Euroday: giornata nazionale di informazione a 100 giorni dall'euro

Euroday: giornata nazionale di informazione a 100 giorni dall'euro

Le prospettive ma anche le incognite della nuova moneta europea dopo i tragici avvenimenti americani

Perché l'Euroday

Mancano ormai pochi mesi alla definitiva entrata in circolazione dell'euro e alla progressiva e altrettanto definitiva scomparsa della lira.

Un evento che può davvero essere considerato di rilevanza storica in quanto destinato ad incidere in maniera radicale tanto sul terreno macroeconomico quanto sui concreti comportamenti e abitudini di imprese e consumatori.

Per Confcommercio e, quindi, per le imprese dei servizi di mercato che rappresenta, si tratta di un passaggio particolarmente impegnativo sia sotto il profilo dell'adeguamento dell'operatività delle aziende, sia in riferimento anche al rapporto con il mercato e alla "confidenza" dei consumatori con il valore dell'euro.

E proprio la sempre maggiore rilevanza che stanno assumendo in questi ultimi tempi, in particolare, la questione degli arrotondamenti e la dinamica dei prezzi e, più in generale, l'andamento di tutte le variabili e le caratteristiche connesse alla transizione all'euro, ha indotto Confcommercio a promuovere, per il 24 settembre prossimo, l'Euroday, una giornata nazionale di informazione e sensibilizzazione per fare il punto della situazione a 100 giorni dall'euro insieme a imprese, istituzioni, consumatori.

L'iniziativa prevede una manifestazione centrale a Roma, che si terrà presso la sede di Confcommercio con la partecipazione di rappresentanti del Governo, del settore bancario, delle imprese, dei consumatori e delle forze dell'ordine, e iniziative collaterali organizzate su tutto il territorio nazionale dalle associazioni provinciali di Confcommercio.

Tema centrale della giornata, la presentazione dei risultati di un sondaggio realizzato dal Cirm per conto di Confcommercio che "fotografa" il livello di informazione e di accettazione della nuova moneta da parte di cittadini e imprenditori, e di un dossier realizzato da Confcommercio finalizzato a valutare il grado di preparazione e di adeguamento del sistema imprenditoriale, degli istituti di credito, degli uffici postali e degli enti locali alla nuova moneta.

Programma

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    lunedì 24 settembre

  • Intervento introduttivo
     

    Sergio Billè Presidente Confcommercio

  • Tavola rotonda
     

    Giancarlo DEL BUFALO Segretario Generale Comitato Euro

    Antonio FINOCCHIARO Vice Direttore Generale Banca D'Italia

    Roberto MARONI Ministro Lavoro Salute e Politiche Sociali

    Carlo MORI Comandante Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria Arma dei Carabinieri

    Giustino TRINCIA Consigliere CNCU

    Mario VALDUCCI Sottosegretario Ministero delle Attività Produttive

    Giuseppe ZADRA Direttore Generale Associazione Bancaria Italiana

    Modera Anna La Rosa Giornalista

Sintesi del sondaggio Confcommercio/Cirm

logo euroday

PER MOLTI ITALIANI È ANCORA UN EUROREBUS

L’euro è ormai quasi nelle nostre tasche, ma più della metà degli italiani (54%) sa ancora poco o nulla della nuova moneta. E, tra gli operatori del commercio, 4 su 10 si trovano oggi più o meno nella stessa situazione.

E’ questo il dato più significativo che emerge dal sondaggio che Confcommercio ha commissionato a Cirm e realizzato tra il 10 e il 15 settembre, in buona parte, quindi, dopo che i tragici attentati terroristici negli Stati Uniti avevano sconvolto il mondo intero.

Quello che è stato messo in piedi, con la collaborazione di Cirm, è un vero e proprio Osservatorio che permetterà di verificare attraverso step successivi (le altre rilevazioni verranno effettuate il 15 ottobre e il 15 novembre 2001) con quale grado di attenzione e di impegno il mercato italiano - consumatori da una parte, imprese dall'altra - si avvicinerà alla scadenza del 1° gennaio 2002.

UN SONDAGGIO TRA VENTI DI GUERRA

Una coincidenza fortuita, non programmata ma che può aver anche condizionato, in qualche misura, le risposte degli intervistati molti dei quali (circa il 62%) dall'11 settembre sono convinti "che il mondo, dopo quello che è accaduto, non sarà più come prima".

