AGRICOLTURA E PESCA

AGRICOLTURA E PESCA

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17 luglio 2002
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AGRICOLTURA E PESCA

 

 

1)    Lavori della Commissione europea

 

a) Riforma della pesca

La Commissione europea ha presentato, il 28 maggio, un pacchetto di riforme relativo alla politica comune della pesca (PCP). I documenti presentati sono i seguenti:

·       Comunicazione sulla riforma della politica comune della pesca (Calendario) (Com-02-181);

·       Comunicazione della Commissione su un piano d’azione comunitario volto ad sradicare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Com-02-180);

·       Proposta dir regolamento sulla conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell’ambito della politica comune della pesca (Com-02-185);

·       Comunicazione sull’istituzione di un piano d’azione comunitario volto ad integrare le esigenze di tutela dell’ambiente nella politica comune della pesca (Com-02-186);

·       Proposta di regolamento che istituisce una misura comunitaria di emergenza per la demolizione dei pescherecci (Com-02- 190);

·       Proposta di regolamento recante modifica del regolamento 2792/1999 che definisce modalità e condizioni delle azioni strutturali comunitarie nel settore della pesca (Com-02-187).

 

  • Comunicazione sulla riforma della politica comune della pesca (Calendario) (Com-02-181)

La normativa comunitaria in vigore prevede l’attuazione di una riforma della PCP entro il 2002. Una politica che ha bisogno, secondo la Commissione, di cambiamenti fondamentali a causa del depauperamento delle risorse ittiche, della diminuzione delle catture, di troppo pescherecci per un numero insufficiente di pesci, di un’emoraggia continua di posti di lavoro e  di una mancanza di controlli e sanzioni efficaci. Pertanto, la Commissione europea propone che la nuova PCP dovrà mirare a garantire:

·       l’apertura e la trasparenza, in particolare migliorando la qualità e la trasparenza dei pareri e dei dati scientifici in base ai quali vengono adottate le decisioni strategiche;

·       la partecipazione, mediante un coinvolgimento più forte e più ampio dei soggetti interessati, dalla fase di elaborazione a quella di attuazione strategica, anche a livello locale e regionale;

·       l’attendibilità, tramite una definizione più chiara delle responsabilità a livello europeo, nazionale e locale;

·       l’efficacia, mediante processi decisionali il cui esito sia adeguatamente valutato, controllato e rispettato, e

·       la coerenza con altre strategie comunitarie, in particolare con le politiche riguardanti l’ambiente e lo sviluppo, in un’ottica transettoriale.

 

    • Comunicazione della Commissione su un piano d’azione comunitario volto ad sradicare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) (Com-02-180)

Per combattere la pesca illegale e garantire una pesca sostenibile al di fuori delle acque comunitarie, la Commissione intende proporre un piano d'azione volto a:

Ø     rafforzare e completare il quadro giuridico internazionale per eliminare sia l'uso di navi battenti bandiere di comodo e la pratica degli sbarchi in porto senza adeguati controlli

Ø     migliorare la valutazione degli stock accessibili ai pescatori della UE al di fuori delle acque comunitarie

Ø     ottenere migliori valutazioni scientifiche sullo stato degli stock prima di concludere nuovi accordi di partenariato con i paesi terzi in questione e

Ø     riformare il quadro UE per il controllo delle attività di pesca al di fuori delle acque comunitarie.

 

Azioni a livello comunitario

1.   Controllo dello Stato sui propri cittadini: il fine è di dissuadere i cittadini degli Stati membri dall’immatricolare i propri pescherecci sotto la giurisdizione di Stati che non adempiono ai propri obblighi di bandiera e dal commettere impunemente infrazioni.

2.   Definizione di procedure volte ad introdurre disposizioni concordate a livello internazionale sulla sostenibilità delle risorse alieutiche

3.   Controllo delle attività associate alla pesca INN: l’obiettivo è di evitare che importatori, trasbordatori, acquirenti, consumatori, fornitori di materiali, banche, assicurazioni ed altri prestatori di servizi intrattengano relazioni commerciali con pescherecci che praticano la pesca INN.

