Di Dio: "Puntare sulle donne per risollevare l'economia del Paese"

Di Dio: "Puntare sulle donne per risollevare l'economia del Paese"

La presidente di Terziario Donna Confcommercio ha partecipato all'incontro 'La ripresa è donna", organizzato dalla presidente della Camera Laura Boldrini presso la Sala della Lupa di Montecitorio.

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16 novembre 2017

La presidente di Terziario Donna Confcommercio, Patrizia Di Dio, ha partecipato come rappresentante di R.ETE. Imprese Italia Imprenditoria Femminile, alla terza edizione dell'incontro 'La ripresa è donna" organizzato dalla presidente della Camera Laura Boldrini, presso la Sala della Lupa di Montecitorio, per verificare le proposte di intervento delle organizzazioni femminili legate al mondo del lavoro. "Condividiamo - ha detto Di Dio - il titolo che la Presidente Boldrini ha voluto dare a questo incontro, "La Ripresa è donna" anche perché: Donne motore della ripresa è il nostro slogan, infatti sosteniamo che puntare sulle donne è conveniente, è conveniente per l'economia, è conveniente per l'Italia! Abbiamo raggiunto la quota del 30%, ossia nei settori da noi rappresentati un'impresa su tre è femminile". "La nostra Organizzazione - ha proseguito la presidente - assolve non solo all'importante funzione di sostegno sindacale e di promozione dell'imprenditoria femminile ma anche all'importante funzione di sostegno del movimento d'opinione che punta ad una maggiore presenza di donne nei luoghi decisionali della politica e dell'economia al fine di rendere più vicino l'obiettivo della parità democratica, intesa come eguale distribuzione dei poteri tra donne e uomini che riguarda l'intera società perché la scarsa presenza di donne ai vari livelli della vita economica, politica e sociale e nella "governance" di un Paese è, anzitutto, una questione culturale, la dimostrazione dell'arretratezza culturale di un Paese che rivela una grave carenza di democrazia e pone un problema di legittimità dei risultati perché impedisce che si tenga pienamente conto degli interessi e delle esigenze di tutta la popolazione nel suo complesso". "La ripresa è donna" non è una rivendicazione di genere, ma promuove una specifica strategia di politica economica che è importante portare avanti tutti insieme. C'è ancora tanta fragilità da parte delle donne e occorre un decisivo salto di qualità dal punto di vista culturale, per una valorizzazione autentica e compiuta di questo enorme potenziale. Il lavoro per le donne ha anche altre funzioni. Il lavoro aiuta le donne. È corretto partire dal lavoro, anche per contrastare il grave fenomeno della violenza sulle donne, perché le rafforza e dà loro maggiore autostima e soprattutto perché solo l'indipendenza economica rende veramente liberi". "Ma parallelamente a questo, penso si debba incidere a livello culturale, nei modelli. Bisogna lavorare ad una cultura che ci consegni una società in cui si affermi la democrazia paritaria e in cui non si faccia solo finta di essere paritari, in cui si faccia solo finta perché di fatto siamo in un Paese che finge di essere paritario, ma di fatto, le donne semplicemente non le rispetta! Ma accanto a modelli culturali ancora sbagliati e da modificare, sappiamo che il nostro Paese non offre adeguate politiche familiari e di welfare, adeguati servizi di conciliazione famiglia-lavoro. Per questo abbiamo pensato ad alcune azioni concrete da proporre come contributo di tutte e cinque le Associazioni facenti parte di R.ETE. Imprese Italia Imprenditoria Femminile. Al momento nel nostro ordinamento sono presenti strumenti di sostegno per la madre lavoratrice, autonoma e dipendente; ad esempio la misura che consente di richiedere un contributo economico (voucher asili nido o baby-sitting) in sostituzione, anche parziale, del congedo parentale. Restano tuttavia fuori adeguate misure volte ad agevolare i  servizi di cura ed assistenza a favore delle lavoratrici autonome e delle imprenditrici. A tal proposito, riteniamo che debbano essere riproposte talune misure che hanno avuto un impatto positivo, ma che non sono state rifinanziate, come ad esempio i progetti che consentono alle titolari di impresa, alle lavoratrici autonome o alle libere professioniste, per esigenze legate alla maternità o alla presenza di figli minori ovvero disabili, di avvalersi della collaborazione o sostituzione di soggetti in possesso dei necessari requisiti professionali ai sensi dell'art. 9, comma 3, L. n. 53/2000". "In particolare - ha aggiunto Di Dio - tale previsione consente di destinare annualmente una quota, individuata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato alle politiche per la famiglia, per l'erogazione di contributi in favore dei titolari di impresa, lavoratori autonomi e liberi professionisti, al fine di finanziare progetti che prevedano azioni per attivare sostituzioni o collaborazioni con soggetti incaricati di svolgere la totalità o parte delle attività lavorative proprie dei predetti soggetti, in modo da liberare tempo per la cura della sfera familiare. L'ultimo avviso di finanziamento di tale misura risale al 2011, e ha visto concludersi nei tempi previsti le attività progettuali che hanno avuto accesso al beneficio. Il bando ha destinato la somma di 15.000.000 di euro per il finanziamento di interventi in favore di vita professionale e familiare previsti dall'art. 9, L. n. 53/2000 attraverso il Fondo per le politiche per la famiglia. Si reputa pertanto opportuno rifinanziare i progetti volti ad incentivare i processi di sostituzione datoriale, valorizzando al contempo un importante strumento normativo che consente a imprenditori e liberi professionisti di sviluppare forme di conciliazione tra vita professionale e familiare, anche a seguito di una valutazione di impatto certamente positiva che la predetta misura ha avuto". Al fine di colmare l'assenza di misure dedicate ai servizi di cura ed assistenza, si ritiene inoltre opportuno introdurre nuovi strumenti che consentano di migliorare la gestione degli impegni familiari mediante la previsione di voucher destinati alle imprenditrici per l'acquisto di servizi di cura ed assistenza. Tale strumento rappresenterebbe non solo una concreta forma di sostegno economico  per chi svolge attività di impresa, in quanto consentirebbe di abbattere il costo delle prestazioni, ma anche uno strumento idoneo a conciliare lo svolgimento di attività lavorativa ed esigenze di assistenza familiare. La buona notizia è che entrambe le proposte potrebbero essere collocate all'interno della copertura già prevista dall'art. 30 della Legge di Bilancio 2018, dove vengono stanziate risorse pari a 100 milioni di euro da destinare ad interventi per le politiche della famiglia a decorrere dall'anno 2018, ma delle quali non è stato ancora previsto l'utilizzo. Tale dotazione, se correttamente indirizzata, può assicurare una adeguata copertura per il finanziamento delle misure di conciliazione richieste". "Occorre una regia - ha concluso Di Dio - un coordinamento di tutte le parti sociali, istituzionali e politiche, anche dal punto di vista della costruzione istituzionale per portare il nostro Paese verso una destinazione di sviluppo, prosperità e giustizia sociale".

 

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