E’ probabile, quindi, che i venti di guerra, il timore che l’Italia non possa più far fronte da sola a questa nuova realtà mondiale e le preoccupazioni anche di ordine economico (risparmi salassati in Borsa, indebolimento del potere di acquisto delle famiglie) abbiano spinto una più alta percentuale di intervistati a considerare in modo più positivo non solo l'adozione della moneta unica ma anche lo stesso progetto di unificazione politica dell’Europa che potrebbe diventare un più solido scudo protettivo, anche sotto il profilo economico, per il nostro paese.

Sono pochi però gli intervistati - 10 su 100 - che ritengono che questa unificazione possa essere realizzata in tempi brevi, mentre il 50% ritiene che ci vorranno tempi lunghi con un restante 30% che resta del tutto scettico, invece, sulla possibilità che questo processo possa essere, alla fine, ultimato. Senza opinione il restante 10%.

"MAGARI AVESSIMO UNA MONETA PIU' COMPETITIVA"

Il timore che possa spirare il vento della recessione spinge gli italiani a vedere ora l'Europa come una zona rifugio che possa difendere di più e meglio redditi, risparmi e consumi. Ed è probabilmente sulla scia di queste emozioni che il 60% degli intervistati si augura che la moneta unica europea possa diventare una moneta più forte e quindi più competitiva anche nei confronti del re dollaro. Il 30% ha dato risposte, invece, assai più prudenti mentre il 10% ha dichiarato di non aver ancora opinioni chiare in proposito.

L'EURO RESTA UN'INCOGNITA

Ma il sondaggio Cirm ha cercato di andare più in profondità sulle reali aspettative che l’euro potrà, in questa situazione, creare e il dato che prevale è, per il momento, quello dell'incertezza.

"Nel concreto, per la sua attività - è stato chiesto al campione dei commercianti - l’euro produrrà qualche vantaggio economico o tutto è destinato a restare come prima?".

Non si fa molte illusioni ("sarà come prima") il 62% degli intervistati, teme un brusco peggioramento il 17%, mostra qualche ottimismo il 13%.

"Potranno aumentare - è stato chiesto - con l’euro i consumi?". A mostrarsi per il momento scettico su questa eventualità ("non influirà") è il 60% dei commercianti mentre il 24% teme che vi potrà essere una contrazione. Solo 11 commercianti su 100 appaiono oggi più speranzosi. Ma gli intervistati hanno messo l'accento sulla fluidità di una situazione che, se prevalessero i venti di guerra, potrebbe anche precipitare.

CONSUMATORI INCERTI E PREOCCUPATI

Molta incertezza sulle prospettive economiche regna tra i consumatori. Se il 31% dà per scontato, a seguito dell'ingresso dell'euro, un aumento di prezzi e di tariffe, il 26% la pensa in modo opposto ("ne potremmo trarre qualche vantaggio") mentre il 16% teme soprattutto la circolazione di monete false e il 10% è preoccupato di spendere di più soprattutto viaggiando in Europa.

Ma il ping pong tra i due campioni di intervistati continua. "Quali effetti potrà avere sui consumatori il cambio della moneta?" è stato chiesto ai commercianti. Il 48% teme una fase di incertezza e di disorientamento, il 17% è preoccupato che si verifichi dall’altra parte del bancone una vera e propria psicosi sull’aumento dei prezzi, il 15% ha paura che, avendo in mano le nuove banconote, la clientela spenda con maggiore prudenza.

L'ALLARME TARIFFE

Le opinioni espresse dai due campioni intervistati convergono di nuovo quando si comincia a parlare del problema tariffe. E' il 50% dei consumatori e dei commercianti a temere, all’unisono, che l’introduzione dell’euro possa spingere le amministrazioni pubbliche a far lievitare le tariffe, una preoccupazione che appare oggi più che fondata viste le prese di posizione già assunte, in proposito, da molte Amministrazioni locali che vorrebbero fare leva sugli arrotondamenti per aumentare le tariffe sia nel settore dei trasporti che in quello dei servizi.

Tutti guardano ovviamente a quel che potrà fare in proposito anche il Governo che ottiene peraltro, in questa fase, una buona base di consenso. "Allo scadere dei primi 100 giorni - è stato chiesto ai due gruppi di intervistati - che giudizio personalmente lei dà dell’operato del governo Berlusconi nel suo complesso?" Il 54% dei commercianti e il 49% dei consumatori danno un giudizio, nel complesso, positivo mentre il 46% dei commercianti e il 51% dei consumatori è, complessivamente, sul negativo o dichiara di non essere ancora riuscito a farsi una vera opinione. Evidentemente si attendono risposte dal Governo, anche a causa della situazione internazionale e dei suoi possibili contraccolpi sulla nostra economia, che ancora non sono state date.

