Ascom Treviso: "urgente avviare riforme strutturali"
Ascom Treviso: "urgente avviare riforme strutturali"
Siamo ufficialmente entrati nel sesto anno di crisi: trimestre dopo trimestre, la crisi economica, nella nostra provincia, ha tagliato il 25% dei consumi delle famiglie trevigiane ed ha quasi arrestato interi settori (auto e mattone), contribuendo a cambiare, in maniera profonda, abitudini e stili di vita, e mettendo anche in luce le "pecche" del nostro territorio, troppo ricco di offerta commerciale rispetto alle reali esigenze dell'utenza. Tra i settori merceologici monitorati, nessuna sorpresa, solo conferme. I cali di vendite e fatturati, pur nella loro variabilità (passano dal 20% al 60%) non risparmiano nessuna categoria, idem per quanto riguarda le preoccupazioni per il futuro che, non solo prevalgono nella maggioranza delle interviste (dal 33% del turismo al 60% dei pubblici esercenti), ma anzi, in questa analisi, appaiono rafforzate da un eccesso di concorrenza che disturba pesantemente anche la GDO (57%). Segni meno su tutto dunque: moda (medie del -25%), alimentare (il 51% non prevede miglioramenti) soprattutto, ma anche carburanti e prodotti per la casa, un settore che, pur contando una quota di pessimisti del 20% (inferiore a quella di altri settori) non può certo affermare di essere fuori dalla congiuntura. Meno grigia e sicuramente più promettente del commercio tradizionale, l'analisi del settore "ad alto contenuto di conoscenza" (in sigla: kibs, ovvero imprese e professionisti operanti nei servizi avanzati): cultura, competenza, aggiornamento ed innovazione consentono di resistere agli urti della crisi se non con i rialzi dei fatturati, almeno in termini di fiducia, atteggiamento, approccio. Sicuramente più ottimistico ed improntato ad un sano realismo, il terziario avanzato è più abituato a fare i conti con la strutturalità della crisi, ma sembra anche consapevole di avere gli strumenti per "guardare oltre" e gestire il cambiamento. Cambiamento che colpisce in pieno i due desideri simbolo dei trevigiani: case e vacanze. Il primo penalizzato da un tonfo di vendite e fatturati che va oltre il 65%, ed il secondo influenzato dai nuovi stili di vita che vedono le famiglie tagliare su viaggi, vacanze, week-end (-33% in media). "Dopo 6 anni di crisi ufficiale"- commenta il presidente di Confcommercio Guido Pomini- "lo scenario appare delineato: la crisi è pesante e strutturale, la domanda è in calo perché il consumatore è profondamente cambiato: nelle abitudini, ma anche nella testa e nel cuore. Ha preoccupazioni più importanti della spesa quotidiana, non sa a quale futuro andrà incontro. Il proliferare di attività che ci ha reso famosi per essere, negli anni scorsi, una terra con alto tasso di imprenditorialità e fantasia ha creato un'over dose di offerta che ha saturato il mercato e riempito il territorio di contenitori vuoti ora in attesa di nuove destinazioni. L'economia intera si sta lentamente terziarizzando, orientandosi verso servizi ad alto contenuto di conoscenza. Siamo- alla fine dell'epoca dell'iper-consumo, per mutuare un'espressione recente che ho apprezzato proprio in questa sede, direi che siamo "nell'epoca delle passioni tristi e della grande rinuncia. Una rinuncia che riguarda tutti, nei vari ruoli: imprenditori, consumatori, lavoratori, cittadini. E se noi tutti dobbiamo ripensare e riformulare il nostro modello di crescita, alla Politica spetta un'azione energica che trasformi il rigore in sviluppo, passando attraverso la necessaria e non più rinviabile stagione delle riforme, drastiche e profonde, che non possono prescindere da una equa riduzione delle tasse e dalla costruzione di un fisco più incentivante, da una concezione del lavoro più snello e flessibile."