Assosementi: "più razionalità e meno allarmismo"

Assosementi: "più razionalità e meno allarmismo"

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4 marzo 2010
“Sugli ogm possono esserci i pareri anche i più divergenti, ma per il rispetto dei

“Sugli ogm possono esserci i pareri anche i più divergenti, ma per il rispetto dei

cittadini la comunicazione deve restare corretta. E’ infatti assolutamente

superficiale parlare di piante o sementi che non producono altri semi vitali o di

dipendenza dalle multinazionali, senza entrare nel merito del contesto operativo e

delle decisioni adottate”. Interviene cosi Luciano Tabarroni, presidente di

Assosementi, l’Associazione delle aziende sementiere, a proposito delle prese di

posizione seguite all’autorizzazione della Commissione UE per la coltivazione in

Europa della patata modificata geneticamente Amflora, destinata alla trasformazione

industriale in carta.

“Dimostra di non volere riconoscere la realtà produttiva agricola - continua

Tabarroni - chi non tiene conto che oggi colture importanti anche per il nostro Paese, come mais, girasole, barbabietola da zucchero, pomodoro e moltissime altre orticole per il mercato professionale, sono competitive grazie all’impiego di varietà ibride, le quali

ovviamente necessitano del riacquisto ogni anno del seme da impiegare. Se poi non si lascia spazio e si favorisce l’attività di ricerca e sperimentazione, che richiede rilevanti mezzi economici e risorse umane, è giocoforza che ad affermarsi sul mercato siano aziende non italiane. D’altra parte, i risultati della ricerca non conoscono confini e si affermano laddove trovano le condizioni, non solo ambientali, favorevoli”.

“La aziende sementiere, il cui compito è fare ricerca varietale e diffondere

innovazione attraverso le sementi, non possono non essere favorevoli alla sviluppo

della ricerca anche grazie alle biotecnologie ed alla loro sperimentazione –

aggiunge il presidente di Assosementi – e tutto questo deve avvenire nel rispetto

di regole precise e ragionevoli. Analogamente deve esserci la possibilità per gli

agricoltori che lo vogliono, anche qui nel rispetto delle regole sulla coesistenza,

di coltivare varietà ogm”.

“Il nostro auspicio - conclude Tabarroni – è che il dibattito sulle biotecnologie

in agricoltura abbandoni i toni che poco hanno a che fare con la realtà e le

esigenze di un settore chiave dell’economia italiana come quello agricolo, che sta

vivendo una profonda crisi di redditività, e riporti al centro dell’attenzione un

serio approccio all’esigenza di innovazione che proviene dagli agricoltori”.

 

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