"LA RIPRESA? DOPO IL 2002"

Consumatori e commercianti non si fanno molte illusioni - e sicuramente in questa risposta hanno inciso anche i fatti traumatici di questi giorni - sulla possibilità che vi possa essere una ripresa economica in tempi brevi. E’ di questo avviso ("la ripresa ci sarà ma solo nel 2003") il 47% dei consumatori e il 45% dei commercianti a cui si aggiunge l’incertezza ("non so proprio come potranno andare le cose, non so fare previsioni") del 21% dei consumatori e del 16% degli operatori.

"PIU' OCCUPAZIONE, MENO TASSE"

"E per accelerare questa ripresa del mercato cosa deve fare prima di tutto il Governo?" Qui le risposte dei due campioni si divaricano sensibilmente.

I consumatori (68%) ritengono indispensabili provvedimenti che consentano di affrontare prima di tutto il problema dell’occupazione giovanile, il 17% ritiene, invece, che per prima cosa sia necessario ridurre l’Irpef, il 6% - leit motiv che ritorna nel corso di tutto il sondaggio - chiede il blocco delle tariffe.

I commercianti affrontano il problema in una diversa ottica e fissano una diversa scala di priorità che vede al primo posto (53%) una nuova politica fiscale con l’abbattimento dell’Irap e la revisione delle aliquote Irpef, al secondo (25%) provvedimenti che diano maggiore flessibilità al mercato del lavoro, al terzo (8%)la riforma del Welfare.

"QUANTO VALE ESATTAMENTE UN EURO?"

Ma è arrivato il momento di vedere quante cose sanno veramente o non sanno consumatori e commercianti sull’euro che sta per arrivare.

Gli intervistatori hanno iniziato con una domanda trappola: "quante lire vale esattamente un euro?". Solo il 52% dei consumatori (la risposta esatta è 1936,27 lire) e il 62% dei commercianti non ha sbagliato nemmeno sui decimali mentre rispettivamente il 31% e il 33% hanno dato una cifra sbagliata. Il 17% dei consumatori (il 5% dei commercianti) non ne ha saputo dare nessuna.

BOCCIATI SUGLI ARROTONDAMENTI

Seconda domanda trappola rivolta ai commercianti: "lei sa come si fanno gli arrotondamenti?".

Solo il 29% degli intervistati ha risposto esattamente mentre il 24% ha dato una risposta sbagliata e ben il 47% ha fatto scena muta. E questo conferma la necessità di potenziare, nelle prossime settimane, una campagna di comunicazione che, fino ad ora, è stata senza dubbio troppo episodica e troppo da addetti ai lavori (banche e istituti finanziari).

"E DELLE LIRE CHE NE FACCIAMO?"

Se tutti o quasi (l’87% di entrambi i campioni) hanno ormai impressa bene nella memoria la data in cui entrerà in vigore la nuova moneta, solo il 52% dei consumatori e il 64% dei commercianti sa che il periodo di transizione durerà soltanto due mesi.

Si entra, poi, nelle nebbie quando si chiede agli intervistati per quanto tempo ancora, dopo questi due mesi, si potranno cambiare le vecchie lire.

Il livello di disorientamento insomma appare notevole e sarà bene affrontare questo problema al più presto.

"LA TRAPPOLA DEGLI ASSEGNI POSTDATATI"

"Se le capitasse oggi di essere pagato con un assegno in lire postdatato che porti, ad esempio, la data del 2 gennaio 2002, lei cosa farebbe?". Solo il 37% del campione della popolazione ha saputo dare la risposta esatta (l’assegno non ha più valore) e questo è un campanello d’allarme che dovrebbe far riflettere perché, in mancanza di una seria campagna di informazione, il rischio di possibili truffe a danno dei cittadini resta molto alto.

Come manca ancora una campagna di informazione che metta in guardia sulla circolazione delle monete false, problema che, nei due mesi di transizione, non riguarderà solo le banconote dell'euro ma anche quelle di tutti i paesi europei. E' certo, infatti, che grandi e piccole organizzazioni criminali faranno di tutto per smaltire tutto quel che di falso hanno prodotto che rischia, se non verrà smaltito in tempo, di diventare carta straccia. Per questo sarà indispensabile predisporre severe misure di vigilanza e di contrasto da parte delle strutture di sicurezza.

