Unrae: "per l'auto è scacco matto"

Unrae: "per l'auto è scacco matto"

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2 aprile 2012

"L'effetto della crisi congiunturale, l'aumento continuo del prezzo dei carburanti, la forte crescita delle assicurazioni Rc Auto, l'assenza di credito alle imprese, unito alle mancate consegne per lo sciopero delle bisarche è stato un mix letale che ha inciso pesantemente sul mercato dell'auto": E' il commento di Jacques Bousquet, presidente dell'Unrae, l'Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia. "Così - ha aggiunto - il periodo più importante dell'anno in termini di stagionalità favorevole (con un peso del 30% sul totale dell'anno) se ne è andato, lasciandoci con la conferma di una tendenza (non una previsione) da 1.370.000 vetture a fine 2012 e già con 107.852 vendite in meno rispetto all'anno scorso. Sarà molto difficile riuscire a recuperare nei prossimi mesi senza interventi strutturali di sostegno all'auto". "I consumatori - ha detto poi Bousquet - hanno davanti ostacoli insormontabili: le famiglie italiane dovranno superare l'impatto dell'addizionale Irpef di fine marzo, l'aumento Ici/ Imu a giugno, l'aumento dell'Iva a settembre. Inoltre, restano ancora non risolti i temi della fiscalità delle auto aziendali, della stretta creditizia su concessionarie e imprese, nonché l'inefficacia del superbollo nel generare risorse per lo Stato, tributo che anzi ha innescato una spirale perversa sulle auto a maggior gettito di Iva". "Con un mercato che crolla del 21% - ha concluso il presidente Unrae - anche l'auto pagherà un tributo in termini di posti di lavoro, perché verrà a mancare in molte concessionarie la massa critica di sostentamento per vendita e assistenza". Unrae conferma la stima che saranno circa 350 quest'anno i concessionari che chiuderanno, con una perdita complessiva di circa 10.000 addetti. Tornando ai risultati di mercato, l'analisi delle vendite per canale mostra che il peso delle famiglie scende nei primi 3 mesi al 64,6% del totale, perdendo 4 punti di quota rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un volume di immatricolazioni (264.406 unità; -25,6%) che proietta un mercato "famiglie" tale da riportarci indietro al 1965. Il mix di vendita per canali si è così spostato verso le vendite ad uso noleggio, per le esigenze di rinnovo stagionale del parco (17,8% di quota nel 1° trimestre) e verso le società, che hanno evidenziato una quota del 17,6% in gennaio-marzo. Sul fronte delle alimentazioni resta sostanzialmente stabile il peso del diesel, mentre il calo della benzina (-4 punti percentuali) si riversa su GPL (+2,3%) e metano (+1,3%). Da un primo scambio di informazioni tra Unrae e Anfia, la raccolta ordini in marzo si è attestata a circa 154.000 contratti, in flessione di oltre il 17% rispetto ad un anno fa. Pertanto, la conseguente crescita del portafoglio è ragionevolmente da imputare alle mancate consegne legate allo sciopero delle bisarche. In linea, infine, anche la flessione del primo trimestre, con circa 430.000 contratti. In conclusione, sotolinea l'Unrae, visti i numeri in proiezione, lo Stato si sta preparando a perdere circa 2,3 miliardi di euro di minor gettito Iva, 1 miliardo di euro dall'evasione della tassa di possesso, 105 milioni di euro di mancato introito da un inutile superbollo e deve tenersi pronto ad affrontare un problema occupazionale aggiuntivo determinato dalla chiusura di diverse centinaia di concessionarie e di officine di assistenza post vendita. Per l'auto, è scacco matto.

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