali differenze che ne caratterizzano il livello di dotazione tecnologica.

A livello nazionale è di circa il 13% la quota di aziende classificate come high tech, mentre le aziende medium e low-tech si attestano rispettivamente al 43% e al 44%. Per l’area milanese il quadro cambia significativamente, e si pone sopra la media nazionale: il segmento delle aziende low-tech pesa per il 30,2%, in netto miglioramento rispetto alla rilevazione del 2005 (45,2%); le aziende medium-tech sono il 51,4% e quelle high-tech il 18,3% (rispetto all’11% rilevato nel 2005).

Il trend di sviluppo dei singoli settori merceologici mostra come quelli tradizionalmente più tecnologici - servizi e commercio all’ingrosso â€" abbiano anche il più marcato progresso nel tempo, mentre Commercio al dettaglio e Pubblici esercizi si mantengono sostanzialmente stabili nel loro ritardo tecnologico.

In particolare, il 56,5% dei commercianti al dettaglio e il 65,3% dei pubblici esercizi è ancora low-tech, con miglioramenti solo lievi rispetto al 2005 (68,8% i primi, 67,9% i secondi). Migliori invece le performance dei Servizi, in cui la quota di low-tech si è dimezzata, passando dal 40,4% del 2005 all’attuale 22,6%, e del commercio all’ingrosso, con una percentuale di low-tech del 18,5% e addirittura un 49% di aziende high-tech.

I risultati appena evidenziati si riproducono nella percezione degli imprenditori circa la presenza dell’ICT in azienda. Essa infatti è in lenta crescita (per il 49,7% di essi l’utilizzo in azienda è “elevato�), ma segue la distinzione fra settori merceologici: per commercianti al dettaglio e Pubblici esercizi il giudizio è sistematicamente più basso  e mediamente negativo.

Positivo e in forte crescita il grado di soddisfazione relativo agli investimenti effettuati in tecnologia: è soddisfatto il 78,9% degli imprenditori, contro un 43,6% dell’indagine 2005.

Costi, mancanza di conoscenza e rigidità delle soluzioni Ict sono i primi tre fattori indicati come ostacoli all’adozione delle tecnologie.

Basso anche il valore attribuito alla formazione informatica, sebbene con un incremento rispetto al 2005: il 21,8% delle aziende ha fornito ai propri addetti corsi di formazione IT (nel 2005 erano solo il 3,2%), con una forte crescita nelle aziende dei Servizi (dal 3,1% all’attuale 26,7%). “l percorsi per l’innovazione in azienda sono oggi il principale fattore sul quale puntare per rendere il nostro sistema imprenditoriale competitivo sui mercati�, commenta Giorgio Rapari, presidente di Assintel. “Milano è ai primi posti in Italia, ma il livello di cultura tecnologica è ancora insufficiente a colmare un digital divide sempre più penalizzante. Non possiamo confidare nel ricambio generazionale, che non è una variabile decisiva a colmare il gap tecnologico; dobbiamo puntare piuttosto sul sistema formativo, insegnando l’alfabeto tecnologico agli imprenditori e nelle scuole, perchè ciò che erano quaderno e penna ieri diventino PC e mouse oggi.�

 

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