Sangalli: "Impresa e lavoro motori della crescita". Bersani: "Commercio asset strategico per il Paese"

Sangalli: "Impresa e lavoro motori della crescita". Bersani: "Commercio asset strategico per il Paese"

Il Consiglio Generale di Confcommercio ha incontrato il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. Il presidente Sangalli: "Agenda per risanamento e crescita". "Ridurre la pressione fiscale". Bersani: "Serve la chiave giusta per la ripresa".

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17 ottobre 2012

Gli interventi di Sangalli e Bersani al Consiglio Generale di Confcommercio

Il Segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, è intervenuto al Consiglio Generale di Confcommercio. A fare gli onori di casa è stato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. "Con la partecipazione di Bersani - ha detto Sangalli - inauguriamo un ciclo di incontri con le forze politiche che sorreggono l'esperienza dell'Esecutivo guidato dal Presidente Monti. Per fare il punto su quanto, nell'ambito di questa esperienza, è stato fin qui fatto per la "salvezza" dell'Italia; su quanto potrà ancora essere utilmente fatto, pur nel tempo breve di una legislatura che volge ormai al termine; su quanto occorrerà continuare a fare nella legislatura che verrà". "Il prossimo Parlamento e il governo che gli elettori sceglieranno - ha osservato Sangalli - avranno tre compiti decisivi. Dovranno guidare l'economia fuori dalla crisi rimettendola salda sulle gambe. Dovranno ridare autorità, efficienza e prestigio alle istituzioni e alla politica, ripartendo dai principi della Costituzione. Dovranno rilanciare - in un gioco di squadra con le altre nazioni e i loro governi - l'unità e l'integrazione politica dell'Europa. Si tratta di compiti che chiamano in causa la responsabilità della politica e delle istituzioni, ma certamente anche delle forze sociali". Per noi era importante - ha detto Sangalli - far conoscere il nostro punto di vista: il punto di vista, cioè, di larga parte di un'Italia produttiva, cui la recessione non sta certamente facendo sconto alcuno, ma che non demorde, non si rassegna al declino del suo Paese e, ogni giorno, si impegna per costruire lavoro e benessere". "Questa Italia sa benissimo che occorreva reagire tempestivamente ad uno scenario da deriva greca. Lo si è fatto. Ma al prezzo salatissimo di un'impennata della pressione fiscale complessiva e, tra l'altro, anche di una severa riforma del sistema pensionistico. Sangalli ha sottolineato poi che "sul versante della crescita, occorre decisamente più determinazione ed ambizione". Secondo il presidente di Confcommercio, occorre "una compiuta agenda italiana per il risanamento, la ricostruzione e la crescita, che delinei, in particolare, una prospettiva realistica di riduzione netta della pressione fiscale complessiva. Dunque, anzitutto per questo non ci ha convinto lo scambio tra più Iva e meno Irpef, proposto con il recentissimo varo del disegno di Legge di Stabilità". "Calcoli alla mano, infatti - ha sottolineato Sangalli - non si tratta, a regime, neppure di uno scambio compensativo: da un lato, la riduzione Irpef di un punto sui primi due scaglioni di reddito; dall'altro, meno detrazioni e deduzioni Irpef, ma, soprattutto, più Iva. Anche dal punto di vista dell'equità, la soluzione, a nostro avviso, non tiene. Perché gli aumenti Iva incidono di più sui redditi più bassi, sicché, anche per la spinta inflazionistica innescata dalle maggiori aliquote Iva, il potere d'acquisto di questi redditi risulterà eroso. Ovviamente, poi, gli aumenti Iva incideranno - integralmente e senza alcuna compensazione - sull'amplissima platea dei soggetti fiscalmente incapienti. In particolare, l'inasprimento dell'aliquota Iva ridotta - dal 10% all'11% - colpirà molti prodotti alimentari e due veri e propri volani del possibile ritorno alla crescita del nostro Paese: il settore del turismo ed il settore delle ristrutturazioni edilizie, entrambi già duramente provati dalla prolungata recessione. In breve, non ci sembra che siano scelte utili: né alla crescita, né all'equità. Chiediamo, allora, che queste scelte siano riviste: che sia, cioè, confermato l'impegno originario del Governo all'integrale archiviazione degli aumenti Iva, programmati a decorrere dal luglio del 2013". "Quanto all'Irpef - ha detto Sangalli - chiediamo poi che si ricorra, il prima possibile, all'attivazione del fondo "taglia-tasse", alimentato dai proventi del recupero di evasione. Altrimenti, a fare la spesa di queste scelte, sarà la domanda interna nel suo complesso: la domanda per investimenti ed i consumi delle famiglie". "Questa mia rassegna di quanto serve, di quanto occorre conferma, in definitiva - ha poi proseguito il presidente - che impresa e lavoro sono i motori della crescita. E che è, dunque, giusto chiedere loro - come il Governo sta facendo - di rafforzare lo sforzo cooperativo per il miglioramento della produttività. L'impegno unitario delle imprese c'è, e confido nella possibilità di una soluzione a tutto vantaggio degli interessi generali dell'Italia". "Ma sia chiaro - ha proseguito Sangalli - che la produttività del lavoro dipende anche - e molto - dalla produttività complessiva del Paese. E, dunque, dall'avanzamento dell'intero cantiere delle riforme. Oggi poi, la qualità delle scelte politiche la si misura anzitutto sul versante della risposta ad un drammatico deficit di legalità. Perché qui siamo davvero in condizioni da allarme rosso". Sangalli ha quindi concluso il suo intervento parlando di federalismo: "Occorre rivisitare l'impianto del Titolo V della Costituzione. Perché il federalismo serve. Ma serve il federalismo della responsabilità e della cooperazione. Della responsabilità delle scelte di spesa e di tassazione. Della cooperazione delle competenze e della cooperazione tra funzione pubblica ed iniziativa privata".