"MA AL CLIENTE CHE RESTO DARAI?"

Il sondaggio si allarga quindi al problema delle modalità operative che interessano soprattutto i commercianti i quali, con l’avvento dell’euro, si troveranno proprio sulla linea del fuoco. "Come pensa di dare i resti ai clienti in questo periodo di doppia circolazione?". Prevalentemente in euro ha risposto il 42% degli intervistati, come capita (il 15%), a seconda della disponibilità di monete e banconote (il 14%), come chiede il cliente (il 13%). Ma il 42% dei commercianti non sa ancora da quale data sarà possibile acquistare i famosi euro kit per il pre-rifornimento.

"ASPETTO LA TREMONTI-BIS"

C’è poi il problema dell’adeguamento delle attrezzature e delle strutture della distribuzione. Il 44% ha già provveduto ad aggiornare il software del registratore di cassa, il 19% ha proprio cambiato tutto mentre c’è ancora un 37% - e non è certo poco - che è ancora in stand-by.

Ciò è spiegabile anche con il fatto che il 43%, per cambiare le attrezzature, vorrebbe avvalersi delle agevolazioni previste dalla legge Tremonti-bis che però, dovendo essere approvata dal Senato, non è ancora operativa.

Se è evidente che la maggioranza della popolazione e dei consumatori cercherà di attingere informazioni sull’euro direttamente agli sportelli delle banche, tutti i commercianti intervistati non solo ritengono necessaria una larga campagna di sensibilizzazione dei consumatori ma anche il sostegno delle associazioni di categoria e dello Stato per corsi di formazione che consentano al personale di poter far fronte alle nuove esigenze dei consumatori.

Quella della formazione è un’esigenza assai sentita ma per la quale, preoccupato per le spese che potrà comportare, il 64% degli intervistati vorrebbe ricorrere a supporti esterni possibilmente a costo zero.

CONCLUSIONI

  1. L’informazione sull’euro è ancora assai scarsa e continuano ad esistere vere e proprie sacche di black out. Bisogna porre rimedio al più presto a questa situazione che potrebbe sfuggire di mano, anche a causa dei recenti avvenimenti internazionali che contribuiranno a distrarre l’opinione pubblica dalle problematiche connesse all'euro.
    Il ruolo più importante dovrebbe essere svolto dalla televisione che dovrà rafforzare nei propri palinsesti la presenza di programmi di divulgazione (giochi a quiz, spettacoli, ecc.) che possano attirare anche il grande pubblico dei non addetti ai lavori. Anche la Pubblica Amministrazione e tutto il sistema bancario dovranno fare altrettanto.
    Confcommercio non intende sottrarsi alle sue responsabilità e, difatti, ha già attivato una serie di iniziative volte a fornire ogni genere di informazione sia alle imprese che ai consumatori. In questo quadro, ha prodotto anche una serie di "guide" che aiutano l’operatore e l’utente ad orientarsi meglio sia sulle procedure sia sull’uso delle nuove banconote e monete che sostituiranno la lira. Per un maggiore dettaglio sul programma di Confcommercio rinviamo il lettore alla seconda parte di questo dossier nella quale si illustrano, tra le altre, le iniziative che si stanno assumendo per affrontare un problema ancora più delicato e difficile, quello della formazione e dell’addestramento del personale impiegato nelle attività commerciali.
  2. L’introduzione della moneta unica è un momento importante anche perché dovrebbe essere utilizzata come occasione per il rilancio di un mercato che da troppo tempo è in fase di stagnazione. Ciò significa che l’avvio dell’euro dovrebbe essere accompagnato, da parte del Governo, da una serie di concreti interventi soprattutto a sostegno del potere di acquisto delle famiglie e di quei settori, come il turismo ad esempio, che, a causa della situazione internazionale che stiamo vivendo, potrebbero subire contraccolpi negativi assai maggiori di quelli che stanno già subendo.
  3. La nuova moneta deve circolare in condizioni di massima sicurezza. Il che vuol dire combattere con adeguati strumenti i tentativi che le organizzazioni criminali metteranno in atto. Segnali, in questa direzione, già ce ne sono: il potenziamento, soprattutto nella fase di transizione, delle reti di riciclaggio di denaro sporco o di banconote false.

Euroday: gli italiani verso l'euro

 

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DETTAGLI EVENTO

Confcommercio

2001-09-24 | 2001-09-24 9.30

Sala Orlando, Confcommercio

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(+39) 06 5866 1

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