4.   Sensibilizzazione della filiera della pesca, dei consumatori e del grande pubblico in generale sulla necessità di lottare contro la pesca INN.

 

Azioni a livello di ORP (Organizzazione regionale per la pesca)

5.   Sviluppo di sistemi di controllo e d’ispezione in seno a ciascuna ORP

6.   Regolamentazione di alcune attività di pesca in alto mare

7.   Identificazione e sorveglianza dei pescherecci INN: il fine è di identificare pescherecci INN secondo procedure e criteri trasparenti e non discriminatori per sanzionare siffatte attività e poter intervenire presso gli Stati di bandiera in modo da scoraggiarne la pratica.

8.   Promozione di piani d’azione armonizzati destinati a ridurre la pesca illegale

9.   Individuazione e quantificazione delle catture illegali

10.              Certificazione e documentazione

 

Azioni a livello internazionale

11.              Miglioramento dell’informazione relativa alla situazione dei pescherecci

12.              Rafforzamento della cooperazione internazionale

13.              Definizione del legame sostanziale tra lo Stato e la nave

14.              Definizione di diritti e doveri dello Stato del porto

 

Azioni in partenariato con i paesi in via di sviluppo

15.              Assistenza ai paesi in via di sviluppo nella lotta contro la pesca illegale

 

    • Proposta dir regolamento sulla conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell’ambito della politica comune della pesca (Com-02-185)

Il tema principale di tale proposta è la conservazione degli stock ittici ed il contenimento dell’impatto ambientale della pesca, nonché le misure collegate volte ad adeguare la capacità di pesca ed a garantire il controllo e l’esecuzione delle disposizioni della PCP; la proposta riguarda altresì le procedure decisionali e di consultazione. L’obiettivo è pertanto di attuare progressivamente una gestione della pesca basata sugli ecosistemi, contribuendo nel contempo a promuovere un’attività di pesca efficiente nell’ambito di un settore della pesca e dell’acquacoltura economicamente redditizio e competitivo, garantendo un equo tenore di vita a coloro che dipendono dalle attività di pesca e tenendo conto degli interessi dei consumatori.

 

  • Comunicazione sull’istituzione di un piano d’azione comunitario volto ad integrare le esigenze di tutela dell’ambiente nella politica comune della pesca (Com-02-186)

Il piano d’azione è volto ad integrare le esigenze connesse alla tutela dell’ambiente nella PCP mediante la definizione di principi orientativi, misure di gestione ed un programma di lavoro allo scopo di favorire lo sviluppo sostenibile.

 

  • Proposta di regolamento che istituisce una misura comunitaria di emergenza per la demolizione dei pescherecci (Com-02- 190)

La proposta mira ad autorizzare gli Stati membri a offrire ulteriori aiuti economici agli armatori pesantemente colpiti dalle riduzioni dello sforzo di pesca affinché procedano alla demolizione dei loro pescherecci. L'obiettivo è di incoraggiare un numero maggiore di armatori ad accettare l'offerta riducendo così, nelle attività di pesca soggette ai piani di gestione pluriennali, la capacità della flotta a dimensioni compatibili con le risorse disponibili. La misura in questione dovrebbe restare in vigore limitatamente al periodo 2003-2006, per incoraggiare gli armatori a procedere rapidamente al disarmo. La proposta contiene due elementi fondamentali che consentono di  concedere ulteriori premi per la demolizione di navi:

·       in primo luogo, essa contiene una deroga alle attuali norme SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento per la Pesca) che consente un incremento del 20% dell'importo dei premi alla demolizione da assegnare agli armatori duramente colpiti da un piano di gestione pluriennale;

·       in secondo luogo, essa istituisce per l'anno 2003 uno speciale incentivo per concedere agli Stati membri altri fondi per finanziare le ulteriori demolizioni, in aggiunta ai fondi comunitari già disponibili attraverso lo SFOP. Per il periodo 2004-2006, i fondi necessari per le ulteriori demolizioni previste dal presente regolamento saranno reperiti grazie a una riprogrammazione dei Fondi strutturali prevista all'atto della revisione intermedia.

