Ruote d’Italia: “Autotrasporto: senso di responsabilità e meno menzogne”

Ruote d’Italia: “Autotrasporto: senso di responsabilità e meno menzogne”

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1 marzo 2022

Nei mesi passati, Ruote d’Italia ha più volte messo in guardia rispetto alle difficoltà che stavano emergendo nel mondo del trasporto ed aveva chiaramente previsto che, senza la ripresa di un confronto costante e continuativo con i decisori politici, si sarebbero create le condizioni per iniziative spontanee da parte di operatori dell’autotrasporto, come poi puntualmente avveratosi. Il primo dato da tenere bene a mente è che, in tutta evidenza, esiste la necessità di mantenere nel tempo quel rituale che era stata una costante negli anni passati e che con il governo Ciampi aveva preso il nome di “concertazione”. Con il governo Berlusconi, che istituì, nel 2003, la Consulta della logistica, si arrivò ad individuare un momento di confronto importante che vedeva il coinvolgimento di tutte le realtà che si occupavano dei temi del trasporto. In quella sede fu possibile discutere molte questioni rilevanti per il settore, trovando le soluzioni idonee ai vari problemi e prevenendo i conflitti. Purtroppo, il presidente del Consiglio del successivo governo tecnico, Mario Monti, la soppresse per motivi che nessuno, forse neppure lui, aveva compreso. A riprova di quanto sia importante affrontare in modo sistemico e strutturale i problemi di un comparto complesso come quello del trasporto, sta il fatto che, grazie al lavoro svolto dalla Consulta, per diversi anni non si sono più registrare iniziative di protesta significative.

Si vuole ricordare questo aspetto per dimostrare come, al di là dei risultati economici e di prospettiva sulle normative, l’elemento più significativo dell’intesa recentemente raggiunta col Governo, sta proprio in quel “tavolo delle regole” che la viceministra, insieme alle principali rappresentanze della categoria, ha deciso di far ripartire. Le esperienze sindacali del passato devono aver aiutato la viceministra Bellanova a comprendere l’importanza della ripresa del confronto tra le istituzioni e le parti sociali. Questo è forse l’aspetto più qualificante della trattativa svolta ed è ciò che ha indotto le federazioni responsabili a decidere per la prosecuzione del confronto, evitando di giungere alla proclamazione di iniziative di protesta a livello nazionale, anche senza la sottoscrizione di un protocollo. Comprendo che questa scelta non sia stata condivisa dagli agitatori di professione e, anzi, venga da essi criticata. Non è una novità. Già nel 2012, in occasione delle manifestazioni dei “forconi” (che provocarono qualche ferito, episodi di violenza e purtroppo un decesso), alcuni pseudo leaders sempre alla ricerca del consenso personale, avevano provato ad innescare una dinamica simile. Tutte le loro iniziative fallirono miseramente e l’unico risultato che riuscirono a conseguire fu quello di ingannare gli operatori che avevano dato ascolto alle loro menzogne. Questa volta stavano per riprovarci, basta leggere i commenti rilasciati per una conferma, dove tali soggetti sostengono teorie astratte ed assurde per giustificare la propria inesistenza.  

Nei prossimi giorni potremo constatare, oltre ai primi non irrilevanti effetti delle misure adottate dalla viceministra, l’effettiva volontà da parte dei partecipanti al tavolo di cercare le soluzioni possibili alle criticità che ancora gravano sul nostro mondo. Personalmente sono convinto che, salvo interventi che provino ad ostacolare il lavoro intrapreso dalla rappresentante del Governo, la strada avviata sia quella giusta. Ma questo lo vedremo insieme alla categoria nel neoistituito “tavolo delle regole”.

Conftrasporto, insieme alle federazioni aderenti ad Unatras, che rappresentano la quasi totalità della categoria, si impegnerà per costruire soluzioni concrete e fattibili, senza venir meno al compito di rappresentanza di cui i nostri associati ci hanno investito. Tale compito, a differenza di quanto è stato riportato in un’intervista recentemente pubblicata dal quotidiano “La Verità”, viene da noi assolto a beneficio di tutte le realtà presenti nel mondo del trasporto, indipendentemente dalla dimensione del loro fatturato. Sostenere, come nell’intervista suddetta, che l’intesa raggiunta col Governo escluda le piccole aziende, significa sostenere il falso. Forse che Confartigianato, Cna e cooperative non rappresentano i piccoli operatori? Anche nelle federazioni della Conftrasporto sono presenti non pochi piccoli imprenditori. Il giornalista non ha certo colpe, essendo stato tratto in inganno dall’intervistato, ma chi ha fatto tali illazioni è direttamente responsabile di aver fornito un’interpretazione dei fatti non aderente alla realtà. Ognuno ha il proprio modo di rappresentare la categoria. Conftrasporto da tempo ritiene che lo si possa fare solo rimanendo fedeli alla verità.

I tragici eventi che si stanno verificando a livello geo-politico ci impongono un’ultima, doverosa considerazione. Come si sarebbe trovato l’intero mondo dell’autotrasporto qualora avesse seguito la strada di una protesta non gestita da realtà responsabili ma da soggetti estranei alla rappresentanza di interessi?

Proseguiamo quindi il confronto, partendo dai risultati reali che si sono conseguiti e tenendo sempre a mente il vero obiettivo che anima la nostra azione: costruire un sistema in grado di soddisfare le esigenze dei tanti imprenditori – siano essi piccoli, medi o grandi - dell’autotrasporto.

 

Paolo Uggè

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