Aperture domenicali: Confcommercio, Confesercenti e sindacati uniti

Aperture domenicali: Confcommercio, Confesercenti e sindacati uniti

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31 gennaio 2012

Dopo la firma del documento unitario che ha visto categorie economiche e sindacati uniti per chiedere un territorio più "programmato ed uno sviluppo più sostenibile", ora Confcommercio, Confesercenti e sindacati scendono nuovamente in campo per "trovare una via trevigiana" alla liberalizzazione totale delle aperture domenicali e degli orari, imposta dal Governo Monti.
Unascom-Confcommercio, insieme a Confesercenti ed ai rappresentanti delle Federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uitltucs Uil di Treviso, unitamente alle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil Treviso, hanno preso carta e penna e predisposto un ordine del giorno che sta per essere spedito a tutti i sindaci dei Comuni della Provincia di Treviso perché venga adottato nelle varie sedi municipali in nome di quell'auspicato e più volte richiesto "sviluppo" di un comparto, quale è il commercio, afferma il presidente di Confcommercio Treviso Guido Pomini, già "drenato dalla crisi, messo a dura prova da una liberalizzazione iniziata con Bersani nel 1998, e che fa i conti con oltre 27 centri commerciali che gravitano nella nostra provincia". Chiari ed eloquenti i contenuti del documento congiunto: "20 domeniche all'anno di apertura (Natale compreso) e 13 ore di servizio continuativo giornaliero, che vanno a sommarsi alle deroghe totali consentite nelle città d'arte, sono più che sufficienti - scrivono i firmatari - per rispondere a qualsiasi esigenza di spesa e di acquisto, senza nulla togliere alla convenienza, alla modernità, all'innovazione ed al confronto con l'Europa". Forte la richiesta indirizzata ai sindaci, ai quali, recita il documento, compete il dovere di "adoperarsi perché lo sviluppo economico dei territori tenga conto delle esigenze di servizio, di relazione e di coesione sociale". In sintesi, l'appello che parte da Treviso non lascia dubbi: una via trevigiana, uniforme e sostenibile, alle liberalizzazioni, si può trovare, basta volerlo, usando il buon senso e tenendo conto delle reali richieste del territorio, facendo tesoro dell'esperienza di "equilibrio" raggiunta in questi anni grazie al forte lavoro di concertazione sindacale.


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