Ascom Torino: "negozi falcidiati da affitti killer"

Ascom Torino: "negozi falcidiati da affitti killer"

L'Ascom piemontese scende a fianco dei commercianti contro la "piagha" costituita dal continuo incremento dei prezzi degli affitti dei locali commerciali. Lettera aperta al sindaco e all'amministrazione comunale.

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12 settembre 2011

L'Ascom Torino scende a fianco dei commercianti contro quella vera e propria "piagha" costituita dal continuo incremento dei prezzi degli affitti dei locali commerciali con una lettera di denuncia, dove non manca, insieme ad una precisa richiesta di soluzione al problema, anche una chiara presa di posizione da parte dell'Ascom subalpina contro l'Amministrazione Comunale torinese. Destinatario della missiva (inviata per conoscenza anche agli assessori Tedesco e Passoni, con delega rispettivamente al Commercio e al Bilancio e Patrimonio) il primo cittadino, Piero Fassino.Partendo dal dato incontestabile di una pesante crisi dei consumi che anche a Torino sta mettendo a dura prova il mondo del commercio ( con cifre che per il settore parlano -relativamente al 2010 - di 26mila occupati in meno in Piemonte e di 18mila nella sola provincia di Torino, senza contare il forte incremento delle ore di cassa integrazione soprattutto straordinaria), la lettera dell'Ascom punta il dito, fra le tante concause "che sempre più mettono a repentaglio la capacità di tenuta delle nostre aziende proprio sul costante e crescente incremento degli affitti dei locali commerciali, ormai a livelli difficilmente sostenibili dalle piccole e medie attività". Con conseguenze che stanno sotto gli occhi di tutti, come "la perdita di tutta una serie di marchi ed attività storiche che costituivano elementi di attrazione e di prestigio per l'offerta, nonché un evidente depauperamento della varietà e spesso del livello della rete commerciale, così come la diffusione di numerosi locali vuoti anche a ridosso delle più importanti vie dello shopping". L'Ascom sollecita il sindaco Fassino e il Comune "per ricercare una soluzione che contemperi da un lato un equo livello di mercato dei canoni, ma al tempo stesso scongiuri, per gli attuali conduttori dei locali in oggetto, di diventare vittime di fenomeni prettamente speculativi e di vedersi compromesse le stesse loro capacità di sopravvivenza".

 

 

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