Alto Adige: "bene la legge sul commercio"

Alto Adige: "bene la legge sul commercio"

Unione commercio turismo servizi soddisfatta per la veloce approvazione del disegno di legge: "impedita per ora la totale liberalizzazione"

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7 marzo 2013

 

Piena soddisfazione da parte dell'Unione commercio turismo servizi Alto Adige per l'approvazione da parte del Consiglio provinciale del disegno di legge sul commercio. "Il provvedimento approvato è diverso rispetto alla nostra proposta, ma ha ripreso molti aspetti importanti che avevamo evidenziato. Alla Giunta ed ai consiglieri provinciali va il nostro ringraziamento", sottolineano il presidente dell'Unione Walter Amort e il direttore Dieter Steger. "Ci auguriamo ora, che l'entrata in vigore avvenga prima della pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale. In questo modo avremmo, al momento, impedito la totale liberalizzazione del commercio al dettaglio nelle zone produttive e potremmo preparare insieme alla Provincia e al nuovo Governo a Roma una soluzione definitiva", aggiungono. Per l'Unione era importante agire a livello legislativo con urgenza, senza aspettare passivamente la motivazione della sentenza da Roma. I prossimi giorni saranno decisivi per la politica commerciale in Alto Adige. "A breve termine attendiamo la sentenza della Corte costituzionale in merito alla nuova legge provinciale sul commercio, in merito alla quale l'Unione ha lottato con impegno affinché fosse confermata soprattutto la regolamentazione degli orari di apertura e il divieto di commercio al dettaglio nelle zone produttive", spiegano Amort e Steger. Ed è proprio contro questi due punti che il Governo ha presentato ricorso alla Corte costituzionale. Il Consiglio provinciale, la Giunta provinciale e il Consorzio dei Comuni erano consapevoli del pericolo di una rapida uscita di scena delle leggi che regolano la tutela dell'Alto Adige. Il tutto avrebbe come conseguenza il verificarsi di danni irreparabili al tessuto commerciale nelle città, nei quartieri e nei paesi altoatesini. Le tre istituzioni si sono impegnate a limitarne per adesso la portata per mezzo di misure legislative a livello locale.

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