Confcommercio Campania: "Servizi e terziario motori dell'economia regionale"

Confcommercio Campania: "Servizi e terziario motori dell'economia regionale"

A Napoli Assemblea pubblica alla presenza del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca e del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Presentato il rapporto Svimez sul turismo in Campania.

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7 novembre 2023

A Napoli Confcommercio Campania ha celebrato la sua Assemblea pubblica alla presenza del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca e del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Nel corso dell'evento è stata presentato il rapporto Svimez sul turismo in Campania (documento completo in pdf). A fare gli "onori di casa" il presidente di Confcommercio Campania, Pasquale Russo, che nel suo intervento ha sottolineato che "il turismo è un elemento chiave per lo sviluppo della Campania ed è per questo motivo che abbiamo chiesto a Svimez di realizzare su questo tema il secondo di una serie di report sull’economia della Campania e del mezzogiorno. Il turismo va certamente bene ma ricordiamo che non ha ancora recuperato i livelli pre pandemia". "Oggi - ha detto Russo - occorre al fianco delle promozioni e di una adeguata programmazione anche intervenire su infrastrutture e sicurezza. La Campania si trova in una situazione economica particolare: in parte si vedono importanti segnali di ripresa dall’altro vediamo i rischi per le crisi dovute alle due guerre in corso, alla crisi energetica, all’inflazione e ai tassi mai così alti che creano inevitabilmente difficoltà di credito all’imprese. Abbiamo individuato nel turismo certamente uno dei settori in grande crescita così come illustrato nel report turismo realizzato dallo Svimez che da un lato è un vantaggio per le tante imprese del terziario avanzato dall’altro però c’è la necessità di aumentare i servizi e di puntare su un turismo di qualità che favorisca uno sviluppo economico del tessuto campano maggiore e più stabile". "C’è poi - ha aggiunto il presidente della Confcommercio regionale -  il rapporto con il governo nazionale che certamente deve avere un maggiore riguardo per il mezzogiorno e tra questi temi c’è sicuramente l’ipotesi di una ZES unica che se può essere un’opportunità al momento ci appare, così come ipotizzata, foriera anche di pericoli di frammentazione per la nostra economia. Sono questi i grandi temi sui quali Confcommercio, che è la più grande Associazione di categoria sia livello nazionale che a livello regionale, intende affrontare con continue proposte e suggerimenti per favorire l’economia della Campania e siamo molto contenti che partecipino alla nostra assemblea, oltre a tanti imprenditori, anche i rappresentanti dell’istituzioni della città e della regione”.

 

Sangalli: "Il nostro sistema argine forte contro la crisi economica"

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha partecipato a Napoli all'Assemblea di Confcommercio Campania. Nel suo intervento Sangalli ha sottolineato la difficile situazione economica che sta attraversando il Paese. "Il nostro Ufficio Studi prevede una crescita dei consumi al ribasso rispetto a quanto previsto dalla NADEF: non più dell’1% rispetto all’1,3% previsto dal Governo e permane il rischio di shock sul versante delle materie prime energetiche con il loro impatto su inflazione e crescita. C'è comunque una buona notizia: l’inflazione sembra orientata verso un rientro". "Un risultato - ha detto Sangalli - che è stato possibile raggiungere grazie a tutti noi, a tutti voi. E cioè grazie a quel modello italiano di pluralismo distributivo, che vede convivere grandi, medie, piccole imprese che riescono, con molta fatica, ad assorbire i momenti difficili, con costi ingenti, inflazione e ridotto potere d’acquisto delle famiglie. I nostri settori, dal commercio, al turismo, ai servizi, ai trasporti continuano a stare sul mercato, ad assicurare occupazione, ad avere a cuore i consumatori. Proprio la Confcommercio è da sempre la casa più grande del terziario di mercato ed anche la sostenitrice più convinta di questo modello". Secondo Sangalli, "il pluralismo, cioè la diversità dei soggetti economici, rende più forte, più resistente e più reattivo il sistema nel suo complesso. E lo rende a nostro parere molto più adatto ad affrontare le grandi crisi strutturali che attraversano il nostro Paese. La dico così. Nel nostro Paese attualmente ci sono quattro grandi crisi da governare, quattro “D” che potremmo riassumere così: crisi demografica, crisi della disuguaglianza, crisi educativa (potremmo chiamarla, della diseducazione), infine la crisi della disgregazione del territorio". "Sono crisi diverse - ha detto Sangalli -  ma collegate tra loro. La crisi demografica, con lo squilibrio tra allungamento della vita e crisi delle nascite, impatta profondamente sulla formazione, sul welfare, sul mercato del lavoro, sui consumi, sulla stessa demografia d’impresa. Quindi, impatta sulla sostenibilità futura del Paese. E, paradossalmente, la crisi demografica è un tema che tocca soprattutto il Meridione: un esempio per tutti, la perdita di 1,6 milioni di giovani in 10 anni. La crisi demografica richiama la seconda crisi, quella della disuguaglianza crescente, che ha come sintomo un’economia che non redistribuisce ricchezza ma la accumula, con la nascita di nuove fratture, come quelle generazionali, e l’ampliarsi di fratture storiche, come quella, appunto, tra Nord e Sud del Paese. E, guardate, lo abbiamo detto da sempre e lo ripetiamo con convinzione: se non cresce il Mezzogiorno non cresce il Paese". "Per colmare questa crisi della disuguaglianza - ha aggiunto Sangalli -  è determinante il combinato disposto delle riforme e degli investimenti del PNRR. E’ determinante una strategia di sostegno dell’accessibilità: in termini di potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto. E’ determinante sostenere l’imprenditorialità. Fare impresa resta infatti da sempre il miglior antidoto alla disuguaglianza. I nostri, in particolare, sono i settori del terziario di mercato, a partire dal turismo, che più di altri vengono scelti per mettersi in proprio dalle donne, dai giovani, e anche dagli immigrati. La crisi della diseguaglianza si collega in qualche modo anche alla crisi educativa, perché formazione e competenze permettono di fare scelte e non di subirle, a partire da quella di mettersi in proprio. E guardate il sistema di formazione professionale del mondo Confcommercio, nazionale, territoriale e di categoria, è uno dei più diffusi nel Paese. E quindi abbiamo una responsabilità aggiuntiva. Infine, la quarta D, la disgregazione del territorio, con le contraddizioni che arrivano fin dentro le nostre comunità. Nel tempo, proprio noi, con le nostre organizzazioni diffuse e radicate, siamo diventati la rappresentanza economica delle città e dei territori ed è il nostro ruolo rendere migliore la qualità della vita, nelle città e nei territori".

 

 

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