Primo maggio di lavoro per i pubblici esercizi

Primo maggio di lavoro per i pubblici esercizi

Indagine Fipe: sono stati in tutto 1.293.084 gli operatori del 'fuoricasa' al lavoro il primo maggio, di cui 859.901 dipendenti e 433.183 indipendenti. Per quanto riguarda la tipologia di pubblico esercizio, operativi 312.335 lavoratori nei bar, 582.332 nei ristoranti, 18.585 negli stabilimenti balneari al momento in attività e 6.939 nelle discoteche.

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28 aprile 2017

Primo maggio Festa del lavoro ma non per il milione e più di operatori di bar, ristoranti, stabilimenti balneari e tutto il comparto del fuoricasa. Un settore pienamente operativo anche lunedì primo maggio, come confermano i dati dell'Ufficio Studi della Fipe, "Quello del fuoricasa è un mondo che non si ferma mai e non conosce feste, vacanze e domeniche - commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe -. Non c'è quindi migliore occasione del 1 maggio per un plauso a tutti i lavoratori del settore che accompagnano senza pause le giornate degli italiani, sia quelle lavorative che quelle di vacanza, offrendo, oltre ad un buon caffè e molto altro, sorrisi, cordialità e, soprattutto professionalità. Valori che
rendono i nostri bar, le nostre caffetterie e gelaterie, i nostri ristoranti, 'centri di accoglienza' e testimonial di qualità ed eccellenza, per l'Italia nei confronti dei turisti da tutto il mondo che la visitano". Nel dettaglio, sono stati in totale 1.293.084 gli operatori del 'fuoricasa' al lavoro il 1 maggio, di cui 859.901 dipendenti e 433.183 indipendenti. Per quanto riguarda la tipologia di pubblico esercizio, operativi 312.335 lavoratori nei bar, 582.332 nei ristoranti, 18.585 negli stabilimenti balneari al momento in attività e 6.939 nelle discoteche. Dei lavoratori dipendenti che non festeggeranno il 1 maggio il 51,1% sono donne e il 48,9% uomini; prevale nettamente la percentuale di italiani (il 73,1% a fronte di un 26,9% di stranieri). Per quanto riguarda infine la tipologia di contratto il 64,3% dei lavoratori operativi ha un contratto a tempo indeterminato, contro un 19,9% di lavoratori a tempo determinato e un 16,5% di stagionali. La formula full time prevale nel 50,4% dei casi, a fronte di un 49,6% di part time. 

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