TERZIARIO MOTORE DELL'ECONOMIA

TERZIARIO MOTORE DELL'ECONOMIA

Tra il 2007 e il 2009 la crescita economica sarà spinta soprattutto dal terziario (80-90 per cento). E' il dato più eclatante dell'indagine previsionale "Terziario Futuro 2007-2009" del Centro Formazione Management del Terziario presentata a Milano.

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14 marzo 2007
Lo rivela l’indagine previsionale del CFMT che sarà presentata giovedì 15 marzo a Milano con Boeri, De Masi, Fitoussi, Rullani

Terziario motore dell’economia

 

Tra il 2007 e il 2009 la crescita economica (2% all’anno) sarà spinta soprattutto dal terziario (80-90%). E’ il risultato più eclatante che emerge dallo scenario previsionale Terziario Futuro 2007-2009, elaborato dal Centro Formazione Management del Terziario e presentato a Milano. Diminuirà il prezzo dei servizi per la maggiore concorrenza innescata dalle liberalizzazioni e per un aumento dell’utilizzo delle moderne tecnologie. Aumenteranno dimensione e capacità delle imprese di interagire in rete. Salirà con decisione la fiducia dei consumatori. Muteranno composizione e modelli di consumo con attenzione a accesso, personalizzazione e qualità del servizio, ma anche al prezzo. Migliorerà l’efficienza e l’efficacia del sistema bancario e di conseguenza le possibilità di accesso al credito per le imprese. Entreranno nella competizione globale anche le medie imprese favorite dalla caduta dei costi di interazione. Sarà positivo l’effetto della crescita delle economie asiatiche sul terziario che in quei paesi esternalizzarà servizi migliorando l’efficienza. Saranno favoriti gli individui che hanno competenze professionali per gestire conoscenza e rischio, per condurre vasti programmi di change management, per gestire sistemi complessi e reti (intese come grandi infrastrutture o reti di persone). Saranno indispensabili competenze tecnologiche e linguistiche e premianti la conoscenza dei contesti sociali diversi dei vari paesi e del funzionamento dei prodotti e mercati finanziari. L’indagine ha poi evidenziato alcune criticità come il divario tra Nord e Sud. Continuerà la concorrenza dei “nuovi paesi europei� forti di costi di produzione più bassi sia nell’industria che nel terziario. Rimarrà il gap di crescita di produttività nei servizi tra USA ed Europa. Soccomberanno i distretti manifatturieri che non sapranno muoversi verso il terziario curando la commercializzazione piuttosto che la produzione dei prodotti. Declineranno le realtà locali che non hanno liberalizzato favorendo crescita e produttività. Esploderanno in alcune zone i problemi dell’integrazione sociale e culturale degli immigrati. Peggiorerà la qualità dell’ambiente con l’aggravarsi in alcune città di traffico, trasporti urbani e parcheggi. Permarrà più bassa della media europea la propensione all’uso delle tecnologie e all’utilizzo dell’e-commerce. Rimarrà scarsa l’abitudine del sistema bancario a finanziare aziende con asset “invisibili�. Aumenteranno i rischi di asimmetria informativa e dipendenza tecnologica a vantaggio del fornitore dovuti all’utilizzo dell’outsourcing.

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