Sangalli: "in Italia e in Europa servono fatti oggi, domani sarebbe troppo tardi"

Sangalli: "in Italia e in Europa servono fatti oggi, domani sarebbe troppo tardi"

A Roma Assemblea 2012 di Confcommercio: dal presidente nuovo no all'aumento Iva ("Caporetto di famiglie, imprese e lavoro") e appello a rimettere in moto la domanda interna, senza la quale "l'Italia produttiva non riparte e i conti non tornano".

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20 giugno 2012

"In Italia e in Europa servono fatti, e servono oggi perché domani sarebbe troppo tardi". Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha aperto la sua relazione all'Assemblea 2012 di Confcommercio-Imprese per l'Italia, svoltasi a Roma presso l'Auditorium Conciliazione. Fatti, dunque. A partire dagli eurobond, dai project bond e dalla "esclusione degli investimenti infrastrutturali dal computo del deficit rilevante ai fini del rispetto degli obiettivi del fiscal compact". Dall'unione fiscale, dall'unione bancaria e da "un'applicazione ben temperata di Basilea 3 attraverso l'adozione di correttivi utili a contrastare un' ulteriore stretta creditizia, in particolare a danno delle piccole e medie imprese". E fatti per "riattivare il flusso del credito alle imprese: va pigiato con forza il pedale della collaborazione tra banche e imprese secondo quella relazione di prossimità territoriale che è tanta parte della storia italiana del sostegno creditizio all'economia reale". Ma intanto sulla congiuntura e sulle prospettive di medio termine, ha detto Sangalli, "pesa come un macigno l'impatto delle manovre correttive degli andamenti della finanza pubblica", tanto che oggi "l'Italia è decisamente più povera" e "si fa ancora più profondo il divario tra Nord e Sud, fioccano chiusure di imprese e fallimenti, cresce soltanto la disoccupazione". Come se ne esce? Per il presidente di Confcommercio occorre
"rimettere in moto la domanda interna. altrimenti l'Italia produttiva non riparte e i conti non tornano". Passando a parlare di fisco, Sangalli ha quindi sottolineato che un livello di pressione fiscale attorno al 55%, per chi le tasse le paga, "zavorra drasticamente investimenti e consumi" ed è dunque necessario un taglio delle imposte ("diteci quando si inizierà a ridurre le tasse. Lo chiediamo a chiare lettere ed attendiamo una risposta urgente ed altrettanto chiara") perché "rischiamo davvero lo schianto dell'Italia produttiva". Accanto al taglio delle tasse, bisogna "procedere con determinazione sul terreno della spending review recidendo inefficienze, improduttività e sprechi" e soprattutto "bloccare l'aumento programmato delle aliquote Iva perché rischia, tra il 2011 ed il 2014, di tradursi in minori consumi reali per circa 38 miliardi di euro. Sarebbe la "Caporetto delle famiglie, delle imprese, del lavoro". Inoltre, è necessario che lo Stato onori i suoi debiti nei confronti delle imprese: "l'asfissia delle imprese per mancanza di liquidità è, troppo spesso, causata anche da uno Stato che non onora i suoi impegni e che rende salatissimo il conto delle tasse da pagare. E questo - ha sottolineato con forza il presidente di Confcommercio - è francamente e assolutamente inaccettabile". Sangalli ha quindi proposto di "rilanciare con forza il capitolo delle privatizzazioni e delle cessioni di quote importanti del patrimonio immobiliare pubblico" e sottolineato la necessità di "sconfiggere evasione ed elusione" ("chi opera scorrettamente - non battendo lo scontrino, non rilasciando fattura, non applicando il contratto di lavoro, operando abusivamente o vendendo merce contraffatta - lo fa anzitutto a danno dei tantissimi che, ogni giorno, il proprio dovere lo fanno"). Con altrettanta nettezza, Confcommercio respinge "la suggestione strisciante dei commercianti, dei lavoratori autonomi, dei piccoli imprenditori tutti evasori e soltanto loro evasori". Anzi, oggi più che mai "abbiamo bisogno di un patto tra tutti i contribuenti in regola, quale che sia il loro ambito di attività, e tra questi contribuenti, le istituzioni, l'amministrazione finanziaria" e chiediamo, con urgenza, quel fisco "sempre più efficace e sempre meno intrusivo di cui ha detto lo stesso presidente Monti". Detto della necessità di perseguire liberalizzazioni e semplificazioni, Sangalli ha quindi evidenziato che la totale deregolamentazione degli orari e delle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali "è una scelta sbagliata" che "non si tradurrà in significativa crescita dei consumi ed indebolirà il modello italiano di pluralismo distributivo e la concorrenzialità delle sue formule di servizio" chiedendo che si riaffronti la questione. Quanto poi al capitolo degli aiuti alle imprese, la tesi di Confcommercio è che vadano privilegiate cinque "I": "la "i" dell'istruzione e dell'innovazione, ricerca e sviluppo; la "i" dell'intelligenza di un modello di crescita che faccia leva sul patrimonio ambientale e culturale del nostro Paese; la "i" dell'internazionalizzazione sorretta dalla qualità di un "made in Italy" che va giustamente tutelato e dalla cooperazione vincente tra sistema manifatturiero e sistema dei servizi; la "i" dell'integrazione e della crescita attraverso i contratti di rete ed i distretti del commercio e del turismo; la "i" degli investimenti infrastrutturali, a partire dal sistema dei trasporti e della logistica". Sangalli ha quindi sottolineato nella sua relazione l'utilità di ripartire dalle città ("il solo mercato della riqualificazione urbana vale, già oggi, 133 miliardi di euro"), oltre che dalla cultura e dal turismo ("ma al turismo italiano certo non giovano né la prospettiva dell'incremento delle aliquote Iva, né quella dell'universalizzazione di una non finalizzata tassa di soggiorno, né l'impatto dell'Imu, né l'abolizione dei buoni vacanze, né l'annoso trascinamento della questione delle concessioni e dei canoni demaniali". Altra priorità per il nostro Paese è il rilancio degli investimenti infrastrutturali perché "fare le infrastrutture può fare la differenza tra il declino ed il ritorno alla crescita", così come è fondamentale pensare al Sud ("la produttività, la crescita e l'occupazione aggiuntive di cui l'Italia nel suo complesso ha assoluta necessità, trovano proprio nel Mezzogiorno le più ampie possibilità di miglioramento"). Per quanto riguarda la riforma del mercato del lavoro, Sangalli ha sottolineato che "nonostante i miglioramenti, restano tratti fortemente critici come l'aggravio burocratico nella gestione dei rapporti di lavoro e le ambiguità interpretative degli interventi in materia di flessibilità in uscita" e resta "l'urgenza di scelte di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, a partire dall'Irap". Per Sangalli, infine, per la ripartenza dell'Italia "serve la qualità di una buona politica" preservando "quel tanto di spirito costituente che, nella storia della Repubblica, ha sempre consentito di affrontare le emergenze e di ricostruire". E alla politica Confcommercio chiede una scelta di campo, ovvero quella di "affrontare la sfida della crescita e del futuro dell'Europa e dell'Italia dalla parte delle ragioni dell'economia reale, delle ragioni delle imprese e del lavoro. Il tempo stringe, la risposta è urgente".

 

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