Bersani: "Commercio tema centrale per la vita del Paese"

Nel suo intervento, il segretario del Partito Democratico, Luigi Bersani, ha sottolineato l'importanza del commercio nella vita economica del Paese. "Non ho mai snobbato il commercio - ha detto Bersani - stiamo parlando di un asset centrale per la vita economica del Paese. Un fattore di crescita economica e di coesione sociale e territoriale. Credo nell'intima connessione tra commercio, distribuzione, servizi e la vita dei grandi ceti popolari". Parlando della situazione economica del Paese, Bersani ha sottolineato che è necessario trovare "la chiave giusta per far girare la ruota della riprese". "Dalla crisi stiamo uscendo o ci stiamo entrando?. Se mettiamo l'orecchio a terra, mentre si interroga la sfera di cristallo e si favoleggia su uno zero virgola di crescita in futuro, la percezione delle famiglie è che ci si stia entrando", ha sottolineato il segretario del Pd. "Gli effetti della recessione arrivano a cascata. La vita normale della gente percepisce che siamo entrati in una situazione molto difficile", ha insistito. "In questo senso - ha aggiunto - commercio e distribuzione sono un osservatorio privilegiato per trovare una soluzione alla crisi". Secondo Bersani, "la crisi finanziaria che colpisce l'Europa non si supera solo tenendo gli spread sotto controllo, bisogna far ripartire l'economia. "Siamo in una situazione molto difficile, la chiave della questione sta in questo avvitamento tra meccanismo di finanza pubblica e recessione. Tutti i paesi d'Europa viaggiano su una sola freccia,
che è quella dell'arretramento, Germania compresa. Questa cosa non funziona. La nostra idea è che sostanzialmente la cosa andrebbe affrontata così: benissimo gli spread ma qui se non riparte l'economia e non si dà un po' di lavoro in giro non si va da nessuna parte". Il segretario ha poi parlato della questione Iva: "Non accetto che in tutto questo giro di Iva, Irpef e detrazioni ai ceti popolari si metta un euro in una tasca e si tolgano due dall'altra". "Visto che non ci si è parlati
prima è bene che ci si parli dopo" ha aggiunto Bersani in riferimento alla possibilita' di modificare la Legge di Stabilita'. "Bisogna fare una riduzione vera. Do la mia disponibilità - ha detto - a considerare come possiamo fare una cosa che aiuti e non deprima la domanda interna".
Bersani ha poi parlato della legge elettorale: "sarebbe un'illusione catastrofica pensare di fare una legge elettorale per creare le condizioni per un Monti-bis attraverso una situazione di frammentazione politica e parlamentare". Bersani ha premesso che su Monti ''piu' di tutti lo abbiamo voluto noi'' e ''lo sosteniamo'' anche se ''vediamo una distanza anche di linguaggio con questo governo'' oltre che sensibilità". Bersani ha ribadito che ''il profilo di rigore e di credibilità del governo Monti va difeso di fronte al mondo'', ma per un Monti bis, ha avvertito, non si può andare con una legge elettorale che produca un ''parlamento frantumato, un parlamento senza maggioranza''. ''Se si pensa di arrivare in questo modo al Monti-bis invece - ha ammonito Bersani -arriva Grillo''. Bersani ha quindi indicato la strada della ''responsabilita'''. ''Si puo' arrivare - ha spiegato - a una corresponsabilita' di chi ha buon senso in testa'' e quindi esprimere una maggioranza politca che prosegua nel rigore, nella credibilita' e soprattutto cercando la ripresa del Paese". "Quando ci saranno le elezioni - ha proseguito Bersani -quella sera si deve sapere chi governerà, altrimenti arriverà lo tsunami''. Ribadendo che con la legge elettorale ''in parlamento siamo a un passaggio decisivo'', Bersani ha ribadito la posizione dei democratici favorevoli a un ''ragionevole premialità', l'adozione di collegi uninominali (''con le preferenze io vado a nozze ma penso all'Italia''), una parita' di genere e soprattutto ''no a gruppi parlamentari che come con Scilipoti nascono dalla sera alla mattina''. Facendo riferimento a quello che ha definito il ''sistema Paese'', Bersani si e' augurato che ''il prossimo confronto politico sia tra un centrodestra e un centrosinistra europei altrimenti sara' tra il populismo e il resto del mondo. Per parte mia, per il Pd, sto cercando qualche gesto per accorciare la distanza che c'e' tra la politica e i cittadini''. Il segretario del Pd ha infine risposto ad alcune domande rivoltegli da alcuni membri del Consiglio generale di Confcommercio. In particolare, Bersani ha manifestato la disponibilità del suo partito ad appoggiare la richiesta di proroga dell'entrata in vigore dell'articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012, che tra le altre cose impone il pagamento delle derrate alimentari entro 30 giorni ad aziende ("mette troppa pressione sugli anelli finali della distribuzione") e a farsi promotore della riunione di un tavolo con le banche per esaminare ciò che si può fare per aiutare chi si trova sostenere dei costi per assicurare la tracciabilità dei pagamenti e la fedeltà fiscale.


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