Bankitalia: le famiglie sono sempre più povere

Bankitalia: le famiglie sono sempre più povere

Nell'indagine sui bilanci delle famiglie italiane 2012 Via Nazionale sottolinea che tra il 2010 e il 2012 il reddito familiare medio è calato del 7,3% e la ricchezza media del 6,9% scendendo di oltre 20 mila euro, passando da 163.875 a 143.300 euro.

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27 gennaio 2014

 

Peggiorano le condizioni economiche delle famiglie che sono sempre più povere: tra il 2010 e il 2012 il reddito familiare medio è calato del 7,3% e la ricchezza media del 6,9%. Lo rileva 'L'indagine sui bilanci delle famiglie italiane 2012' della Banca d'Italia. Nello stesso periodo il reddito equivalente, una misura pro-capite che tiene conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia, è sceso invece del 6%. Dalla ricerca emerge anche che metà delle famiglie italiane vive con meno di 2.000 euro al mese. Nel 2012 il reddito familiare annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è risultato in media pari a 30.338 euro, circa 2.500 euro al mese. Il 20% delle famiglie ha un reddito netto annuale inferiore a 14.457 euro (circa 1.200 euro al mese) mentre la metà ha un reddito inferiore ai 24.590 euro (circa 2.000 euro al mese). Rispetto alla media di circa 1500 euro al mese il reddito equivalente e' superiore per gli individui laureati (circa 2.350 euro al mese), i dirigenti (2.700 euro) e per gli imprenditori (2.550 euro), mentre gli operai, i residenti nel Mezzogiorno e i nati all'estero presentano valori medi inferiori (rispettivamente pari a circa 1.200, 1.100 e 950 euro al mese). In una posizione intermedia si collocano gli impiegati (1.900 euro), gli altri lavoratori autonomi (1.700 euro) e i pensionati (1.700 euro). Il profilo per eta' mostra un andamento prima crescente (dai 1.250 euro al mese per i soggetti fino a 18 anni ai 1.800 euro per gli individui di eta' compresa tra i 55 e i 64 anni) e poi lievemente decrescente (circa 1.700 euro al mese per gli individui piu' anziani). L'andamento nella distribuzione del reddito si riflette nell'aumento degli squilibri nella concentrazione della ricchezza in Italia: infatti la quota in mano al 10% delle famiglie piu' ricche e' salita al 46,6% della ricchezza netta totale (era il 45,7% nel 2010). Cresce invece la percentuale di famiglie con ricchezza negativa che passa dal 2,8% al 4,1%. In media, comunque, dal 2010 al 2012 la ricchezza netta media delle famiglie italiane e' scesa di oltre 20 mila euro, passando da 163.875 a 143.300 euro. Fra i pochi dati consolanti il calo della percentuale di famiglie indebitate scesa dal 27,7 al 26,1 per cento. Sono peraltro nuclei familiari sempre piu' ristretti, ovvero sempre piu' composti da una sola persona. E' una percentuale quasi raddoppiata dal 1991 a oggi: allora erano il 16,1% del totale, nel 2010 erano saliti al 24,9% e nel 2012 hanno toccato il 28,3%. Per contro sono sempre di meno le coppie con figli (solo il 19,4%) e sono quasi una rarita' (il 6,7% del totale) le famiglie con 5 o piu' componenti. Per quanto riguarda le fasce di eta' si conferma il sorpasso (avvenuto nel 2000) degli individui anziani rispetto ai giovani: solo il 9,4% dei nuclei ha un capofamiglia (inteso come percettore di maggior reddito) con meno di 34 anni, mentre in un terzo dei casi - per l'esattezza il 33,4% - ha piu' di 64 anni. Quanto alla quota di individui residenti in Italia e nati all'estero nel 2012 e' salita all'8,8 per cento, in crescita di circa 1 punto rispetto alla precedente rilevazione. Peraltro il valore mediano di reddito dei nuclei con capofamiglia nato all'estero e' di gran lunga inferiore a quello di chi e' nato in Italia: rispettivamente 15 mila euro contro 25.500 euro.Ma su questo fronte e' forte il divario anche fra le diverse aree geografiche, con un valore mediano che al Nord e' di 27.528 euro e al Centro sale a 29.824 euro, un valore del 56% superiore ai 19.124 euro del Sud. Peraltro nei nuclei dove il capofamiglia e' donna il reddito medio e' assai piu' basso di quelli dove il 'maggiore percettore' e' maschio: 24.488 euro contro 33.536 euro. Piccole novita' infine sul fronte immobiliare. Infatti la quota di famiglie che vive in un'abitazione di proprieta' scende leggermente al 67,2 per cento del totale (era il 68,4% nel 2010) mentre quelle in affitto salgono al 21,8 (di cui un quarto in immobili di proprieta' pubblica), quelle che occupano una abitazione a uso gratuito sono il 7,4, in usufrutto il 3,3% e a riscatto il restante 0,3 per cento. L'abitazione di residenza ha una dimensione media di circa 101 metri quadri, con un valore sceso - sempre in media - di circa 27 mila euro a 200.669 euro. Peraltro, dal 1991 a oggi, il numero di annualita', in termini di reddito familiare medio, necessarie per acquistare l'abitazione di residenza e' salito da 4,2 a 6,6: un poco invidiabile record fra i principali paesi dell'Eurozona, visto che in Germania questo valore e' quasi la meta' e in Francia il 30 per cento in meno.

 

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