Sgravi fiscali contro gli sprechi alimentari

Sgravi fiscali contro gli sprechi alimentari

Approvata la legge sulla donazione e la limitazione degli sprechi. Per le imprese economiche (bar, ristoranti, supermercati) che donano il cibo ancora commestibile il Comune potrà prevedere una riduzione della Tassa sui rifiuti "proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione".

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27 settembre 2016

Il 2 agosto  è stata approvata in via definitiva la legge sulla donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi (legge 166/2016). Per "sprechi alimentari" s'intendono quei "prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche o perché vicini alla data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere smaltiti". Secondo i dati diffusi dalla FAO, 1/3 del cibo prodotto viene scartato o disperso. In Italia lo spreco ammonterebbe a 5,1 milioni di tonnellate di cibo all'anno,  pari al 15,4% dei consumi annuali. Una famiglia italiana spreca circa 149 chili pro capite: 6-7 euro a settimana per oltre 300 euro l'anno. Il valore complessivo del cibo ancora commestibile o riutilizzabile, ma scartato, ammonta a 8,4 miliardi l'anno. Dunque, i cibi messi a disposizione da aziende produttrici e dai supermercati potranno essere redistribuiti a chi ne ha bisogno dalle associazioni "no profit", tra le quali Caritas e Banco Alimentare. È fondamentale  che i donatori alimentari e le organizzazioni di distribuzione garantiscano un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti. Le cessioni di eccedenze sono destinate principalmente al consumo umano; le eccedenze non idonee al consumo possono essere utilizzate per gli animali o per il compostaggio. La legge distingue il termine minimo di conservazione, ovvero la data fino alla quale un prodotto conserva le sue proprietà specifiche, dalla data di scadenza, che sostituisce il termine minimo di conservazione per alimenti molto deperibili. Oltre la data di scadenza gli alimenti sono considerati a rischio. La cessione di eccedenze è consentita anche oltre il temine minimo di conservazione, purché siano garantite l'integrità delle confezioni e la giusta conservazione. È consentita la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono nei campi e la loro cessione a titolo gratuito; i prodotti della panificazione possono essere donati a coloro che li distribuiranno agli indigenti, ma entro le 24 ore dalla loro produzione. La Rai dovrà assicurare ore di trasmissioni televisive e radiofoniche all'informazione e alla sensibilizzazione su spreco alimentare ed energetico. Saranno le Regioni a stipulare accordi con la ristorazione, per ridurre lo spreco di cibo e anche per consentire ai clienti di portare via i propri avanzi (la "family bag", di origine anglosassone). I "soggetti donatori" potranno essere le Onlus ma anche gli enti pubblici.  Si potranno donare anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, ma le irregolarità non potranno riguardare la data di scadenza del prodotto o l'indicazione di sostanze che provochino allergie o intolleranze. I medicinali potranno essere ceduti gratuitamente, quindi, a patto che venga sempre garantita la sicurezza del cittadino e l'efficacia del medicinale donato. Non sarà richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di cibo, farmaci e altri prodotti, e verrà dato spazio alle produzioni a 'chilometro zero', che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi. Potranno essere ridistribuiti anche capi di vestiario (sempre a titolo gratuito), purché gli articoli rispettino le norme di selezione e gli standard igienico - sanitari.

Cosa prevede la legge: 

  1. INCENTIVI DI CARATTERE FINANZIARIO E TRIBUTARIO PER COLORO CHE EVITANO LO SPRECO DI CIBO. Per le imprese economiche (bar, ristoranti, supermercati) che donano il cibo ancora commestibile il Comune potrà prevedere una riduzione della Tassa sui rifiuti (TARI) "proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione".

 

  1. SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA PER TUTTI QUELLI INTERESSATI AL RIUTILIZZO DELLE RISORSE. Prima della legge per regalare il cibo in scadenza era obbligatorio fare una dichiarazione alla Guardia di Finanza almeno 5 giorni prima, che indicasse destinatario e quantità da regalare. Con la legge anti spreco alimentare sarà sufficiente fare un resoconto a fine mese dei prodotti regalati e dei soggetti beneficiari.

 

  1. LE LEGGE POTENZIA ANCHE IL RUOLO DEL TAVOLO INDIGENTI DEL MIPAAF (Ministero della politiche agricole, alimentari e forestali) che ha già avviato un'attività di recupero del cibo sprecato da donare ad enti caritatevoli. Le legge stanzia i primi 2 milioni di euro (del piano complessivo da 10 milioni) per l'acquisto di alimenti da destinare alle persone in difficoltà.

 

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