Nel quadro dell'attuale programmazione SFOP, i fondi destinati al disarmo sono pari a 663 milioni di €. La Ce stima in 271,6 milioni di € gli ulteriori fondi necessari per il disarmo dei pescherecci che potrebbero essere duramente colpiti dai piani di gestione pluriennali.

 

  • Proposta di regolamento recante modifica del regolamento 2792/1999 che definisce modalità e condizioni delle azioni strutturali comunitarie nel settore della pesca (Com-02-187)

Nella sua comunicazione sulla riforma della Politica comune della pesca (Calendario, di cui sopra), la Commissione sottolinea la necessità di adottare una politica della flotta più semplice, efficace e trasparente che dovrebbe basarsi sulle tre principali linee di azione illustrate di seguito

·       restrizioni in materia di aiuti per l'ammodernamento, il rinnovo e l'esportazione delle navi da pesca;

·       misure speciali per le imbarcazioni interessate dai piani di gestione pluriennali;

·       un sistema più semplice per limitare la capacità di pesca.

Queste linee di azione sono state tradotte nelle proposte di regolamento sulla conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell'ambito della politica comune della pesca, di regolamento che istituisce una misura comunitaria di emergenza per la demolizione dei pescherecci e nella presente proposta con riferimento alle seguenti modifiche del regolamento (CE) n. 2792/1999:

·       Il rinnovo della flotta deve avvenire senza che vi sia alcun aumento dello sforzo di pesca, in un contesto economicamente sano e senza finanziamenti pubblici. Gli aiuti alla modernizzazione della flotta saranno permessi solo se destinati al miglioramento della sicurezza, dell'igiene, delle condizioni di lavoro o della qualità dei prodotti della pesca a bordo o al miglioramento dei metodi di pesca (selettività degli attrezzi, ecc.), evitando qualsiasi aumento dello sforzo di pesca;

·       non saranno più ammessi gli aiuti di Stato all'esportazione di imbarcazioni verso paesi terzi e alla creazione di società miste. Misure di questo tipo comportano infatti il trasferimento della sovraccapacità comunitaria verso paesi terzi e non rispondono all'esigenza di impiegare correttamente il denaro dei contribuenti europei;

·       le misure a favore della piccola pesca costiera non devono incrementare lo sforzo di pesca, in particolare nei fragili ecosistemi marini costieri, né aumentare l'impatto degli attrezzi da traino sugli organismi bentonici;

·       le misure di tipo socioeconomico sono già utilizzate per ridurre lo sforzo di pesca, incoraggiando i pescatori alla riconversione o alla diversificazione delle loro attività verso settori diversi da quello della pesca marittima. Si propone tuttavia di consentire ai beneficiari delle misure di diversificazione di continuare a pescare in regime di part-time purché ciò si accompagni a una riduzione dello sforzo di pesca.

 

b) Pesca: Organizzazione Comune dei mercati

La Commissione europea ha pubblicato un documento relativo all’Organizzazione comune dei mercati  nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Il testo è reperibile sul sito Internet: http://europa.eu.int/comm/fisheries/doc_et_publ/liste_publi/facts/ocm_it.pdf. Ricordiamo che l’organizzazione del mercato contribuisce all’obiettivo generale della PCP (Politica Comune della Pesca), vale a dire cercare di garantire una pesca sostenibile e assicurare il futuro del comparto della pesca. La stabilità dei prezzi, un equilibrio ottimale tra domanda e offerta e una preferenza per la produzione dell’Ue, senza trascurare la domanda crescente del settore della trasformazione, sono stati gli obiettivi principali dell’OCM negli ultimi decenni. Per conseguirli, gli strumenti principali sono stati: definizione di standard di commercializzazione comuni; istituzione delle organizzazioni di produttori; introduzione di un sistema di sostegno dei prezzi basato su meccanismi di intervento; creazione di un regime di scambi con gli Stati non membri.

 

c) Acquicoltura

La Commissione europea ha altresì pubblicato un fascicolo sull’acquacoltura nell’Ue con le cinque principali specie prodotte negli Stati membri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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