1) I punti vendita nel commercio al dettaglio

1) I punti vendita nel commercio al dettaglio

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24 settembre 2012

La distribuzione commerciale nei suoi variegati format costituisce in Italia una realtà economica di grande rilievo grazie alla sua importante funzione di raccordo tra produzione e consumo, ai molteplici servizi offerti ai consumatori nei punti vendita, al ruolo sociale di presidio e valorizzazione degli spazi urbani. Il servizio che la distribuzione offre attraverso tutte le sue componenti, (l'indicatore più adatto è il rapporto tra la superficie di vendita disponibile, metri quadri, e il numero di abitanti), risulta diffuso sul territorio e assume valori differenti in base alle caratteristiche della tipologia di vendita ed alla sua numerosità. Non mancano, perciò, differenziazioni tra le diverse aree geografiche dovute alle influenze che gli aspetti orografici e demografici locali hanno avuto nello sviluppo dei diversi format Per l'importante funzione di prossimità che svolge il piccolo dettaglio (a cui abbiamo sommato il commercio ambulante),è questa la componente con la maggiore disponibilità di servizio (53,8 mq. x 100 abitanti) che raggiunge valori elevati nelle regioni del Sud (65,8 mq. x 100 abitanti). La gd che comprende tutte le tipologie moderne, offre nel complesso 34,4 mq. x 100 abitanti, anche se il suo livello di servizio varia da Nord-Centro (più elevato) a Sud (meno diffuso). Il piccolo dettaglio rappresenta la componente numericamente rilevante della rete di vendita del commercio in sede fissa con i suoi 757.177 esercizi censiti a fine 2011. Si tratta di punti vendita di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, la cui principale funzione è quella di offrire un indispensabile servizio di prossimità offrendo ai consumatori sia prodotti alimentari che non alimentari. Va precisato che nel numero degli esercizi che compongono il piccolo dettaglio, sono inclusi anche gli esercizi di vendita di carburante, le farmacie e le tabaccherie, la cui attività segue una specifica regolamentazione. Sono localizzati in maniera capillare specie nelle regioni del Mezzogiorno, dove è presente il 42,3% del totale, mentre nel Nord opera il 37,5% degli esercizi. Le ripercussioni sulla rete di vendita di una generalizzata riduzione dei consumi e di una maggiore prudenza delle famiglie nei comportamenti di acquisto, ha prodotto un modesto decremento (-0,1%) dello stock di questi esercizi rispetto al 2010 interessando in pari misura sia l'area alimentare, che non alimentare. Nell'alimentare la componente che ha mostrato le maggiori difficoltà è stata quella dei non specializzati (-0,2%), in maggioranza superettes con superficie di vendita inferiore a 200 mq., la cui riduzione di punti vendita è stata più accentuata nel Sud e nel Nord-Ovest. A livello territoriale 12 regioni hanno perso esercizi, in particolare la Valle d'Aosta (-2,9%), Molise (-2,6%) e Trentino Alto Adige (-1,6%). La riduzione complessiva degli esercizi dell'area non alimentare sintetizza andamenti differenziati dal punto di vista delle merceologie vendute e del territorio.
In linea con l'andamento della spesa da parte delle famiglie, il settore delle apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, è l'unico che registra un incremento significativo di esercizi in quasi tutte le regioni (+2,6%); di minore entità è stato l'incremento per quanto riguarda le pompe di benzina (+0,9%) che sono soggette dalla normativa regionale a piani di sviluppo diversi da quelli del commercio.
La performance negativa delle vendite di prodotti durevoli per la casa, come l'arredamento, ha ridimensionato il numero dei negozi di mobili e di articoli di arredamento che, rispetto al 2010, si sono ridotti dell'1,3% a livello nazionale, con punte del -1,7% nel Sud e nel Nord-Est.
Per questo settore la riduzione dei punti vendita è stata molto accentuata in Basilicata (-4,0%), in Friuli Venezia Giulia (-3,5%) e in Molise (-3,7%).
Mercato difficile anche per i negozi di ferramenta, vernici e materiale di costruzione che hanno registrato una riduzione di esercizi a livello nazionale dello 0,8%, con cali più accentuati nel Centro-Nord. In questo settore la concorrenza delle grandi superfici specializzate si sta accentuando.
Nel settore dell'abbigliamento-calzature, contraddistinto negli anni recenti dal moltiplicarsi di iniziative di cittadini extracomunitari, lo stock complessivo degli esercizi è rimasto invariato, anche se nel Nord-est e nel Centro i punti vendita sono cresciuti (rispettivamente +0,6% e +0,3%).

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