Istat-Isfol: dal 2008 al 2012 oltre 500mila occupati in meno

Istat-Isfol: dal 2008 al 2012 oltre 500mila occupati in meno

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23 settembre 2014
Dal 2008 al 2012 il numero di occupati è diminuito di oltre 500mila unità. I più colpiti sono gli artigiani e  gli operai specializzati, che perdono 555mila occupati, mentre le professioni impegnate in attività non qualificate, sia di produzione che di servizio, aumentano di 358mila unità. E' l'Istat a fotografare lo stato dell'occupazione ai tempi della crisi. Ma artigiani e operai specializzati non sono i soli ad aver pagato un prezzo alto alla  ecessione:  nche i dirigenti e gli imprenditori subiscono, in quattro anni, un deciso calo dell'occupazione, con 449mila unità in meno (pari a -42,6 per cento), di cui quasi 100mila solo nell'ultimo anno. Nel 2012 la contrazione di questo grande gruppo professionale interessa quasi esclusivamente gli imprenditori e direttori di grandi  (-54mila unità) e piccole imprese (-40mila unità). Al calo dell' occupazione nelle professioni operaie e in quelle imprenditoriali si contrappone invece la forte crescita nelle  professioni non qualificate e in quelle impegnate nelle attività commerciali e dei servizi. In entrambi i raggruppamenti il numero di  occupati aumenta in modo significativo: le professioni impegnate in attività elementari sono cresciute di 358mila unità e quelle dedite alle attività commerciali e di servizi di 372mila. Per le professioni tecniche si registra un rallentamento della contrazione dell'occupazione (-0,3 per cento fra 2011 e 2012), dopo la forte caduta del triennio 2008-2011, quando la perdita è stata pari a oltre  322mila unità  (-7,3 per cento). L'occupazione femminile ha registrato un calo evidente (-12,5 per  cento) soprattutto tra le professioni tecniche (con la perdita di 231 mila occupate, circa il doppio rispetto agli uomini); al contrario, la presenza femminile cresce più di quella maschile soprattutto tra le professioni dei servizi  (+14,1 per cento) e in quelle a bassa qualificazione  (+24,9 per cento). In tali settori l'occupazione femminile aumenta, rispettivamente, quasi quattro volte e circa il doppio rispetto a quella maschile.        
 

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