5) Rete Imprese: "Contrattazione territoriale novità assoluta"

5) Rete Imprese: "Contrattazione territoriale novità assoluta"

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20 novembre 2012

"La novita' assoluta dell'accordo sulla produttivita' sta nella contrattazione territoriale: "una nuova
frontiera molto interessante per le piccole aziende che sono la stragrande maggioranza delle imprese italiane''. E' il presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini, a commentare, in una intervista al 'Il Diario del lavoro', il testo finale dell'intesa al momento alla firma di sindacati e imprese e che domani sara' al centro di un incontro tra parti sociali e governo a palazzo Chigi. Un testo che non scardina, come dice la Cgil, il contratto nazionale. ''E' vero il contrario - dice Guerrini - proprio questo meccanismo consente, attraverso la defiscalizzazione, di mettere piu' soldi in tasca ai dipendenti, tassandolo al 10% invece che al 30%". Inoltre, prosegue, "l'accordo e' un quadro di riferimento, ma saranno le parti a decidere quanto salario si sposta dal contratto nazionale al secondo livello''. Ed il fatto che per questo la Cgil si appresterebbe a non firmare l'intesa non allarma le imprese. "Sono convinto che accadra' quanto gia' avvenuto in passato: non si firma un accordo nazionale, ma poi si lavora insieme ad altri livelli", spiega Guerrini ricordando il no del sindacato di corso Italia sul contratto dell'artigianato.";a poi ha firmato quelli settoriali. Andra cosi'anche questa volta''. Questo accordo, d'altra parte, "risolve il problema della produttivita' che in Italia e' la piu' bassa d'Europa", dice sollecitando una visione realistica della situazione: "o aumentiamo la produttivita', o le aziende dovranno mettere molti lavoratori in cassa integrazione, e poi licenziare. Oggi le aziende pagano troppo, e le buste paga sono troppo leggere. Un dipendente mi costa 2000 euro, ma lui ne riceve solo 1000. Il solo modo per spezzare questo meccanismoinfernale e' recuperare produttivita', defiscalizzare il lavoro in piu' che viene prodotto. E poi, certo, sperare che l'economia riparta''.

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