Sangalli: "Nel 2013 chiuderanno duecentocinquantamila imprese"

Sangalli: "Nel 2013 chiuderanno duecentocinquantamila imprese"

Il presidente di Confcommercio ha sottolineato che il "2013 sarà un anno molto duro. Le imprese con i consumi in caduta libera, un credito latitante, una burocrazia asfissiante e una pressione fiscale a livello record, sono al collasso". "La fiducia delle famiglie che prima teneva oggi è ai minimi storici".

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18 aprile 2013

 

 

Commentando i dati dell'Osservatorio Censis-Confcommercio su consumi e clima di fiducia di famiglie e imprese, il presidente Sangalli ha sottolineato che il "2013 sarà un anno molto duro. Le imprese con i consumi in caduta libera, un credito latitante, una burocrazia asfissiante e una pressione fiscale  a livello record, sono al collasso".  "La fiducia delle famiglie che prima teneva – ha aggiunto Sangalli - oggi è ai minimi storici. Purtroppo aumenta la disoccupazione e l'area dell'assoluta povertà. Tutto questo ci fa ribadire con forza l'assoluta necessità e urgenza di un governo che affronti le emergenze del Paese: bisogna cestinare l'ipotesi dell'aumento dell'Iva previsto per luglio e serve un'immediata e progressiva riduzione delle tasse su imprese e famiglie".  Parlando poi del decreto sui debiti della Pa, il presidente di Confcommercio ha sottolineato che "la nostra critica al decreto sui debiti PA è che ci troviamo di fronte ad un percorso ad ostacoli che bisogna semplificare. I debiti vanno pagati rapidamente e in caso di ritardo far scattare immediatamente la compensazione tra debiti e crediti".  Infine, Sangalli ha dedicato una battuta al Manifesto di Rete Imprese Italia, "Adesso tocca a voi":  "il nostro Manifesto vuole sottolineare che questa crisi sta cancellando la parte più vitale del nostro sistema produttivo: nel 2013 chiuderanno 250.000 imprese del commercio, del terziario e dell'artigianato e senza impresa non c'è ripresa".  "Serve un governo subito – ha osservato Sangalli - che consenta al mondo che rappresentiamo, che vale il 58% del Pil e il 62% dell'occupazione, di ritornare ad essere protagonisti dell'economia. Con un avvertimento ai naviganti: le imprese hanno già dato tutto quello che dovevano e potevano dare. Abbiamo preso la pazienza non fateci perdere la speranza". 

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