Valutazioni e proposte di Comuni e Province

Valutazioni e proposte di Comuni e Province

DateFormat

28 settembre 2004

 CONFERENZA UNIFICATA

23 settembre 2004

 

Punto 1) all’ordine del giorno

 

 

 DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE RECANTE MODIFICAZIONE DI ARTICOLI DELLA PARTE II DELLA COSTITUZIONE (A.C. N. 4862-A)

 

 

CONSIDERAZIONI GENERALI

 

L’ANCI, l’UPI e l’UNCEM intendono ribadire il proprio disappunto in ordine al metodo e al percorso di elaborazione ed approvazione del disegno di riforma costituzionale sin qui compiuto, caratterizzato da un coinvolgimento delle Autonomie locali assai circoscritto. Durante l’esame del provvedimento al Senato, l’attenzione per le proposte dell’Autonomie territoriali si è risolta nella consueta audizione in Commissione e non vi è stato un momento di confronto alto e trasparente, come l’elevatissima rilevanza della materia trattata avrebbe richiesto. Alla Camera il confronto si è esaurito sempre nell’audizione formale, svoltasi dopo espressa sollecitazione da parte delle Associazioni.

Nelle ultime settimane , nella fase finale dell’iter legislativo presso la Camera dei Deputati, le Associazioni  vogliono riconoscere al Ministro Calderoli di aver avviato un confronto serio e costruttivo.

In ordine ai contenuti, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM  sottolineano l’esigenza di completare e, se necessario, correggere  l’assetto istituzionale, come delineato dalla legge costituzionale n.3/2001, continuando comunque un percorso di  riforma dell’assetto istituzionale, ispirato all’intento di valorizzare l’autonomia e la responsabilità dei livelli di governo territoriale.

L’ANCI, l’UPI e l’UNCEM sostengono che l’armonizzazione e l’allineamento tra le diverse parti che compongono la nostra Carta costituzionale (ed in particolare il Titolo V riformato in senso autonomistico con il Titolo I oggi in corso di riforma)  è la finalità che va perseguita, nel massimo e nel reciproco rispetto di ruoli e funzioni, al fine di garantire la coerenza, l’armonia  e l’equilibrio nei meccanismi di relazione tra le articolazioni territoriali che compongono l’ordinamento repubblicano.

Sulla base di queste considerazioni di ordine generale, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM hanno manifestato  nei passaggi politici compiuti, una valutazione negativa sul modello di Senato federale, partendo dall’assunto che un vero Senato federale  va inteso come sede di rappresentanza degli interessi territoriali e presuppone che i diversi livelli territoriali costitutivi della Repubblica siano immediatamente in esso rappresentati.

Le Autonomie territoriali intendono esprimere  con forza l’esigenza di avere una sede in cui tutte le articolazioni territoriali che compongono la Repubblica possano dialogare e codecidere, intervenendo nei provvedimenti di interesse regionale e locale, anche per prevenire ed anticipare  le situazioni di conflitto e di scontro.

La previsione, contenuta negli emendamenti presentati al testo dalla maggioranza di governo, di un’integrazione del Senato federale con i rappresentanti delle Autonomie territoriali non ci soddisfa, in quanto si risolve in  una sola presenza di bandiera, senza il riconoscimento di poteri reali tali da incidere sul circuito decisionale.

In questa sede, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM intendono ricordare lo sforzo compiuto teso a  proporre opzioni normative differenziate, con l’intento di favorire comunque un dialogo costruttivo e il raggiungimento di una soluzione condivisa.

Pertanto, le Associazioni  propongono una soluzione alternativa,  consistente nella  previsione all’interno del Senato di un organo di rappresentanza, di mediazione politica e di partecipazione al procedimento deliberativo, ossia una Commissione permanente composta da rappresentanti delle Autonomie territoriali (denominata Commissione federale per le Autonomie) con funzioni consultive, di iniziativa e di co-decisione sui provvedimenti che toccano gli interessi territoriali.

L’ANCI, l’UPI e l’UNCEM ritengono che a tale previsione deve accompagnarsi l’abrogazione dell’istituto della decadenza di diritto per i sindaci dei Comuni superiori ai 20 mila abitanti (art.62 TUEL) che si candidano al Senato federale. Il venir meno di tale incompatibilità/ineleggibilità discende quale conseguenza naturale del carattere federale del Senato e, peraltro, bisogna ricordare che la ‘giurisprudenza parlamentare’ ha già sancito la piena compatibilità fra la carica di parlamentare e la carica di sindaco.

L’ANCI, l’UPI e l’UNCEM esprimono forte disappunto e preoccupazione in ordine al testo della ‘devolution’ come approvato dall’Aula della Camera dei Deputati ed in particolare sulla formulazione della materia “polizia amministrativa regionale e locale” che può determinare gravi incertezze relativamente alla ripartizione delle competenze amministrative tra Comuni e Regioni in questo delicato settore.

L’ANCI, l’UPI e l’UNCEM manifestano forte contrarietà alla disposizione approvata sullo status di Roma Capitale, che attribuisce allo statuto regionale, fonte normativa improrpia,  il compito di definire i poteri più ampi della Capitale  . Proprio in un ordinamento di tipo federale è importante che l’assetto della “Capitale della Repubblica” sia deciso dalla legge dello Stato,  con il coinvolgimento della Regione, ed in modo da salvaguardare comunque l’autonomia delle Istituzioni locali.

In ordine alla riformulazione dell’art.118 della Costituzione contenuta negli emendamenti della maggioranza di governo, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM sottolineano apprezzamento per la previsione del riconoscimento costituzionale delle Conferenze, con la richiesta  di una correzione che porti al riconoscimento della sola Conferenza unificata, quale sede di rappresentanza e di concertazione fra Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e Comunità montane.

L’ANCI e l’UNCEM valutano nel complesso positivamente il riconoscimento al legislatore statale di un ruolo primario nella promozione dell’associazionismo fra i piccoli comuni, ritenendo, però, improprio e quindi da eliminare il riferimento alle fonte statutaria regionale, fermo restando la facoltà per la legge regionale di incentivare la gestione associata delle funzioni comunali nell’ambito delle materie di propria competenza.

In ordine alla nuova disciplina del Consiglio delle autonomie locali, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM ritengono, proprio in considerazione del ruolo sempre più decisivo che tenderà a rivestire, sia necessario riconscere la funzione di partecipazione al procedimento legislativo regionale.

Infine, le Associazioni esprimono forte dissenso sulle disposizioni transitorie contenute negli  artt.43-bis e 43-ter che sanciscono un rinvio ulteriore e inaccettabile del completamento del processo di decentramento amministrativo e dell’attuazione degli indirizzi in materia di federalismo fiscale, introducendo un principio quello dell’invarianza fiscale complessiva da tutti condiviso, ma che lede e vulnera il riconoscimento dell’autonomia impositiva dei Comuni già contenuto nell’art.119 della Costituzione.

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca