Unione Alto Adige soddisfatta per i risultati dell'indagine Astat

Unione Alto Adige soddisfatta per i risultati dell'indagine Astat

Il 73 per cento dei nuclei familiari altoatesini fa i propri acquisti esclusivamente in provincia. "Una conferma che la nostra è un'offerta commerciale sicuramente concorrenziale".

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3 aprile 2012

L'istituto provinciale di statistica Astat ha recentemente pubblicato i risultati di un sondaggio sulle abitudini di acquisto delle famiglie altoatesine. L'Unione commercio turismo servizi Alto Adige esprime una generale soddisfazione sui risultati. "La grande maggioranza dei nuclei familiari altoatesini, quasi il 73 per cento - commentano il presidente dell'Unione Walter Amort e il direttore Dieter Steger - compie i propri acquisti esclusivamente in provincia". Questo trend e le abitudini di acquisto confermano senz'ombra di dubbio che l'Alto Adige presenta un'offerta commerciale sicuramente concorrenziale. Se si analizza lo sviluppo degli ultimi cinque anni, emerge che gli acquisti fatti localmente hanno sempre più importanza per le famiglie altoatesine. Se questo dato, nel 2007, era ancora al 65,7 per cento, nel 2011 era già aumentato al 72,9 per cento. "Il consumatore - sottolinea Dieter Steger - sceglie consapevolmente di acquistare in Alto Adige. Tiene conto dei vantaggi del commercio locale, quali la vicinanza o la consulenza individuale e riconosce la connessione tra l'acquisto in loco, la permanenza del valore aggiunto in provincia e, di conseguenza, anche il mantenimento di posti di lavoro". Secondo il sondaggio Astat solo l'8 per cento del campione effettua regolarmente i propri acquisti al di fuori dei confini provinciali. "Questo dato - spiega il presidente dell'Unione Amort - è comprensibile: l'Alto Adige è terra di confine e, pertanto, sottoposto alla concorrenza delle regioni limitrofe. Sarei curioso di conoscere i dati relativi a un'altra regione di confine capace di vantare valori simili. Questa situazione di concorrenza, inoltre è vera anche nell'altra direzione: l'Alto Adige ha infatti un importante flusso di acquisto proveniente dall'esterno, cosa che il sondaggio Astat non ha rilevato". "L'attrattivo commercio altoatesino - prosegue Steger - è infatti capace di attirare un notevole potere d'acquisto: grazie al turismo, nella nostra provincia fluisce una capacità di spesa doppia rispetto a quella che ne esce. Questa attrattività dipende soprattutto dalle molte piccole imprese familiari". Sono moltissimi, ogni anno, gli ospiti che arrivano in Alto Adige attirati anche dalla vivacità di paesi e città ricche di un commercio storicamente cresciuto nei centri storici. Per dare un'idea credibile e rappresentativa delle correnti di consumo bisogna assolutamente tenere conto anche di questo fatto. A questo proposito l'Unione avverte anche del rischio connesso ad una liberalizzazione cieca come quella prevista dal governo Monti. Questa è la strada sbagliata per risvegliare l'economia e creare nuova crescita. "Al contrario: se assisteremo a una liberalizzazione senza limitazioni, equità e solidarietà verso i più deboli - afferma Steger - a sopravvivere saranno solo i grandi e i forti. Ciò significa, nel commercio, che le piccole aziende familiari non avranno più chance". In merito alla nuova legge sul commercio, Steger conferma che la liberalizzazione nei centri storici segue la giusta direzione di valorizzare la vitalità degli abitati. Al nuovo ordinamento, tuttavia, sono assolutamente necessarie alcune correzioni. "Ciò che sicuramente non va bene - chiarisce il direttore dell'Unione - è la mancanza di un procedimento di autorizzazione per i grandi insediamenti commerciali nelle zone residenziali al di fuori dei centri abitatinonché nelle zone produttive. Inoltre non dovrebbero essere permessi nuovi insediamenti commerciali in quelle zone nelle quali vengono superati con regolarità i limiti di agenti inquinanti nell'aria - in particolare di biossido d'azoto". Non da ultimo l'Unione è insoddisfatta delle disposizioni transitorie, poco chiare e potenzialmente causa di illegittimità. "Se l'Alto Adige vuole mantenere la propria attrattività e unicità - concludono i vertici dell'Unione - allora la provincia deve distinguersi dalle regioni limitrofe e non limitarsi a offrire le stesse strutture che i potenziali ospiti potrebbero trovare già fuori da casa propria". È compito di Provincia, Comuni e operatori economici di incrementare l'attrattività di paesi e città. Per fare ciò servono misure quali la realizzazione di un sufficiente numero di parcheggi per i clienti, una maggiore varietà nell'offerta merceologica o un marketing urbano più professionale; il tutto allo scopo di andare incontro con sempre più efficacia ai bisogni della clientela.

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