Ascom Treviso: assemblea annuale tra speranze, conferme e preoccupazioni

Ascom Treviso: assemblea annuale tra speranze, conferme e preoccupazioni

Forte l'attivismo sindacale dell'Associazione, ma pesa la preoccupazione per le imprese stremate dal fisco, dalla carenza di liquidità e dal costo del lavoro.

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16 luglio 2013

Più forza all'Europa, maggior slancio alla politica "quella buona", sì ai tagli più netti agli sprechi pubblici, si all' accesso al credito (oggi migliore grazie allo sforzo condotto con alcuni istituti, al ruolo di Terfidi d al bando della Camera di Commercio), più politiche attive per i giovani e per l'occupazione, sì ad un fisco più equo e ad una giusta e corretta lotta all'evasione fiscale, no all'aumento dell'Iva e dell'Imu. L'Assemblea annuale ordinaria dei quadri direttivi di Ascom-Confcommercio Treviso, tenutasi il 15 luglio al Palazzo del Terziario, è iniziata con la tradizionale relazione del presidente Guido Pomini, alla guida dell'Associazione dal 2007. Pomini ha scandagliato a fondo il malessere del Paese, stretto tra il peso del rigore e la voglia di crescita, passando in rassegna tutte le ferite, ancora aperte, della crisi economica, rispetto alla quale  incide l'aspettativa, in parte tradita, di "non esserne ancora usciti", pur potendo contare (col contagocce) sulle buone e recentissime notizie di Bruxelles che, se da una parte ci sdoganano dalla "procedura d'infrazione" e sembrano "fare riferimento a politiche meno severe e più attente alla crescita", dall'altra contrastano con le ingessature burocratiche che ancora non ci hanno consentito di rivedere "al più presto il patto di stabilità interno per dare la possibilità agli Enti locali di smobilitare gli investimenti e sbloccare i pagamenti a favore delle imprese, costrette a chiudere i battenti per carenza di liquidità". In primo piano - ancora una volta - la questione "chiusura imprese", che in questo 2013 ha visto, nel territorio, decine  di suicidi di colleghi esasperati dalla crisi e dalla mancanza di credito, oggi non "più accettabili", che fanno capire come sia urgente passare ai fatti promuovendo le necessarie riforme per garantire la ripresa. "Riforme - ha ribadito Pomini - che tutti conosciamo: del fisco, del lavoro Fornero, elettorale, della spesa pubblica, della giustizia. Tutte indispensabili ed attese da questo anomalo, ma al momento non deludente Governo di Servizio". E se la crisi morde (basta uno sguardo ai numeri "trevigiani" snocciolati da Pomini: -53% delle compravendite immobiliari, -25% di vendite auto, 8 mila lavoratori in mobilità, 21 milioni di ore di Cassa integrazione autorizzate, 3 fallimenti al giorno), le speranze non mancano. E sono quelle del terziario, che tutto sommato resta il settore dell'economia con migliori prospettive di crescita, con saldi (tra nuovi e cessati)  ancora sani, pur a fronte degli evidenti cali di fatturato, che ha  buoni motivi per pensare al futuro con fiducia.

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