Trasporto merci in ripresa, ma ai problemi 'storici' se ne aggiungono di nuovi

Trasporto merci in ripresa, ma ai problemi 'storici' se ne aggiungono di nuovi

Quarto convegno annuale sui trasporti organizzato da Confcommercio, dal titolo "L'Italia disconnessa": nel 2014 è tornato il segno più (+0,5%), mentre nel 2015 e nel 2016 la crescita sarà dell'1,6%. Ma la concorrenza 'borderline' degli autotrasportatori dell'est europeo e i mali atavici del settore fanno ombra alla ripresa.

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26 maggio 2015

Il traffico merci in Italia è finalmente in ripresa: dopo dieci anni di calo, nel 2014 è finalmente tornato il segno più (+0,5%), mentre nel 2015 e nel 2016 la crescita sarà dell'1,6%. Eppure i problemi del settore continuano ad essere evidenti, anzi c'è addirittura l'imbarazzo della scelta. Tra i tanti salta agli occhi un evidenze problema di concorrenza, determinato anche da regole ambigue e da scarsi controlli, a scapito degli autotrasportatori italiani: tra il 2003 e il 2013 la quota delle merci entrate in Italia trasportate da operatori dell'Europa orientale è cresciuta di addirittura il 600% e supera ormai il 47%, mentre era meno del 7% nel 2003. La quota degli autotrasportatori italiani si avvicina, invece, al 15%, quando nel 2003 era pari a quasi il 33%. Ma non si può certo trascurare altre storture che sanno di autolesionismo, come il fatto che tra il 2000 e il 2012 gli investimenti nei trasporti sono sceso del 47% (da 20 a 10 miliardi) o che nei nostri centri urbani si continui a viaggiare "a passo di lumaca", con una velocità media è di 15 km/h, la stessa di fine ‘700… Di tutto questo, e di altro ancora, si è parlato nel corso del quarto convegno annuale sui trasporti organizzato a Roma da Confcommercio, dal titolo "L'Italia disconnessa", nel corso del quale è stato presentato il rapporto "Analisi e previsioni per il trasporto merci in Italia", realizzato dall'Ufficio Studi confederale (vedi allegato, ndr). Dallo studio, illustrato dal responsabile Mariano Bella, emerge il malessere delle imprese italiane di autotrasporto: se una quota già ridotta di imprese "nostrane" ha mostrato ricavi in crescita negli ultimi sei mesi (6,9%), neppure la metà di questa frazione è espressa dalle imprese di autotrasporto. Allo stesso tempo, se tra le imprese appartenenti a tutti i settori il 10,1% prevede ricavi in crescita (il 56% invariati, un terzo in riduzione) soltanto il 2% delle imprese di autotrasporto indica la prospettiva di ricavi crescenti nei prossimi sei mesi. Il tutto in una situazione, seppure parziale e ancora insoddisfacente, di ripresa: nel 2014 è finalmente tornato il segno più per il trasporto merci in generale (+0,5%), e nel 2015 e nel 2016 la crescita sarà dell'1,6%. E' finita, insomma, la fase discendente del trasporto merci, ma la strada da recuperare è eccezionalmente lunga. Le perdite in termini di tonnellate-chilometro sono state del 21,6% tra il massimo del 2005 e il minimo del 2013. Rispetto ai massimi, alla fine del 2016 i livelli saranno inferiori ancora del 18,7%. Male, molto male, anche l'occupazione, se si pensa che il 97% della caduta occupazionale del  trasporto merci tra il 2008 e il 2012 è da ascrivere proprio all'autotrasporto (27mila unità su 27mila e 900), soprattutto nelle imprese più piccole. Ma se si può indicare nell'autotrasporto il "grande malato" del comparto, altrove non è che la situazione sia brillante, tutt'altro. Bastano pochi dati: per esportare un container occorrono 19 giorni e 1.195 dollari in Italia contro i 9 giorni e 1.015 dollari della Germania; il traffico su ferrovia riguarda 19 miliardi di tonnellate-chilometro contro i 122 della stessa Germania; la rete autostradale è pari a 1,81 km ogni 10mila vetture contro i 6,61 della Spagna. Eppure, i trasporti sarebbero davvero la "chiave" della ripresa: riducendo solo del 10% tempi e costi medi di trasporto, il Pil crescerebbe dello 0,7%. Come se ne esce? Serve una cura drastica che Confcommercio ha declinato in cinque proposte (vedi allegato, ndr): creazione del Registro internazionale dell'autotrasporto;  individuazione dei porti strategici, sviluppo dell'intermodalità dei collegamenti terrestri e potenziamento delle Autostrade del Mare; apertura di notte dell'Alta Velocità al trasporto merci tramite la realizzazione della "metropolitana italiana delle merci"; trasporto su ferro dei Tir che arrivano via mare nei nostri porti dal Mediterraneo e che trasportano merce destinata all'estero; avvio di una strategia nazionale in favore dell'accessibilità e della mobilità urbana.

 

 

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