Abi: calano i prestiti a famiglie e imprese

Abi: calano i prestiti a famiglie e imprese

Rapporto mensile dell'Associazione bancaria italiana. A maggio la variazione annua è pari a -3,1%, lo stesso valore del mese prima. Il rallentamento della dinamica dei prestiti è generalizzato in tutti i principali Paesi europei, con l'eccezione della Francia.

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18 giugno 2013

 

A maggio l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.893,5 miliardi di euro, è superiore all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.745,1 miliardi di euro. A seguito della crisi in atto, la rischiosità dei prestiti rimane elevata (le sofferenze nette hanno toccato ad aprile quota 66,4 miliardi, le lorde 133,3 miliardi); il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari al 3,5% ad aprile (3,4% a marzo 2013; 2,6% ad aprile 2012). Sono dati pubblicati nel rapporto mensile dell'Associazione bancaria italiana. Laddove si consideri il rapporto sofferenze lorde su impieghi, scrivono gli analisti dell'Abi, esso risulta pari al 6,8% in aprile  (5,5% un anno prima), valore che raggiunge il 12,5% per i piccoli operatori economici (10,4% ad aprile 2012), il 10,6% per le imprese (8,1% un anno prima) ed il 5,9% per le famiglie consumatrici (5% ad aprile 2012). Si conferma la flessione dei finanziamenti a famiglie e imprese: la variazione annua è pari a -3,1% a maggio, lo stesso valore del mese prima. L'andamento è in linea con l'evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e Investimenti). Gli analisti dell'Abi sottolineano che il rallentamento
della dinamica dei prestiti è generalizzato in tutti i principali Paesi europei, con l'eccezione della Francia. In particolare, laddove si considerino le dinamiche dell'indice di intensità creditizia, cioè del rapporto tra credito e Pil, in modo da tener conto della diversa intonazione del ciclo reale dei diversi Paesi dell'area euro, l'Abi rileva che nel primo trimestre del 2013 il dato italiano (-0,6%) si colloca al di sopra del dato medio dell'eurozona (-1,4%). Ed è al di sopra anche del dato tedesco (-1,1%) e ovviamente di quello spagnolo (-7,4%). Soltanto l'esperienza francese presenta connotati migliori (+0,6%). Sul versante dei tassi, l'Abi annota che a maggio il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,75% (3 centesimi al di sotto del mese precedente e -28 punti base rispetto a maggio 2012). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,55% (dal 3,60%), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni al 3,67% (dal 3,72% del mese precedente). A maggio permane negativa la dinamica su base annua delle obbligazioni, cioè della raccolta a più lungo termine (-9,5%, con una riduzione su base mensile in valore assoluto
di circa 2 miliardi di euro), mentre l'andamento su base annua della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) rimane positivo (+1,6% a maggio;
+1,2% il mese prima). È ancora sostenuto l'incremento dei depositi (+7,3% contro +6,9% di aprile). La differenza fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie a maggio è risultato pari a 176 punti base. Prima dell'inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti.
 

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