"Le librerie hanno diritto a un margine sicuro"

"Le librerie hanno diritto a un margine sicuro"

Un intervento dell'Antitrust ha fatto crollare dal 25 al 15% la percentuale del prezzo che resta ai librai. La distribuzione dei testi scolastici è così a rischio: l'Associazione librai chiede un nuovo patto di filiera.

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21 agosto 2023

Sull'importanza del ruolo delle librerie, a parole, sono tutti d'accordo. Anche l'Antitrust, che ha deciso che l'accordo di categoria che sanciva il riconoscimento da parte degli editori alle librerie di un margine lordo del 25% sul prezzo dei libri - che in Italia è stabilito per legge dall'editore e non dal libraio - era lesivo della concorrenza, perché pregiudicava la possibilità per le stesse librerie di avere un margine migliore. Risultato: il margine è crollato al 15%, mettendo a dura prova la tenuta della catena distributiva, specie in un momento delicato come quello della consegna dei testi scolastici. "Ci sono aziende che stanno rinunciando a fornire il servizio a famiglie e scuole" dice Paolo Ambrosini, presidente dell'Ali - Associazione librai italiani Confcommercio-Imprese per l'Italia "perché non ritengono equo questo margine che viene riconosciuto oggi dagli editori, che si fanno forti di un dato di fatto: quando hanno in mano l'adizione dei libri da parte della scuola sanno che il fatturato garantito, non è che la libreria possa aiutarli a vendere un libro in più. Quel che può fare la libreria è accompagnare lo studente, consigliarlo nella scelta, evitare l'incauto acquisto, intervenire quando ci sono liste scolastiche non corrette, essere un punto di riferimento costante e presente tutto l'anno se il libro è fallato, se mancano delle pagine". Circa 12 anni fa è stato stabilito che per i libri di testo c'è un massimo tetto adozionale, una spesa massima alla quale la famiglia può essere chiamata. "Questo tetto non è mai stato rinnovato fino a oggi, con una scelta miope della podi Riccardo Venturi litica sulla quale ci sarebbe molto da discutere" spiega Ambrosini. "Negli anni di bassa inflazione, gli editori sono sempre riusciti a mantenere una marginalità ottima riducendo il margine delle librerie. Questo gioco non funziona più, perché l'inflazione è troppo alta. Sono in grossissima difficoltà, e a pagare saranno le scuole e le famiglie. Gli insegnanti infatti hanno tolto dalla scelta opzionale alcuni testi per restare all'interno del plafond di spesa, ma non posso pensare che gli insegnanti possano restare senza uno strumento per insegnare la loro materia A un certo punto è probabile che diranno: non abbiamo adottato il testo per errore, questo è il libro. Ma così il testo esce dal tetto di spesa e dal controllo degli organi collegiali con i rappresentanti degli alunni e dei professori. Alla fine il genitore dirà: anche se non è stato adottato, lo vado a prendere. È un danno per le famiglie che non hanno la certezza della spesa, e perché non essendo stato adottato il libro non è detto che sia stato effettivamente prodotto e che quindi sia disponibile". Il meccanismo insomma non funziona più e va rivisto. "La dinamica è sfuggita dal controllo del sistema perché l'Associazione italiana degli editori, come noi diciamo da anni, ha rifiutato il confronto, salvo trovarsi oggi in una situazione di emergenza nella quale ci chiedono di sostenerli nella richiesta di revisione dei tetti di spesa, fermi a 12 anni fa" scandisce il presidente dell'Ali. "Siamo disponibili, a condizione di ridiscutere tutta la dinamica all'interno della filiera. Non è pensabile che il ministero autorizzi la revisione dei tetti di spesa e che il giorno dopo i signori editori vengano nuovamente a tagliare i margini alle librerie. Si deve definire un margine fissato per legge, tutelato e certo, in modo che le nostre imprese possano fare programmazione, investimenti in personale, strutture, aggiornamento del servizio al cliente, per lavorare in serenità".

tratto da Economy Magazine

di Riccardo Venturi

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