A Catania seminario sull'internazionalizzazione

A Catania seminario sull'internazionalizzazione

"Università e impresa: cooperazione per l'internazionalizzazione" è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, in collaborazione con Confcommercio Catania e Jean Monnet International Business for European Union. Agen: "convincere le aziende ad affacciarsi nel mercato internazionale è un'impresa epocale".

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31 ottobre 2014

Le profonde trasformazioni che sta subendo il sistema economico mondiale rischiano di stravolgerne la sua tradizionale struttura. Il ruolo guida svolto negli ultimi decenni dagli Stati Uniti, infatti, e in parte anche dall'Europa, viene sempre più eroso dall'aggressività, anche sotto il profilo dell'innovazione tecnologica, delle economie asiatiche, in particolare Cina e India, e dal rapido affermarsi di nuovi Paesi emergenti in continenti diversi dall'Europa (Brasile, Russia, Repubbliche caucasiche e Sud Africa).  L'impresa italiana deve prendere atto di questa realtà e adattarsi rapidamente ad essa: se vuole rimanere competitiva e assicurarsi una crescita fisiologica, deve essere capace di pensare e operare in uno scenario più ampio di mercati. In una parola, deve "internazionalizzarsi". Un processo ineluttabile, una nuova sfida per l'impresa italiana che deve imparare ad operare senza frontiere. Grazie a una specifica iniziativa di cooperazione tra un innovativo e ambizioso Corso di Laurea Magistrale istituito dall'Università di Catania, dedicato proprio alla "internazionalizzazione delle relazioni commerciali", e l'Ufficio per l'internazionalizzazione di Confcommercio Catania si è tenuto il 31 ottobre scorso un seminario su "Università e impresa: cooperazione per l'internazionalizzazione" (il progetto "INTERLAB"), organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, in collaborazione con Confcommercio Imprese per l'Italia di Catania e Jean Monnet International Business for European Union. "Non dobbiamo piangerci addosso, bisogna saper cogliere le opportunità anche in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. E se ci sono innumerevoli fattori penalizzanti per lo sviluppo della nostra economia – ha detto il vicepresidente nazionale di Confcommercio, Pietro Agen – come un inadeguato sistema dei trasporti, la carenza delle esportazioni, clientelismo, sottoccupazione e precariato che continueranno a far sprofondare ancora più giù la Sicilia se i nostri governanti non si sbrigheranno a fare delle scelte, dall'altra parte si può e si deve puntare sul completamento delle infrastrutture con un forte investimento nel settore dei trasporti e della viabilità, sul turismo che potrebbe incrementare di 3–4 punti il Pil e naturalmente l'internazionalizzazione". "Voi giovani – ha continuato Agen – avete quel know how che manca alla maggior parte delle nostre imprese, ancora a conduzione familiare, che puntano a far lavorare il figlio che magari è interessato ad altra carriera e mancano di un buon ufficio marketing. Convincere le aziende ad affacciarsi nel mercato internazionale è un'impresa epocale, nella mia esperienza di presidente della Camera di Commercio di Catania siamo riusciti a convincere solo 200 aziende su 100mila presenti sul nostro territorio a guardare oltre confine. Le micro imprese da sole non hanno la forza economica per rivolgersi ai mercati internazionali ma col contratto di rete possono mettersi insieme soggetti simili e andare alla conquisti di nuovi mercati. In questo gioca un ruolo fondamentale quello degli studenti, che possono rappresentare un bastone su cui l'imprenditore può appoggiarsi, trasmettendo la cultura dello stare insieme. La crisi, se la sappiamo usare, non ci danneggia, ma ci aiuta".

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