SANGALLI: "PER RILANCIARE CRESCITA E SVILUPPO SERVE UN SUPPLEMENTO DI RESPONSABILITÀ"

SANGALLI: "PER RILANCIARE CRESCITA E SVILUPPO SERVE UN SUPPLEMENTO DI RESPONSABILITÀ"

D:3-5-2006 P:333 T:IL NORD SI CONFERMA LA "LOCOMOTIVA" DEL PAESE"

DateFormat

3 maggio 2006
Sangalli: "per rilanciare crescita e sviluppo serve un supplemento di responsabilità"

Sangalli: "per rilanciare crescita e sviluppo serve un supplemento di responsabilità"

 

"Se si vuole rilanciare la crescita e lo sviluppo, bisognerà pur mettere in campo da parte di tutti – da parte della politica, come da parte delle forze sociali – un supplemento di responsabilità. I ‘perché' del Nord, dunque (anche se non solo del Nord)". E' uno dei passi più significativi dell'intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha introdotto la tavola rotonda "La questione settentrionale dopo il voto. Fisco e infrastrutture, impresa diffusa e lavoro autonomo come temi di un'agenda di legislatura", svoltasi presso la sede nazionale di Confcommercio.

Analizzando i risultati del voto nel Nord del Paese, Sangalli ha sottolineato di non credere che "la scelta elettorale abbia avuto tutte le caratteristiche tipiche della scelta di un blocco sociale". Piuttosto, questa scelta "ha espresso, in maniera sufficientemente omogenea, le urgenze e le richieste che sono poste alla politica da un ceto diffuso, medio e medio alto. Un ceto che ricomprende piccoli e medi imprenditori: quelli che investono, rischiano e fanno fatica in aziende che rappresentano, all'incirca, il 95 per cento della struttura produttiva ed economica del Paese. Ma è un ceto che ricomprende anche i lavoratori autonomi della galassia amplissima di vecchi e nuovi mestieri e professioni: il 25 per cento del totale degli occupati nel nostro Paese. E' un ceto, ancora, che ricomprende largamente lavoratori dipendenti specializzati e professionali".

La richiesta del "nuovo ceto medio" del Nord, secondo il presidente di Confcommercio, è "ampia e articolata", e "chiama in causa la necessità di politiche pubbliche impegnative, rinnovate, qualificate. Perché c'è la necessità di un'Italia più moderna e competitiva.

E', insomma, la tesi di chi, ogni giorno, si misura con i problemi della crescita lenta e della competitività difficile. E pensa, dunque, che il rapporto tra deficit e Pil va migliorato e lo stock di debito pubblico va ridotto. Ma pensa anche che per raggiungere questi obiettivi, per rendere meno impervio il percorso del miglioramento dello stato di salute della finanza pubblica, è soprattutto la crescita che va rilanciata. Liberalizzando e privatizzando ed anche cercando di vendere un po' di patrimonio pubblico. Ma, soprattutto, escludendo interventi di aggravamento della pressione fiscale complessiva a carico delle imprese e dei cittadini, ad esempio ritoccando all'insù le aliquote Iva. E confermando, invece, la necessità di un sistema Paese fiscalmente più competitivo".

Ma non solo. Si chiede anche "il contrasto ed il recupero dell'evasione e dell'elusione fiscale e contributiva, per la riduzione della spesa intermedia delle pubbliche amministrazioni, per la riqualificazione della spesa sociale, attraverso un welfare fondato sul lavoro e sull'intervento attivo e sussidiario dei privati e delle famiglie".

Sangalli ha quindi evidenziato la necessità impellente della riduzione del prelievo fiscale per "reperire risorse aggiuntive per le politiche attive per la crescita e per lo sviluppo", soprattutto "in un'Italia in cui stiamo tutti facendo i conti con una complessa transizione al federalismo, in cui all'architettura del federalismo istituzionale non si accompagna, ancora, la definizione chiara dei contenuti di un federalismo fiscale responsabile e solidale". A quest'ultimo proposito, "c'è la necessità di un supplemento di responsabilità da parte di tutti, se si vuole costruire un federalismo in cui i diversi livelli istituzionali collaborino tra loro e con l'iniziativa privata ed organizzata dei cittadini e delle imprese. In cui, cioè, come si dice, ci sia collaborazione tra sussidiarietà verticale e sussidiarietà orizzontale. C'è la necessità di una politica alta che si confronti con il Paese e sugli interessi generali del Paese. Con quello spirito bipartisan, che contraddistingue un bipolarismo maturo e capace di costruire larghe intese". Perché "un sistema-Paese più coeso e responsabile è la condizione prima per giocarci e vincere la partita della sfida della competitività".

Allo stesso tempo, per garantire una crescita più veloce sarebbe davvero ora di mettere in campo una politica economica in grado di garantire alcune cose fondamentali: "energia meno cara e più infrastrutture; innovazione diffusa per l'impresa diffusa, e – in particolare – per il sistema dei servizi; un mercato del lavoro flessibile, ma non precario; una riduzione graduale e realistica del cuneo fiscale e contributivo e il riallineamento competitivo delle aliquote Iva per il turismo, oltre che la detraibilità dell'Iva per il turismo congressuale. Ma, anzitutto, in termini di governance, un saldo presidio politico di tutti i temi fondamentali dell'agenda dell'economia reale del Paese, cioè dei problemi concreti del fare impresa e del competere".

Sangalli ha concluso il suo intervento sottolineando come "tutti i termini della cosiddetta questione settentrionale ci offrano la possibilità di rilanciare i temi di un confronto serio e condiviso su un pacchetto di scelte qualificanti per questa legislatura. Scelte che valgono non solo per il Nord, ma anche – e soprattutto – per l'intero Paese. Scelte che definiscono quella governabilità di merito, di progetto, che è, in definitiva, ciò che più preme a chi, come noi, cerca di rappresentare le esigenze, le ragioni di quel terziario di mercato – del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti – che, a buon diritto, ritiene di essere una risorsa – ancora largamente inesplorata – per il domani dell'Italia.

Di tutta l'Italia. Di un'Italia più moderna e competitiva".

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca