Mattarella dice no al voto senza legge elettorale

Mattarella dice no al voto senza legge elettorale

Per il Presidente della Repubblica "è inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee". La Consulta si esprimerà il 24 gennaio, mentre Renzi "apre" a un governo di unità nazionale. Manovra: il Governo mette la fiducia.

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5 dicembre 2016

Sono inconcepibili elezioni anticipate senza una nuova legge elettorale. E' il duro messaggio che il Capo dello Stato ha fatto pervenire al presidente del Consiglio attraverso vie informali. Niente comunicati o dichiarazioni ma una ricostruzione affidata ad un quotidiano Online, per togliere al concetto tutti i crismi della ufficialità. Una uscita che cambia completamente il volto della giornata politica, e mette momentaneamente la sordina al continuo balletto di indiscrezioni sulle mosse di Matteo Renzi in vista della delicata riunione della direzione Pd. Con il premier che però ha poi sparigliato le carte proponendo un governo di unità nazionale che possa avere il sostegno del più ampio spettro di forze politiche. Già nel primo pomeriggio (quando si era già accesa la polemica sulla convocazione della Consulta per l'Italicum solo per il 24 gennaio) sono cominciate a circolare voci di una possibile frenata del premier sul voto anticipato. Solo dimissioni, previste, fino al pomeriggio, per oggi. Ma che, secondo voci circolate in serata, potrebbero essere più probabili per venerdì. Comunque niente riferimenti a date o scadenze elettorali.  La prima notizia ha come protagonista l'inquilino del Colle, concentratissimo sulla crisi al buio che si sta aprendo, tanto da annullare tutti gli impegni fuori Roma. "E' inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee", spiega Mattarella rimarcando come "il risultato del referendum abbia confermato un Parlamento con due Camere, regolate da due leggi elettorali profondamente differenti, l'una del tutto proporzionale, l'altra fortemente maggioritaria con forti rischi di effetti incompatibili rispetto all'esigenza di governabilità". Da qui l'esigenza, per il Colle, di una nuova legge elettorale e dunque di un governo che assicuri una transizione ordinata, nel rispetto della sovranità del Parlamento come "soluzione obbligata prima che di buon senso".  "Ovvie ragioni di correttezza istituzionale richiedono prima di andare a nuove elezioni -approfondisce il Capo dello Stato - di attendere le conclusioni di quel giudizio il cui esito non è ovviamente prevedibile".  Quale governo assicuri questo percorso è, innanzitutto, nelle mani di Renzi. E affidato alla volontà del Parlamento, perché sin dall'inizio di questa crisi il Capo dello Stato si è posto come arbitro e garante, osserva il quotidiano on line. La risposta - sempre informale - da Palazzo Chigi non si è fatta attendere, anche se in ambienti della maggioranza si esclude che sia in qualche modo collegata all'uscita del Presidente della Repubblica. Matteo Renzi indicherà oggi un bivio: o un governo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o elezioni. Tutto questo, mentre le opposizioni, dalla Lega a Forza Italia - già fortemente innervosite per il forte ritardo della convocazione della Consulta, annunciano battaglia al Senato contro la fiducia alla manovra. Il ritardo della Consulta comporterà - attaccano leghisti e azzurri - una tempistica lunga per avere legge elettorale funzionante, rispetto all'ipotesi di voto anticipato a febbraio. A questi due partiti del centrodestra si uniscono poi i 5 stelle per bocciare qualsiasi possibilità di governi di unità nazionale. Ipotesi che può aver forse solleticato le fantasie di Silvio Berlusconi, dopo l'esperienza del Nazareno, il quale però si trova di fronte alla realtà di un partito diviso e preoccupato di non dare ulteriori spazi alla Lega di Salvini a destra. 

Manovra: il Governo mette la fiducia
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, in Aula al Senato ha posto la questione di fiducia alla manovra di Bilancio. "A nome del governo - ha detto - e autorizzata dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti dell'articolo del ddl sulla legge di bilancio "nel testo identico a quello approvato dalla Camera". 

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