1) Oltre il 10 per cento delle famiglie italiane in condizioni di povertà

1) Oltre il 10 per cento delle famiglie italiane in condizioni di povertà

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19 gennaio 2011

Secondo il rapporto dell'Istat, Noi Italia", nel 2009, le famiglie in condizioni di povertà relativa sono il 10,8% di quelle residenti; si tratta di 7,8 milioni di individui poveri, il 13,1% della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 4,7% delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui. Nel 2008, circa il 61% delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore a quello medio (29.606 euro, circa 2.467 euro al mese). La distribuzione più diseguale si rileva in Sicilia, Campania, Lazio e Molise. Nel 2009, il 15,3% delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell'indice sintetico di deprivazione. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con valori più che doppi rispetto alla media nazionale. In Italia, prosegue il rapporto, è occupato il 57,5% della popolazione nella fascia di età 15-64 anni. Rimangono notevoli le differenze di genere: le donne occupate sono il 46,4%, gli uomini il 68,6. Nel 2009 il tasso di occupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita, tornando ai livelli del 2005. I livelli dell'occupazione nazionale restano ben al di sotto delle medie europee, soprattutto per quando riguarda la componente femminile. Il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni e' pari al 35,7%, in aumento rispetto al 2008 e in controtendenza rispetto a quanto avvenuto per l'occupazione nel suo complesso. Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni nell'Unione europea e' pari al 28,9%. L'Italia, con il 37,6%, si colloca al terzo posto della graduatoria a 27 paesi. Spicca il valore particolarmente elevato dell'inattività femminile (48,9%). Nel nostro Paese il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) e' pari al 25,4%, in aumento di oltre quattro punti rispetto all'anno precedente e superiore a quello medio dell'Unione (19,8%). La quota di unità di lavoro irregolari e' pari all'11,9%. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell'agricoltura
circa uno su quattro.

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